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Cronaca

Perseguitano un compagno per mesi: per i baby bulli scatta il percorso di recupero

Tre ragazzini di 14 e 15 anni per settimane hanno insultato, minacciato e deriso un compagno. Dovranno presenziare a una serie di colloqui con professionisti

Hanno preso di mira un compagno di classe fin dai primi giorni di scuola, tormentandolo con insulti e prese in giro in una rapida escalation culminata in vere e proprie aggressioni fisiche: poco più che bambini, tre ragazzini tra i 14 e 15 anni, che si sono trasformati in aguzzini rendendo la vita di un coetaneo un inferno. E che adesso sono stati formalmente ammoniti dal questore.

La richiesta di emissione della misura di prevenzione è stata presentata al compartimento polizia postale Lazio e poi trasmessa alla divisione polizia anticrimine dal padre del ragazzino preso di mira, estremamente preoccupato per la salute e il benessere fisico e mentale di un figlio che ogni giorno viveva la scuola come un incubo, arrivando a smettere di frequentarla.

L’uomo è riuscito a farsi raccontare delle continue prese in giro, dei danni al materiale scolastico, delle spinte, delle minacce e anche del giorno in cui, accerchiato, è stato colpito con un pugno allo stomaco. E poi dei messaggi postati nella chat di classe in cui il ragazzino veniva insultato, ridicolizzato e anche minacciato dai tre bulli davanti ai compagni. Una situazione talmente pesante da spingere i genitori del ragazzo a trasferirlo in un altro istituto scolastico, e poi a rivolgersi alla polizia postale per denunciare l’accaduto.

Alla luce delle testimonianze e dei messaggi per i tre ragazzi è scattato l’ammonimento per cyberbullismo, un provvedimento introdotto dal legislatore come strumento di dissuasione e recupero dei 'cyberbulli’: un passaggio intermedio, prima che scatti la denuncia alla procura dei minori. I tre sono stati convocati negli uffici della polizia postale e invitati a cancellare filmati, foto e commenti sul coetaneo dal proprio telefonino e da qualsiasi altra memoria o archivio, e diffidati dal pubblicare qualsiasi cosa riguardi  il compagno senza il suo consenso.

I tre ragazzi hanno anche accettato di seguire un percorso volontario e gratuito a cura dell’equipe multidisciplinare (criminologi, avvocati, psicoterapeuti, educatori e mediatori) che opera nell’ambito del Cipm Lazio, con cui il questore di Roma a luglio dello scorso anno aveva stipulato un protocollo d’Intesa denominato “Zeus”. Dovranno partecipare a una serie di colloqui con professionisti e approfondire le cause alla base del comportamento persecutorio che hanno messo in atto, riflettendo sulle implicazioni di quanto fatto e avviano un percorso finalizzato ad acquisire maggiore consapevolezza sulle conseguenze.

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