Bracconaggio, Lipu: pene più severe e meno licenze di porto d'armi
Dopo l'ennesimo episodio di bracconaggio, avvenuto vicino ad Anzio, Lipu chiede pene più severe per combattere un fenomeno in continuo aumento
Ennesimo episodio di bracconaggio in provincia. E ora la Lipu chiede pene più severe per i responsabili e una riduzione delle licenze per porto d'armi.
A Lido dei Pini, nei pressi di Anzio, i guardiaparco della Riserva Regionale di Tor Caldara hanno trovato una gru agonizzante, gravemente ferita da un colpo di fucile da caccia al cinghiale. Nonostante gli immediati soccorsi e il trasporto al Centro Recupero della Lipu di Roma, il volatile è però morto due ore dopo a causa delle lacerazioni provocate dal proiettile agli organi vitali.
Si tratta solo dell'ultimo di una lunga serie di episodi di bracconaggio, che sembrano essere in preoccupante aumento. Dall'inizio del mese di novembre al Centro di Recupero di Roma sono pervenuti ben cinque uccelli, tutti feriti da armi da fuoco: due sparvieri, un'albanella reale, un gheppio e una poiana.
"E’ veramente incomprensibile tanta violenza – ha commentato Fulvio Mamone Capria, Presidente della LIPU-Birdlife Italia – Non ci sono più alibi ed è necessario che tutte le forze in campo reagiscano fortemente a questa barbarie. Lipu chiederà, di fronte a questa continua ferocia inaudita, di aumentare le pene per i bracconieri e di restringere le maglie per la concessione di licenza di porto d’armi".