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Cronaca Appia Antica Nord / Via Appia Antica, 258

Il giallo del (presunto) ordigno contro la base militare

La rivendicazione da parte degli anarchici. Indagano i carabinieri

"Ordigno contro un covo dell’Aeronautica militare". A rivendicare l'azione il "Circolo d'azione 8 marzo". Un comunicato reso noto in forma anonima su "il Rovescio. Cronache dello stato d'emergenza" portale che aggrega e diffonde informazioni di collettivi anarchici e antagonisti della sinistra extraparlamentare. Una rivendicazione che trova in parte riscontro da fonti investigative, intervenute la notte di sabato scorso nei pressi del Forte Appia per il "malfunzionamento" di una cabina elettrica. 

Surriscaldamento cabina elettrica 

Ma mettiamo ordine. L'intervento di vigili del fuoco, carabinieri della stazione Roma San Sebastiano e tecnici dell'Acea è avvenuto effettivamente la notte fra il 21 e il 22 di aprile scorso, poco dopo l'1:00. Ufficialmente per un malfunzionamento di una cabina elettrica che si trova a pochi metri dalla base militare che si trova all'interno del parco dell'Appia Antica. Un "surriscaldamento" della cabina dei servizi che ha richiesto oltre all'intervento dei caschi rossi anche degli investigatori dell'Arma, che pur non riscontrando la presenza di nessun ordigno, informati della rivendicazione non escludono nessuna ipotesi senza tralasciare nessun dettaglio. 

La rivendicazione dell'ordigno 

A rivendicare il fatto, come detto il "Circolo d'azione 8 marzo" che scrive: "Nella notte del 22 aprile abbiamo posizionato un ordigno nei pressi del Forte Appia, Roma, uno dei covi dell’Aeronautica Militare. Celebriamo in questo modo i 100 anni della sua nascita. Un piccolo promemoria per quelli che seminano guerre e miseria in tutto il mondo. Banche, politici, militari, scienziati… sono spazzatura e in quanto tale vanno spazzati via. Non dimentichiamo le stragi nel mare e nelle carceri come quando nel marzo 2020 lo Stato ha represso col sangue la giusta rivolta dei detenuti, uccidendone 14 di loro. Forza e amore per Serge compagno che si trova tra la vita e la morte dopo essere stato colpito dalla sbirraglia francese. Solidarietà ad Alfredo, Juan, Anna e a tutti/e quelli/e che non abassano la testa. Per la difusione dell’azione rivoluzionaria, violenta e distruttiva. Circolo d’azione “8 marzo”.

Le azioni anarchiche a Roma e in Europa 

Una rivendicazione in cui si fa riferimento anche ad Alfredo Cospito, anarchico abruzzese al 41bis nel carcere di Opera di Milano, attorno al quale si sono mobilitati gli anarchici non solo a Roma, ma anche nel resto d'Italia e in tutta Europa dove nel corso degli ultimi mesi sono state decine le azioni di sabotaggio e danneggiamento, con cortei e manifestazioni che molte volte si sono tramutate in vere e proprie guerriglie urbane con la polizia schierata in assetto antisommossa. Ultima rivendicazione capitolina lo scorso mese di marzo, quando gli anarchici diedero fuoco a 16 auto di Poste Italiane che si trovavano in un parcheggio di via Palmiro Togliatti. "Salutiamo il 150esimo giorno di sciopero della fame del nostro fratello e compagno Alfredo Cospito - la rivendicazione di un mese fa - regalandoci la gioia di attaccare con il fuoco le infrastrutture dello stato Italiano, nello specifico abbiamo incendiato 16 macchine di proprietà delle Poste Italiane".

Perché Roma è piena di scritte contro il 41bis e Alfredo libero 

Il Forte Appia 

Come si legge sul sito dell'aeronautica militare: "Il Forte Appia, nei secoli è stato utilizzato per diversi scopi, in primis come punto di difesa di Roma ed in tempi più recenti, a partire dai primi anni del ‘900, quale sede della Direzione di Artiglieria del Corpo Aeronautico, ebbe l’ultimo utilizzo attivo tra gli anni ’80 e ’90 quale centro elaborazione dati del ReSIA ed è tutt’ora impiegato in parte quale deposito".  "Il Reparto Sistemi Informativi Automatizzati ha sede nella prestigiosa area del parco Regionale dell’Appia Antica, ed opera alle dipendenze della 3^ Divisione del Comando Logistico dell’Aeronautica, con la mission di progettare, realizzare e gestire i sistemi e le reti telematiche non classificate garantendone al contempo la cyber defence assolvendo le funzioni di Computer Emergency Response Team (CERT) e provvedendo all’addestramento basico del personale nell’ambito dell’Information Communication Technology".

Tutti i luoghi dell'anarchismo romano 

Alfredo Cospito 

Anarchico abruzzese, Alfredo Cospito ha interrotto lo sciopero della fame lo scorso 19 aprile. Detenuto da oltre 10 anni al carcere Bancali di Sassari per la gambizzazione dell'allora amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. In sciopero della fame dal 30 ottobre 2022, Cospito è stato trasferito nel penitenziario di Opera a Milano per le precarie condizioni di salute. Esponente della Federazione anarchica informale (Fai), è anche accusato di strage per due ordigni esplosi nei pressi della scuola allievi carabinieri di Fossano nel cuneese nel 2006, che non provocarono feriti.

"Era il 20 ottobre 2022 quando Alfredo Cospito, nel corso della prima udienza alla quale aveva diritto a partecipare dopo il suo trasferimento al 41 bis del 4 maggio 2022, dichiarava di voler iniziare uno sciopero della fame" le parole dell'avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore dell’anarchico a commento dell'interruzione dello sciopero della fame -. Le ragioni della protesta risiedevano nella aspra critica propugnata dall'anarchico contro il regime del 41 bis e l'ergastolo ostativo. Dal 20 ottobre sono ormai trascorsi 181 giorni nei quali il Cospito, attraverso il suo corpo sempre più magro e provato, ha svelato cosa significhi in concreto il regime detentivo speciale: illogiche privazioni imposte ai detenuti, aspre limitazioni prive di una legittima finalità, deprivazione sensoriale, un ambiente orwelliano in cui si è costantemente osservati e ascoltati da telecamere e microfoni".

"Grazie alla vicenda Cospito, il 41 bis è sempre meno tollerato da una opinione pubblica che in questi mesi è stata chiamata ad un ruolo attivo che superasse e bandisse l'indifferenza nei confronti dell'altro - sottolinea Rossi Albertini -. A questo risultato immediato se ne deve però aggiungere un altro ossia la dichiarazione di ricevibilità e conseguente registrazione del ricorso proposto dall'avvocato Antonella Mascia di Strasburgo e dallo scrivente alla Corte europea dei diritti dell'uomo, avente proprio ad oggetto il regime penitenziario differenziato previsto dall’articolo 41-bis. Il ricorso, nel quale sono state lamentate gravi violazioni della Convenzione Edu, verrà valutato nel merito nel termine di due o tre anni (tali sono i tempi di una pronuncia) e potrebbe rappresentare il grimaldello giuridico che bandirà lo strumento inumano del 41 bis, così come avvenuto nel caso dell'ergastolo ostativo".

"Conclusivamente la lotta intrapresa da Cospito può dirsi abbia raggiunto gli obiettivi prefissati - le parole del penalista lo scorso 19 di aprile - i tempi di attesa della decisione della Cedu, a differenza di quelli molto più contenuti della Consulta, non sono infatti compatibili con lo sciopero della fame mentre la decisione di Strasburgo merita di essere attesa. Quindi Alfredo Cospito, trascorsi 180 giorni di digiuno e dopo aver esposto a rischio la propria vita, essere dimagrito 50 chilogrammi e aver ormai irrimediabilmente compromesso la propria funziona deambulatoria dovuta allo scadimento irreversibile del sistema nervoso periferico, il 19 aprile 2023 ha deciso di porre fine allo sciopero della fame. Ciò facendo, Cospito - concludeva la nota - ringrazia tutti e tutte coloro che hanno reso possibile questa tenace quanto inusuale forma di protesta".
 

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