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Cronaca Tor Sapienza

Il caso del bimbo rom che chiede aiuto ai carabinieri: "Mamma mi picchia se non porto soldi"

I carabinieri di San Basilio lo hanno ascoltato in audizione protetta e hanno arrestato la donna, una 36enne, che hanno portato in carcere

Ha chiesto aiuto ai carabinieri a Roma per denunciare la madre e i fratelli che lo costringevano a chiedere l'elemosina. Una vita da schiavo. Sfruttato e maltrattato. A raccontare quanto successo, un bimbo rom di 11 anni che vive in un campo nomadi abusivo di Tor Sapienza. 

Un racconto ritenuto credibile, confermato dai lividi sul corpo riscontrati dai medici del pronto soccorso. Segni recenti e più datati che non hanno lasciato dubbi ai carabinieri di San Basilio che, davanti la porta della loro caserma, si sono trovati il piccolo: "Mia madre mi mena in testa e dietro la schiena se mi rifiuto di andare a cercare il ferro e il rame in giro per i cassonetti, e se non porto i soldi a casa".

I maltrattamenti subiti da un bimbo rom a Roma

La donna, di 37 anni, è stata così arrestata per maltrattamenti e lesioni aggravati su minorenne. Ma le indagini dei carabinieri non sono ancora concluse. Oltre la donna, ai pestaggi potrebbe aver partecipato anche il fratello maggiore dell'undicenne. Non solo, alla madre potrebbero essere contestati altri reati, come quello di aver impedito al ragazzino di frequentare la scuola dell'obbligo. Questo perché il piccolo, durante l'audizione protetta con una psicologa ha raccontato anche che sarebbe stata sua intenzione continuare ad andare a scuola dopo la quinta elementare, ma la madre non glielo avrebbe permesso. 

È questa l'ipotesi dei carabinieri che hanno mandato il fascicolo al gip Paolo Andrea Taviano che ne ha disposto l'arresto all'inizio di agosto, anche se la notizia è stata resa nota solo ieri da Leggo e poi uscita sulle agenzie e gli altri quotidiani. 

La condanna della centrodestra

Il caso, oltre che di drammatica cronaca, è diventato anche politico. La prima ad alzare la voce è stata su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: "Il bambino è stato trattato al pari di uno schiavo: obbligato a rubare ferro e rame e a fare l'elemosina. E se si addormentava, erano botte. Una storia atroce, che riguarda troppi minori innocenti utilizzati dalle loro famiglie per portare soldi sporchi. Mi auguro che questa signora paghi duramente per i maltrattamenti inflitti a suo figlio e che il piccolo ora possa avere un futuro migliore".

A condannare l'accaduto anche Laura Corrotti, consigliere Lega Regione Lazio e responsabile regionale Lega del Dipartimento Politiche sociali e Disabilità: "Inaccettabile la situazione denunciata dal un bambino rom. Una storia che racconta le condizioni precarie di tanti bambini rom nella Capitale ai quali viene negata l'istruzione e la spensieratezza; per questo, mi auguro che vengano inflitte le giuste punizioni alla madre e ai fratelli che vivono nel campo rom abusivo di Tor Sapienza e un futuro migliore al bambino undicenne".

Duro anche il candidato sindaco di Roma per il centrodestra, Enrico Michetti: "È intollerabile che a Roma ci siano bimbi trattati come schiavi, costretti a rubare e a chiedere l'elemosina. Purtroppo nella nostra città ci sono zone franche dove i diritti dei bambini vengono calpestati ogni giorno".

"Non è concepibile negare in questo modo l'infanzia"

Chi vuole vederci chiaro è anche la presidente della commissione parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza, Licia Ronzulli: "È raccapricciante che un bambino rom di soli 11 anni si sia presentato pieno di lividi e ferite a una stazione dei Carabinieri per chiedere di essere salvato dalla madre violenta che a suon di botte lo costringeva a rovistare nei cassonetti dell'immondizia. Non è concepibile negare in questo modo l'infanzia, la scuola, la spensieratezza e lo svago a un bambino. Mi auguro che a seguito dell'arresto della donna disposto dal gip la magistratura indaghi velocemente su quanto accade al campo rom abusivo di Tor Sapienza, dove il piccolo vive con la famiglia, per accertare l'eventuale presenza di altre situazioni simili. Non c'è scusa che tenga, tutti i minori devono vedere garantiti i propri diritti, al di là dell'etnia, di tradizioni specifiche e dei retaggi culturali di ciascuno".

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