Bimbo morto in ascensore a Furio Camillo: condannato tecnico Atac
La sentenza del Tribunale di Roma per la morte del piccolo Marco nel luglio del 2015
Precipitò nell’ascensore della stazione metro Furio Camillo perdendo la vita. Morì così il piccolo Marco di soli quattro anni, il 9 luglio del 2015 in una delle stazione della linea A. All’epoca della tragedia furono iscritti nel registro degli indagati un dipendente Atac e due vigilantes. A distanza di cinque anni, il tribunale di Roma ha emesso sentenza di condanna a due anni di reclusione per il dipendente Atac con l’accusa di omidicio colposo: l’uomo tentò di liberare il bambino e sua madre rimasti bloccati in ascensore.
Marco viveva a Sermoneta insieme alla sua famiglia, quel 9 luglio di cinque anni fa, era a Roma con sua madre: con lei è rimasto bloccato nell'ascensore di viale Furio Camillo da dove è precipitato per un'altezza di 22 metri. Il dipendente Atac era salito con un montacarichi e aveva aperto la porta che collegava i due ascensori ma il bimbo era scappato dalle braccia della madre finendo nello spazio vuoto e precipitando giù. L’uomo non sarebbe stato autorizzato alla manovra né all’utilizzo della chiave di emergenza ma era intervenuto senza attendere l’arrivo della squadra di emergenza Atac.
Dopo la morte del piccolo Marco, l'ascensore di viale Furio Camillo ha accolto fiori, pupazzetti e disegni lasciati da amici, parenti e passanti per ricordare ia giovane vita spezzata.