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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Magliana / Via Pian Due Torri

Ciclista morto a Magliana: una bici bianca per ricordare Marco Artiaco

Il sit in dall'incrocio dove lo scorso 8 ottobre ha perso la vita il 47enne romano. "Pedoni e ciclisti possono convivere solo con infrastrutture idonee"

Una bici bianca per ricordare Marco Artiaco, il ciclista morto lo scorso 8 ottobre dopo essere stato investito mentre percorreva con la sua bicicletta il lungotevere della Magliana, all'altezza di via Pian due Torri. Il sit in di "solidarietà verso l'amico sfortunato" questa mattina, sabato 15 ottobre, promosso dalla Federazione Ciclistica Italiana Lazio nella figura del responsabile piste ciclabili Gianfranco Di Pretoro.  Presente anche il delegato alla ciclabilità della Giunta Raggi Paolo Bellino. 

ANCORA PERICOLI SULLA CICLABILE - "Strana razza i ciclisti - si legge in una nota stampa -. La loro solidarieta’ verso l’amico sfortunato non ha tante parole ma è vera, concreta, coinvolgente in nome di Marco Artiaco. Nel piccolo tratto di pista ciclabile verso il luogo dell’incidente si è divelto un paletto estremamente pericoloso e tagliate le canne che impedivano la vista in quel punto maledetto.Questa volta il caso centra poco visto che nell’incrocio funesto c’è abbondanza di segnaletica che almeno dovrebbe far rallentare i mezzi".

Ciclisti ricordano Marco Artiaco

UNA BICI BIANCA - I ciclisti hanno poi messo sul luogo dell'incidente il simbolo dei pedalatori morti sulle strade della Capitale: "Quella bici bianca - spiega ancora Gianfranco Di Pretoro - ci fà tremare le gambe proprio in quel tratto da Lungotevere degli Inventori a Via della Magliana che è il simbolo di una città che non ci rispetta. Lungo la pista ciclabile si sono osservati altri pericoli come l’attraversamento di Piazza Righi a Ponte Marconi, dove le auto che escono dal lavaggio impediscono la vista al ciclista di turno". 

NUOVA CULTURA CICLISTITCA - "Pedoni e ciclisti - concludono i partecipanti - possono convivere solo con infrastrutture idonee. La presenza di Paolo Bellino, ciclista e delegato dal Comune di Roma, ci fà sperare in una nuova cultura ciclistica che parte dai giovani, da quegli spazi a loro dedicati nelle popolose borgate come quello nel luogo dell’incidente".

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