Furti d'arte: dalla testa di divinità rubata ai Fori all'orologio del Quirinale, i beni culturali recuperati dai carabinieri
Il 2020, con i luoghi della cultura chiusi e i mercati a singhiozzo, ha visto i traffici illeciti adattarsi ai nuovi orientamenti di vendita, spostandosi su modalità a distanza
Dalla testa di divinità femminile romana, rubata quasi 50 anni fa al Foro Romano allo storico orologio delle Torre del Quirinale, passando per il patrimonio del Fondo “Mostra della Rivoluzione Fascista”, oltre 400 medaglie rubate ad un collezionista romano, sino ad un tentato omicidio da parte di un uomo passato alle cronache come il "vandalo di Villa Pamphili". Sono questi alcune dei beni culturali di Roma recuperati dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale posti alle dipendenze del Ministero della Cultura nel 2020.
Anno che passerà alla storia come l'anno della pandemia mondiale del Coronavirus che, con i luoghi della cultura chiusi e i mercati a singhiozzo, ha visto i traffici illeciti adattarsi ai nuovi orientamenti di vendita, spostandosi su modalità a distanza.
Attività del Reparto Operativo Nazionale che gestisce la Banca dati di opere da ricercare più antica ed estesa al mondo (1.300.000 files), che ha permesso il recupero 501.574 beni d’arte. Questo il dato d’insieme nel dossier “Attività Operativa 2020” dell’Unità specializzata dell’Arma, istituita nel 1969 per onorare l’articolo 9 della Costituzione (“la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) e che, in mezzo secolo di vita, ha restituito al pubblico o ai legittimi proprietari più di tre milioni di beni culturali.
La testa di divinità femminile
Recupero dei beni culturali che ha toccato anche la città archeologica per eccellenza, la Città Eterna, dove i carabineiri del Comando TPC hanno chiuso numerosi 'furti', restituendo al mondo opere d'arte sparite da decenni. Preziosi ritorni hanno caratterizzato l’anno trascorso. Ne è esempio la splendida Testa di divinità femminile romana, risalente al I secolo d.C.,
individuata a seguito di indagini in campo internazionale. La testa, che fino al 12 dicembre del 1977 si trovava all’ingresso del Foro Romano al Palatino, era stata staccata dal suo busto panneggiato e portata via da ignoti. La scultura a tuttotondo è infatti stata recuperata dopo quasi mezzo secolo e trovata in casa di un collezionista di Savona.
L'orologio della Torre del Quirinale
Fra i beni recuperati dai militari del TPC anche l'orologio della Torre del Quirinale. Sono infatti stati gli investigatori dell'Arma, coordinati, dal Procuratore della Repubblica di Vercelli, a ritrovare il quadrante e tutti gli altri pezzi dell'orologio a pendolo realizzato a metà dell'Ottocento dall'artista Mariano Trevellini su commissione del Papato di Pio IX per il Palazzo del Quirinale. Collocato sulla torre del Palazzo dal 1854 al 1961 e in seguito - dopo che era stato ceduto all'Istituto statale Armellini di Roma per un istituendo Museo dell'Orologio non più sorto - trafugato.
Le perquisizioni hanno avuto luogo a Milano, Bologna e nella provincia di Firenze. Tre persone sono state denunciate per appropriazione indebita, ricettazione e illecita alienazione di bene culturale. All'intervento, conseguito a indagini del Nucleo TPC di Torino, hanno collaborato quelli di Monza, Firenze e Bologna, nonché un militare del Comando TPC di Roma sotto copertura che, con un esperto di orologi antichi, ha verificato la presenza e l'autenticità degli oggetti prima che scattassero le perquisizioni.
I cimeli del Museo della Rivoluzione Fascista
Sempre nella Capitale è poi tornato anche gran parte dell’ingente patrimonio del Fondo “Mostra della Rivoluzione Fascista”, già custodito presso l’Archivio Centrale dello Stato e costituito da gagliardetti militari, labari, e bandiere delle Squadre d'azione fasciste e dei fasci di combattimento che hanno partecipato alla Marcia su Roma, il 28 ottobre 1922, scomparso dai locali dell’Ente in circostanze ancora in corso di approfondimento.
La scoperta è avvenuta per caso, dovendo ricollocare alcuni esemplari fuori posto per motivi di approfondimento e studio. L’inventariazione dell’intera collezione (1065 esemplari), infatti, era stata ultimata nei primi mesi del 2018: un elemento importante per le indagini, che ha permesso agli investigatori di indirizzare immediatamente le ricerche in direzione di un ristretto e specifico settore criminale.
Si tratta, per l’appunto, di cimeli molto ambiti per particolari collezionisti, disposti a pagare migliaia di euro, anche per un solo esemplare. Ed in effetti, tutta la refurtiva è finita nella disponibilità di un collezionista della Capitale, compresa un’uniforme di rappresentanza del corpo diplomatico, donata all’Archivio Centrale dello Stato, dagli eredi dell’ambasciatore d’Italia Sergio Fenoaltea (Roma, 9 giugno 1908 – Marino, 13 aprile 1995), già rappresentante del partito d’azione nel Comitato di Liberazione Nazionale.
Il vandalo di Villa Pamphilj
Attività che hanno riguardato furti d'arte ma non solo, come ad aprile dello scorso anno a Villa Pamphilj dove due carabinieri del Reparto TPC vennero bersagliati da una pioggia di massi e lastre staccati da una targa toponomastica e alcune panchine di marmo del polmone verde di Monteverde. I fatti mentre la pattuglia era in passaggio sull’Aurelia Antica, costeggiando la storica Villa Doria Pamphili dove i due militari del Reparto operativo TPC vennero aggrediti con conseguenze che potevano essere letali.
Nei giorni successivi l’autore dell’agguato venne poi identificato. Rintracciato in collaborazione con gli agenti del gruppo XII della Polizia locale di Roma Capitale, venne fermato anche per danneggiamento del patrimonio storico e artistico e porto di arma bianca. Non era infatti senza peccato: aveva precedenti per numerosi atti vandalici e altri reati commessi con l’uso della violenza.
Il servizio svolto dai Carabinieri era diretto al contrasto dei danneggiamenti. Dall’inizio del 2020 e sino al fermo dell'allora 29enne, all’interno di Villa Doria Pamphili si erano registrati quelli di ventisei targhe toponomastiche, tre statue, due vasi secolari. L’ultimo gesto, avvenuto in aprile, aveva visto spezzati i gigli della Fontana del Cupido.
Medaglie storiche
Il 2 settembre 2020 un altro recupero di cimeli artistici trafugati. In quel caso gli investigatori recuperarono e sequestrarono 402 medaglie storiche rubate ad un collezionista della Capitale nel marzo 2019 e 72 reperti archeologici illegalmente detenuti denunciando due persone per ricettazione.
Il dipinto da 15mila Euro
Sempre a Roma, nel febbraio dello scorso anno, i militari dell'Arma trovarono e recuperarono un dipinto rubato nel febbraio del 2006, del valore di 15mila euro, "sparito" da un esercizio commerciale di Roma denunciando tre persone per ricettazione.
L'attività del 2020 del Reparto Tutela Patrimonio Culturale
Da Roma al resto del Paese, la maggior parte dei recuperi del 2020 ha riguardato il settore antiquariale, archivistico e librario (483.978); a seguire i reperti archeologici, paleontologici e numismatici provenienti da scavi clandestini (17.596). Sono state sequestrate 1.547 opere contraffatte: falsi di arte contemporanea (ma non solo) che, qualora immessi sul mercato, avrebbero fruttato alle organizzazioni criminali oltre 415 milioni di euro.
I furti hanno fatto registrare un decremento del 17,6% (287 a fronte dei 345 del 2019). Sono diminuiti soprattutto quelli ai danni della collettività: biblioteche (-50%, da 12 a 6), luoghi di culto (- 17%, da 135 a 112), musei (– 21,4%, da 14 a 11); invariato il dato riferito agli archivi (8 come nel 2019).