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Domiciliari per il titolare del bar della Corte d'Appello: molestie alle dipendenti

Le indagini, partite due anni fa dopo una denuncia di una dipendente, hanno portato il gip Villoni a chiedere gli arresti domiciliari per il titolare del bar. L'accusa è violenza sessuale

Palpeggiamenti, molestie e proposte a sfondo sessuale. Tutto da accettare, rigorosamente in silenzio. Pena per un rifiuto, il posto di lavoro.

Questo è quanto erano costrette a subire le dipendenti del bar della Corte di Appello di Roma. Protagonista delle 'particolari attenzioni' il titolare dell'esercizio commerciale. Titolare che, in mattinata, è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia domiciliare.

A fare luce su questa situazione sono state le indagini del pm Eugenio Albamonte, partite due anni fa a seguito della denuncia di una dipendente del bar. Gli inquirenti, nel corso degli accertamenti di rito, hanno sentito altre ragazze che, per non accettare il ricatto, avevano lasciato il lavoro. E che naturalmente hanno confermato le accuse della loro ex collega. Sembra, addirittura, che le ragazze venissero scelte più per il loro aspetto fisico, che per la loro preparazione professionale. 

A questo punto l'impianto accusatorio è stato 'semplice' da costruire. L'accusa per "violenza sessuale in relazione a molestie continue e sistematiche" ha portato il gip Orlando Villoni a firmare la richiesta di arresti domiciliari per il titolare del bar. 

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