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Cronaca

Usura e truffe: la banda della Magliana era la mente dell'organizzazione?

Professionisti, ristoratori e pr erano i procacciatori e realizzatori della truffa. I Casamonica riscuotevano i debiti, ma ad organizzare il tutto si pensa ci fossero i reduci della storica banda e degli infiltrati della mala napoletana

arre2E' ancora banda della Magliana, ma non solo. L'operazione "Il gioco è fatto", che ha portato all'arresto di 11 persone per riciclaggio, usura e truffa, sta portando alla luce una commistione tra tutti i nuclei storici della criminalità romana, dai Casamonica alle infiltrazioni della mala napoletana, fino ad arrivare all'ormai storica banda della Magliana.

L'operazione ha fatto emergere anche commistioni con alcuni liberi professionisti, un ristoratore e un pr romano che sono finiti in manette. Agli arresti si affiancano anche numerosissime perquisizioni disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Una di queste, a quanto riportano alcune agenzie, avrebbe riguardato l'ex presunto cassiere della banda della Magliana, Nicoletti.

L'INIZIO DELLE INDAGINI - L'indagine che ha portato all'operazione odierna, ha preso il via dall'omicidio di Umberto Morzilli a Centocelle. Indagando sulle amicizie della vittima gli investigatori della mobile, diretti da Vittorio Rizzi, sono riusciti a risalire ad una serie di soggetti specializzati in usura e truffe.

SIMULAZIONI DI VENDITE - L'organizzazione operava in questo modo. Un noto pr proponeva affari come l'acquisto di autovetture, ville, crediti vantati dalle banche. Al cliente presentava il "ristoratore", spacciato per colui che aveva "entrature" all'interno del Tribunale civile e penale di Roma e poteva facilitare l'aggiudicazione di aste giudiziarie.

Per convincere i risparmiatori della bontà dell'affare, alcune riunioni venivano effettuate nello studio di un avvocato. Il risparmiatore era costretto ad emettere una serie di assegni a favore di un commercialista romano. Il ristoratore a quel punto prestava anche denaro a tassi usurari per avviare attività commerciali portando gli imprenditori a non poter più onorare i debiti contratti.

Tra le ville o gli esercizi commerciali millantati c'erano le abitazioni di Cafù e Cragnotti e una partecipazione alla Coin di via Cola di Rienzo. Per usufruire dell'affare però i clienti dovevano versare caparre superiori ai 30.000 euro.

I CASAMONICA - Secondo quanto riferito in conferenza stampa da Vittorio Rizzi a questo punto, in alcuni casi, sarebbero entrati in azione i Casamonica, che avevano il compito di riscuotere i debiti.

Se professionisti e Casamonica erano il braccio, banda della Magliana e Camorra sarebbero la mente, per sgominare la quale sono state appunto disposte le perquisizioni. In tutto gli indagati sarebbero 23. Si suppone che quella sgominata oggi sia solo il secondo livello dell'organizzazione. Il primo sarebbe appunto quello legato alla banda.


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