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Cronaca

Provocavano incidenti per farsi pagare il soccorso: a processo la "banda del carro attrezzi"

Nei guai due titolari di una ditta di soccorsi stradali. Ecco come e dove agivano

La Cristoforo Colombo, la Tuscolana, la Ostiense, ma anche la Pontina e l’Aurelia: erano il “territorio di caccia” dei due titolari di una società che si occupa di soccorso stradale, specializzati nel provocare incidenti per poi arrivare “casualmente” sul posto e offrirsi di dare una mano con il loro carro attrezzi. Ovviamente a prezzi da capogiro.

I due, 42 e 48 anni, sono finiti a processo in questi giorni davanti al pubblico ministero Gianluca Mazzei, e devono rispondere di una quindicina di episodi tutti molto simili. Il modus operandi era infatti sempre lo stesso: posizionavano lungo una strada, di notte e in tratti poco illuminati, ostacoli come pezzi di marmo o cemento, si appostavano e aspettavano che uno sfortunato automobilista vi finisse contro danneggiando il mezzo. A quel punto si presentavano fingendo di essere passati da quelle parti casualmente e si offrivano di fornire soccorso al prezzo che stipulavano loro, decisamente gonfiato.

In un caso i due uomini hanno anche costretto un automobilista a dare loro i soldi sequestrando la carta di circolazione della macchina e accompagnandolo a un bancomat per ritirare e consegnare circa 400 euro, stessa procedura seguita con un’altra vittima, che ha dovuto sborsare 500 euro. In un altro caso la truffa non è andata a buon fine perché l’automobilista ha chiesto l’intervento dei vigili di Roma Capitale per i rilievi.

Le vie in cui i due “soccorritori” agivano erano diverse, gli orari sempre notturni: in tutti i casi, sui luoghi degli incidenti in cui si presentavano con il loro carro attrezzi venivano trovati blocchetti di travertino o di cemento. In molti episodi, documentati anche da Roma Capitale, le auto coinvolte sono state diverse e solo per puro caso non è finita in tragedia.

Entrambi devono rispondere, proprio per questo, anche di attentato alla sicurezza dei trasporti in concorso, oltre che di estorsione, appropriazione indebita e truffa.

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