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Cronaca

Tevere, auto invadono piste ciclabile: "Tanto difficile chiudere accessi?"

La denuncia di Fausto Bonafaccia, presidente di Bici Roma, che approfitta per fare un bilancio: "E' tutto fermo e ancora oggi non c'è un disegno per lo sviluppo della mobilità ciclistica"

Foto che parlano da sole: la banchine del Tevere trasformate in un parcheggio auto con relativo via vai, quando in realtà il passaggio dovrebbe restare libero per la pista ciclabile. 

"Chiudere gli accessi non sarebbe difficile - denuncia Fausto Bonafaccia, presidente di Bici Roma - ma a quanto pare neanche queste semplici cose si riesce a mettere in pratica". L'occasione è buona per fare il punto degli interventi messi in campo per la mobilità ciclista. Pochi per l'associazione, pochissimi. 

"Dall'Assessorato alla Mobilità attendiamo risposte che non arrivano, gli incontri annunciati per mensili si dilatano nel tempo ben oltre il termine stabilito, producono poco o nulla e anche per quel poco che si produce, prima di essere messo in atto passa troppo tempo con il rischio che poi addirittura non si realizza". Un esempio?  

"L'annunciato spostamento della fermata bus da via Marcantonio Colombo a via Lepanto che eviterebbe il pericoloso stazionamento di persone in attesa del bus sulla ciclabile. A quasi due anni dall'insediamento del sindaco (ciclista) Marino la situazione è ferma al palo anzi rispetto al passato sembra stia regredendo!". Insomma, un pessimo bilancio. 

"Che dire, se non che tutto è fermo e che ancora oggi non c'è una struttura con le dovute competenze e con una prospettiva di crescita dinanzi che si dedichi esclusivamente allo sviluppo della mobilità ciclistica, ma anzi si racimola qua e là qualche dipendente dallle molteplici competenze". 

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