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Cronaca Talenti / Via Nomentana

Nababbo con Ferrari, uno yacht ed un superattico a Bufalotta: ma nullatenente per il fisco

La Guardia di Finanza smaschera una frode fiscale da 93 milioni di euro. Ordinanza di custodia cautelare per un imprenditore romano nel ramo dell'hi tech. Indagate altre 7 persone. 500 i grossisti coinvolti

Viveva in un appartamento con super attico con piscina in un residence della Bufalotta. Una vita da nababbo condotta da un'imprenditore romano di 54 anni nullatenente per il fisco. A portare alla luce una frode fiscale da 93 milioni di euro gli uomini del I Gruppo del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, diretti dal Colonnello Sanapo e dal Colonnello Arena, che hanno tratto in arresto con l'accusa di "bancarotta fraudolenta" Fausto Mencancini, attivo in tutta Italia con base operativa nella Capitale nel settore dell'alta tecnologia. Oltre a lui denunciate a piede libero 'sette teste di legno', prestanome di società fittizie attraverso le quali il Mencancini metteva in atto una cosiddetta 'Frode Carosello'.

AGGIORNAMENTO -  FAUSTO MENCANCINI E' STATO ASSOLTO

AUTO DI LUSSO - Una vita da mille e una notte con i proventi illeciti, "frutto di evasione fiscale e bancarotta fraudolenta", stimati complessivamente in 93 milioni di euro. Introiti attraverso i quali la “mente” di questa organizzazione non si faceva mancare nulla. Oltre a vivere nell'abitazione di lusso con piscina sul tetto, poteva contare su un parco macchine di tutto rispetto: 2 Ferrari (una F12 trovata in un'officina a fare il tagliando, ed una Testarossa d'epoca), 3 Mercedes di grossa cilindrata, tra cui una S350 appena ritirata dal concessionario, ed una Fiat 500 Abarth.

YACHT - Oltre a ciò aveva acquistato anche due imbarcazioni, tra cui uno yacht di 26 metri denomintato 'Skyfall', da qui il nome dell'operazione condotta dalla Guardia di Finanza, del valore superiore di 4,5 milioni di euro, intercettato ad Olbia in Sardegna dai finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale. A questo si aggiunge una seconda imbarcazione oceanica ormeggiata nel porto di Marina di Scarlino, in provincia di Grosseto. In particolare nel caso dello Skyfall l'imprenditore attivo nella vendita di Smarthphone e prodotti hi-tech aveva creato un'ulteriore business affittando l'imbarcazione di lusso con prezzi che andavano dai 6500 euro al giorno ai 45mila a settimana. Oltre a ciò gli agenti del Ministero delle Finanze hanno sequestrato anche un posto barca al porto turistico di Ostia.

IMMOBILI - Beni di lusso ai quali si aggiungono gli immobili posti sotto sequestro, tra cui una villa di lusso nel Centro di Roma, zona Corso Italia, autorimesse e magazzini per un totale di 11 immobili. Oltre a ciò il fiore all'occhiello di Mencancini, era la propria dimora, un attico con superattico di 15 vani (500 metri quadrati) con piscina ottenuto comprando quattro appartamenti dell'ultimo piano del residence Michelangelo, zona Bufalotta. Qui il 54enne viveva con la moglie e due figli piccoli, oltre alla badante per la quale in "nullatenente" aveva ricavato una depandance nella propria abitazione acquistandogli una Renault Clio per svolgere appieno il proprio lavoro senza problemi.

IL VIDEO DELL'OPERAZIONE

GIRO DI FATTURE - Secondo le indagini delle Fiamme Gialle, l'uomo, già in passato coinvolto in un caso di Bancarotta Fraudolenta con giudizio in sospeso, aveva orchestrato un vorticoso giro di fatture false attraverso l’interposizione di numerose società – tutte formalmente amministrate da “prestanomi” anche stranieri - che commercializzavano prodotti tecnologici acquistandoli da fornitori operanti in altri Paesi dell’Unione Europea (Austria e Portogallo) e nella Repubblica di San Marino al solo scopo di far gravare l’Iva su società di comodo che non la versavano nelle casse dello Stato. 'Teste di legno' che per svolgere questo lavoro percepivano (sempre secondo gli inquirenti) uno stipendio variabile dai 1000 ai 2000 euro al mese.

PREZZI CONCORRENZIALI - I prodotti hi tech comprati all'estero (Smartphone, Ipad, Iphone, pc eccetera) tramite 'società cartiere' venivano acquistati in esenzione di imposta per poi essere rivenduti a circa 500 grossisti in tutta Italia con un prezzo concorrenziale che si attestava intorno al meno 30 per cento del prezzo di listino. Le società fittizie poi venivano fatte fallire omettendo il pagamento delle tasse all'erario. Un danno non solo per le casse dello Stato ma anche per i grossisti che acquistavano gli stessi prodotti senza passare per la 'Frode Carosello' orchestrata  dell'imprenditore romano, sbaragliati dai famosi 'prezzi sottocosto' della concorrenza.

FRODE FISCALE  - Un sistema di frode fiscale studiato nei minimi dettagli, scoperto dopo il fallimento nel 2011 di una delle quattro società fittizie operanti nella Capitale, intestata ad alcuni dei sette prestanomi denunciati a piede libero (5 italiani e 2 cittadini romeni) di fatto amministratori di diritto delle società, ma all'oscuro del meccanismo che alimentavano, con Fausto Mencancini nella figura di 'Dominus' (amministratore di fatto ma non sulla carta). L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, ha riguardato 4 società di capitali (con sede a Roma), tutte coinvolte nella cosiddetta “frode carosello” che ha permesso all’imprenditore tratto ora in arresto, l’omesso versamento di Iva per 27, 5 milioni di euro nonché un’evasione fiscale per oltre 65 milioni di euro.

ARRESTO E SEQUESTRI - Le indagini dei Finanzieri hanno preso il via dopo la prima Bancarotta fraudolenta riconducibile secondo gli stessi al 54enne imprenditore e da alcune anomalie nei rapporti commerciali con le società estere dalle quali le società fittizie si rifonivano. Oltre alla mancata dichiarazione dei redditi di Fausto Mencancini che non conciliava con la vita di lusso che svolgeva. Dopo due anni di lavoro le Fiamme Gialle hanno ottenuto due risultati: lo scorso 26 settembre con l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Roma,  con l'accusa di "Bancarotta fraudolenta" nei confronti di Fausto Mencancini (che rischia dai 3 ai 10 anni di carcere considerando il giudizio in sospeso di una precedente "bancarotta fraudolenta"). Ma soprattutto il sequestro dei beni (per il reato di frode fiscale) a lui riconduicibili anche se intestati a terzi, ai quali i finanzieri hanno apposto i sigilli. "L'Operazione Skyfall dopo due anni di lavoro ha avuto un epilogo che gratifica il nostro lavoro - le parole del Colonnello Sanapo - con il ritorno di soldi liquidi nella casse dello Stato di un soggetto che aveva contribuito a toglierli alla cittadinanza a proprio favore".

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