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Cronaca Monte Mario

La baby gang che picchia e umilia studenti minorenni. I video diffusi nelle chat

Due le vittime accertate fino ad ora, ma non è escluso che anche altri giovani possano aver subito

Pestati, costretti a inginocchiarsi, rapinati e umiliati in strada. Offese e violenze tutte riprese e diffuse nelle chat che il gruppo aveva creato su WhatsApp e Snapchat. Una vicenda oscura di bullismo, portata alla luce da una della due vittime accertate dai carabinieri, che ha trovato il coraggio di confidarsi con la madre e denunciare quanto stava vivendo. 

Una presa di posizione coraggiosa sì, ma che gli è anche costata cara: un pestaggio in pubblico, perché colpevole di aver fatto la spia. A ricostruire quanto accaduto, sono stati appunto i carabinieri della compagnia Trionfale che, insieme al tribunale dei minori dei Roma, hanno eseguito una ordinanza nei confronti di 6 minori. Il branco, secondo le indagini, è "gravemente indiziato di spaccio di sostanze stupefacenti, atti persecutori, lesioni aggravate e rapina aggravata ai danni di un loro coetaneo e della madre". 

Reati gravi, per i sei componenti della baby gang tra i 14 e i 16 anni, che si muovevano nella zona di Monte Mario, "dominando" i loro coetanei che si ritrovavano fuori alle stazioni o davanti alle scuole. Le indagini hanno ricostruito quando accaduto, soprattutto durante il periodo delle feste natalizie, tra dicembre 2021 e febbraio 2022. 

A squarciare il velo di omertà intorno agli episodi di bullismo, è stato un 14enne. Il giovane studente si sera sentito male dopo aver assunto hashish. "Fumo" forse comprato per farsi accettare dal branco, ma che ha avuto l'effetto contrario. Spaventato, il ragazzo ha raccontato tutto alla madre che ha cercato risposte nella scuola e nelle chat dei genitori. 

A questo punto, però, il branco è entrato violentemente in azione. Prima ha pestato il ragazzo colpevole, a loro dire, di aver fatto la "spia". Quindi hanno rapinato lui e la madre, rubandogli cellulare e capi d'abbigliamento. Violenze che sono sfociate anche in minacce di morte. In quelli che gli inquirenti hanno definito "raid", il ragazzo è stato umiliato e costretto a inginocchiarsi davanti a loro.

Offese e maltrattamenti che la baby gang ha riservato anche ad un altro loro coetaneo. In questo caso, però, la vittima stufa di quanto stava vivendo, ha addirittura manifestato intenti suicidi. Questo perché, secondo chi ha indagato, le immagini degli abusi diffuse su WhatsApp e Snapchat erano diventate ormai insostenibili. 

Il giudice, per i sei ragazzi del branco, ha prescritto di mantenersi ad una distanza di 50 metri dalle vittime, di interrompere qualsiasi contatto con loro, che sia personale, telefonico o per il tramite di qualsiasi canale di comunicazione, e anche di astenersi dal commentare il comportamento e le denunce. I carabinieri non escludono che le vittime possano essere più di due.

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