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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Piazza della repubblica

Dopo lo sgombero brucia i ricordi di famiglia a piazza della Repubblica

Babul é uno sfollato di via Salaria e chiede una sistemazione dignitosa. Con lui le associazioni anti razziste che protestano anche contro la sanatoria in corso e il rifiuto del Comune di autorizzare la preghiera musulmana

babul_3Un bangladese questa mattina, a piazza della Repubblica ha dato fuoco a gli ultimi ricordi che gli rimanevano della sua famiglia. Si tratta di Babul, l’uomo che nel rogo di via Buonarroti del gennaio 2007 ha perso la moglie, Mary Begun e il figlio di 11 anni, Hasib. Questo è il suo modo di dire no agli sgomberi come quello del Regina Elena e di via Salaria  che nelle ultime settimane stanno interessando la Capitale. Il gesto simbolico ha anche l’obiettivo di fare sentire la sua voce all’amministrazione capitolina affinché gli trovi finalmente una sistemazione dignitosa.

In piazza per sostenere l’iniziativa di Babul c’erano le associazioni anti razziste. Bachcu, presidente dell’associazione Dhuumcatu, spiega: “Sono passati quasi tre anni dalla tragedia che ha colpito la famiglia di Babul e il Comune di Roma non gli ha ancora trovato un alloggio”. “Babul – continua Bachcu – ha un figlio che studia ed ha bisogno di un buco dove vivere insieme a lui. E’ disposto anche a pagare”.
 
babul_1Il bangladese, autore della protesta, alloggiava presso lo stabile di via Salaria 971, ma in seguito allo sgombero avvenuto lo scorso 9 settembre è nuovamente senza casa. Le associazioni vogliono dal sindaco Alemanno risposte concrete per risolvere il problema dell’emergenza abitativa a Roma. “Alemanno vuole risolvere la questione sgomberando?”, si domanda Edgar Galiano, segretario generale del comitato immigrati d’Italia. “Che senso ha sfrattare gli occupanti da via Salaria se la struttura sarà utilizzata per combattere l’emergenza abitativa? Vogliamo sapere chi gestirà le graduatorie per l’accesso agli alloggi. Sarà il Comune o c’è già qualche accordo con la Chiesa?”, continua Galiano. Infine, conclude il segretario: “ La situazione che stanno vivendo gli sgomberati in questo momento non può durare a lungo. Da oggi contiamo i minuti”.

“Circa 700 persone vivono per strada sotto la pioggia e con il rischio di venire bruciati vivi da militanti del Governo come accaduto al cittadino indiano a Nettuno”, spiega Bachcu. “Molti degli sfollati di via Salaria  - continua il presidente dell’associazione Dhuumcatu - dormono alla stazione Tiburtina che dopo mezzanotte è molto pericolosa”. “C’è molta paura”, conclude Bachcu.

Le associazioni vogliono anche sapere perché da ben 9 anni l’amministrazione capitolina si rifiuta di autorizzare la preghiera musulmana nei giardini di piazza Vittorio e di Villa De Santis in occasione della fine del Ramadan. La preghiera comunque si farà poiché le forze dell’ordine ne hanno ricevuto comunicazione. Non si sa ancora la data esatta che oscillerà tra il 19 e il 21, ma si conosce il luogo: piazza Vittorio. Le associazioni invitano gli italiani a partecipare.

Infine i manifestanti si oppongono alla sanatoria in corso per gli immigrati irregolari poiché lascia fuori 700mila persone.  Essa, infatti, riguarda soltanto le colf e le badanti. Per far sì che anche tutte le altre professioni vengano regolarizzate chiedono che la sanatoria venga cambiata altrimenti sarà un fallimento totale.
 
Tra i manifestanti un bangladese, dipendente della Fao che da 35 anni vive in Italia, si rivolge agli italiani e dichiara: “Non siamo dei delinquenti, ma al contrario siamo una risorsa economica per il Paese”. Noi, come voi, pensiamo che la criminalità vada punita. Signori vi stanno prendendo in giro”.
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