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Cronaca

Auto rubate in vendita su internet a prezzi di mercato: così la banda di Gugu riciclava le vetture

Sei le persone che lavoravano nell'organizzazione criminale specializzata nel riciclaggio dei veicoli scoperta dagli investigatori della PolStrada

Auto rubate dotate di targhe e carte di circolazione riconducibili a veicoli dello stesso modello non più marcianti in seguito ad incidenti stradali. Questo il modus operandi con il quale una banda riusciva a rivendere su internet vetture a prezzi di mercato. A capo della banda un vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, un romano di 44 anni conosciuto come "Gugu".

A decapitare l’organizzazione criminale specializzata nel riciclaggio di veicoli gli agenti della Polizia Stradale che alle prime luci dell'alba hanno dato esecuzione a 6 misure cautelari disposte dal GIP di Roma e di 12 perquisizioni a carico di altrettanti indagati, l’operazione della Polizia Stradale - Sottosezione polstrada di Albano - denominata “Bad Surprise”, coordinata dal pool “Reati gravi contro il patrimonio e lotta agli stupefacenti” della Procura della Repubblica di Roma.

Operazione Bad Surprice

L'indagine, estremamente articolata, ha riguardato complessivamente 12 indagati e il bilancio di oltre sei mesi di lavoro ha consentito  l’applicazione di  misure cautelari personali (custodia cautelare in carcere e arresti domiciliari).

Le misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della Procura capitolina, sono state disposte per il reato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di veicoli, furto, ricettazione, truffa e trasferimento fraudolento di beni, risultata attiva nella Capitale e in altre province del Lazio

Tutto trae origine da accertamenti effettuati su un’auto di media cilindrata acquistata su un noto sito di compravendita di auto “usate, da un ignaro acquirente. L’ispezione accurata del veicolo ed il controllo della carta di circolazione hanno consentito alla Polstrada di svelare il modus operandi del gruppo organizzato, che si rivelerà essere uno schema eseguito in molti altri casi: l’autovettura, in realtà provento di furto, era stata dotata di targhe e carta di circolazione riconducibili ad un veicolo dello stesso modello non più marciante (relitto incidentato), acquistato dal capo dell’associazione a prezzi irrisori. 

VIDEO | Operazione Bad Surprice: le immagini dell'officina della banda 

Tale veicolo era stato intestato a L.M.D. di 33 anni - deceduto per cause naturali nel corso delle indagini – e successivamente rivenduto ad un ignaro acquirente. Ulteriori accertamenti hanno evidenziato come L.M.D. fosse stato proprietario, per breve tempo, di numerosi autoveicoli, poi velocemente rivenduti.

I controlli, estesi alle altre autovetture vendute da L.M.D., hanno confermato che anche altri 8 veicoli erano stati riciclati con similari modalità fraudolente, in danno di altrettanti ignari acquirenti, indotti in errore circa l’effettiva provenienza del bene e così ritrovandosi a perdere sia i soldi versati per l’acquisto, che l’auto oggetto di riciclaggio. In altre parole, una brutta sorpresa.

L’attuazione dello schema descritto è stata resa possibile grazie all’operatività di una vera e propria organizzazione criminale dedita al traffico illecito dei veicoli rubati.

A capo dell’organizzazione H.M. romano di anni 44, detto “Gugu” aveva il compito di trovare i relitti dei veicoli incidentati e ordinare agli altri soggetti come procedere al riciclaggio delle auto rubate.  Il compito di rubare i veicoli era, invece, del fratello del capo H. G. romano di anni 34  detto “Yuri”, insieme a S. T. romeno di anni 31 detto “ Tommy”,  S.F. romano di anni 46 detto “Ciccio” e S.G. romano di anni 46, detto “Vecchio” e il compito di occultare e trasportare i veicoli rubati era di P.A. romano di 40 anni.

Nel corso delle investigazioni, altre sei persone sono state indagate per aver partecipato, a vario titolo, alle illecite attività e sono circa 30,  i veicoli sequestrati e restituiti ai legittimi proprietari, alcuni dei quali già fatti a pezzi per essere rivenduti come  ricambi.    

I due fratelli a capo dell’organizzazione sono stati associati al carcere di Regina Coeli, mentre gli altri 4 componenti della banda sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

Nel corso dell’attività odierna sono stati rinvenuti altri veicoli di illecita provenienza oltre a strumenti idonei per il riciclaggio dei veicoli.
 

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