Biglietti Atac in aumento: sugli autobus la rabbia e le polemiche dei cittadini
L'aumento dei biglietti Atac fa discutere: c'è chi s'indigna, chi fa paragoni col resto d'Italia, chi con l'estero, ma c'è anche chi guarda il lato positivo
Non più 1 euro, ma 1, 50. Non più 30 euro, ma 35. Non più 230, ma 280 euro. Non sono numeri a caso, ma gli aumenti dell'Atac, rispettivamente per il biglietto singolo, l'abbonamento mensile e l'abbonamento annuale.
Aumenti che hanno creato numerose polemiche, sia tra quanti prendono i mezzi regolarmente, sia tra quelli che sono i cosiddetti “utenti occasionali”.
“E' una vergogna – tuona una signora ad una delle tante fermate di Piazzale Flaminio - Non solo gli autobus si fanno aspettare per intere mezz'ore, ma in più ci chiedono pure di sborsare più soldi”. Le fa eco Antonio, impiegato, utente abituale dei mezzi pubblici: “Il servizio è sempre più scadente, gli autobus sempre più affollati, le attese alle fermate poi con questo caldo diventano insopportabili...e ci fanno pure gli aumenti”.
Diverso il discorso di Emanuele, studente universitario: “Se il servizio fosse all'altezza, come all'estero, allora io questi soldi li spenderei anche volentieri. Invece no: ci vengono chiesti troppi soldi per un servizio che non rispecchia i minimi livelli di qualità”.
Anche qualche addetto dell'Atac si lascia coinvolgere nella discussione e i commenti sono univoci: “Gli aumenti paiono confermati, anche se...guardi...non mi faccia parlare! Basterebbe che tutti comprassero i biglietti, e invece non è così: la maggior parte viaggia a scrocco e poi si fanno gli aumenti che vanno a colpire quei pochi che i biglietti li timbrano. Ci vorrebbero solo più controlli.”
La signora Maria Antonietta, abitante di via Flaminia, invece, cerca di guardare il lato positivo: “Guardi, è vero che il biglietto aumenta, però almeno durerà 100 minuti, non più 75: per me è un bel vantaggio, sa. Prima per andare al centro a fare le commissioni, dovevo farne almeno due di biglietti, invece adesso me ne basterà uno. Certo, se vado alla posta, sicuro anche 100 minuti non mi bastano, ma almeno è qualcosa”.
Meno conciliante invece Pasquale, insegnante in pensione: “E'uno schifo, una vergogna, questo non è un paese civile: ma come?! Aspettiamo ore alle fermate, non tutti i mezzi hanno l'aria condizionata, non si trova mai posto, sono sempre affollati e ci chiedono pure di pagare di più! Assurdo!!”
C'è chi non crede al possibile aumento, chi non ne sa niente e lo scopre proprio ascoltando i vari commenti d'indignazione, chi fa spallucce e dice “tanto sarà sempre peggio, tra un po' ci faranno pagare pure l'aria!”
Martina, barista, commenta così: “Allora, c'è da dire questo però: a Milano e a Napoli i biglietti costano di più e anche al nord. Noi a Roma eravamo abituati bene, un aumento ci sta tutto. Certo, 50 centesimi è una bella botta...potevano fare 10, 20, ma 50....è troppo, troppo!”
Gli avventori del bar sono tutti d'accordo con Martina: un aumento del 50% non è roba da poco, ma anche chi si serve dei vari abbonamenti subirà notevoli aumenti, soprattutto gli abbonati annuali che dovranno spendere 50 euro in più.
E' la signora Patrizia a chiudere l'accesa discussione: "Sa qual'è il punto?Che qui a Roma i biglietti li timbrano veramente in pochi, allora poi è normale che ci sono gli aumenti. Se tutti comprassero i biglietti, il problema non ci sarebbe proprio: tutti comprano e la spesa viene divisa. E invece sa che succede? Che siccome i biglietti non li compra nessuno, allora non ci sono i soldi, e quindi fanno gli aumenti. E chi subisce gli aumenti? I pochi che comprano il biglietto. Ma le pare giusto?!"
Salvatore, conducente, si ferma ed apre le porte: molti scendono ed altrettanti salgono. Pochi timbrano: vidimano il biglietto, non solo per loro, ma anche per tutti quelli che non ce l'hanno, quelli che viaggiano gratis. Alla faccia degli aumenti.