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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

"È accusato di pedopornografia e traffico sessuale": boom di mail truffa con finti atti giudiziari

Aumentano i tentativi di raggiro sfruttando mail che annunciano l'apertura di fantomatici procedimenti per reati sessuali

Un documento su cui campeggiano i loghi di Polizia di Stato, Ministero della Difesa, Interpol ed Europol intitolato “Garanzia di procedura legale”, inviato dalla “Direzione centrale della polizia - Brigata di protezione minori” e in cui si avvisa chi lo riceve che a suo carico vi sono “diversi procedimenti penali in corso per pornografia infantile, pedofilia, cyberpornografia ed esibizionismo”.

La nuova frontiera delle truffe e del phishing passa da qui, dall’invio di finti atti giudiziari e minacce di ripercussioni legali con cui tentare di far breccia nelle persone più fragili e impressionabili, soprattutto quelle più anziane, che nel vedersi recapitare atti in cui vengono accusate di alcuni tra ii reati più turpi reagiscono obbedendo alle richieste. E cioè inviando dati sensibili, come documenti e numeri di conto corrente, oppure cliccando su link che altro non sono se non trojan, virus che consentono a chi l’ha inviati di intrufolarsi nel computer di chi li riceve.

Come funziona la truffa dell'atto giudiziario

In una sola settimana a Roma l’avvocato Guido Pascucci ha denunciato una decina di episodi di questo genere alla polizia postale: “Mi hanno segnalato almeno 5-6 presunti procedimenti per pedopornografia, da fonti differenti - spiega Pascucci - due o tre sono evidentemente falsi grossolani, ci sono errori grammaticali e di sintassi che fanno pensare a una mano straniera che abbia forse tradotto il contenuto con un traduttore online, in modo automatico. Le altre invece hanno meno errori, ma comunque contengono elementi molto grossolani: hanno indicato corpi di polizia inesistenti e articoli del codice penale o reati inesistenti, ppure viene indicato come mittente il prefetto che si congeda con ‘con affetto’ o ‘cordiali saluti’. Inverosimile, eppure in alcuni casi il tentativo sortisce l’effetto sperato”.

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In due casi, in particolare, le persone che hanno ricevuto queste comunicazioni hanno reagito d’impulso inviando quanto richiesto: “Due signore anziane - conferma l’avvocato Pascucci - terrorizzaste dagli stemmi, che gli sono apparsi veri, e dalla gravità delle accuse hanno accettato di inviare la dociuentazione richiesta e ci sono stati poi tentativi di accedere ai loro conti correnti o di clonare le loro carte. In altri casi invece chi ha ricevuto il documento, nel panico, ha cliccato sul link e si è ritrovato il computer bloccato da un virus. Ha dovuto portare il computer da un tecnico per resettarlo, spendendo anche altri soldi”.

Pascucci riferisce che nell’ultima settimana gli sono state inoltrate una decina di comunicazioni di questo genere provenienti da fonti differenti, e dove i presunti reati contestati sono sempre gli stessi: pornografia, pedofilia, offesa alla decina, traffico sessuale. Accuse pesantissime, che, a prescindere da chi le riceve, suscitano una immediata reazione soprattutto tra chi ha poca dimestichezza con la tecnologia e teme dii avere fatto qualcosa inconsapevolmente, accedendo magari a un sito all’apparenza innocuo.

Come riconoscere finti atti giudiziari e cosa fare

Accuse rese ancora più minacciose dalle numerose forze di polizia citate e dal tono all’apparenza formale, e da un passaggio in cui si chiarisce che “se non si risponde entro 72 ore alla mail” il fascicolo verrà “trasmesso al pubblico ministero” e anche "alle associazioni per la lotta alla pedofilia e ai media per la pubblicazione in modo che la famiglia sappia cosa stai facendo” e “sarai registrato come molestare sessuale in tutta Europa e nel registro nazionale dei reati sessuali”.

Poco importa che vi siano errori di grammatica, che il tono sia eccessivamente colloquiale e soprattutto che chi riceve il documento non abbia fatto nulla di anche lontanamente associabile ai reati indicati: nel ricevere quello che appare come un atto giudiziario la reazione è istintiva, e molti inviano tutto quanto richiesto per dimostrare di non avere nulla a che fare con accuse del genere.

Eppure poprio gli errori grammaticali e il dare del tu sono campanelli d'allarme, che possono aiutare a calmarsi e a procedere con le dovute verifiche: la prima cosa da fare è evitare di aprire qualsiasi link contenuto nella mail, evitando di cancellarla e avvisando subito il 112 che trasmetterà la segnalazione alla polizia postale. L'autorità giudiziaria d'altronde non invia documenti e convocazioni sugli indirizzi mail (a meno che non siano indirizzi di posta certificata, che filtrano tentativi di truffa), come hanno spiegato proprio i carabinieri nel corso dei diversi incontri organizzati con le persone anziane per sensibilizzarle sul tema delle truffe e metterli in guardia. 

“Io dal canto mio ho segnalato tutti i casi di mia conoscenza alla polizia postale, e sollecito tutti a fare lo stesso - conclude Pascucci - La segnalazione è fondamentale per aiutare gli investigatori a bloccare, quantomeno, i vari profili, e anche per aiutare le persone a non cadere nella stessa trappola”.

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