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Cronaca

"Non venire al centro commerciale": psicosi attentato per una bufala lanciata via whatsapp

Il messaggio vocale divenuto virale nel volgere di poche ore è stato divulgato da una fantomatica lavoratrice della struttura. La Questura indaga

Era già successo nel novembre del 2015, poche ore dopo gli attentati di Parigi e la tragedia del Bataclan. Un file audio inviato da una madre alla figlia era arrivato sino alle orecchie dell'allora Premier Matteo Renzi, con il Presidente del Consiglio dei Ministri costretto a smentire la bufala secondo la quale "La mamma di Anastasia che lavora al ministero degli Interni mi ha detto che la situazione è più grave di quello che sembra", con la donna che raccomandava la figlia: "Questi vogliono colpire i giovani. Mi raccomando Bea non frequentare questi posti. La mamma di Anastasia sta chiamando tutti. Diffondete perché bisogna restare in casa". 

Una psicosi da terrorismo che si è innalzata nuovamente in questo mese di dicembre, poche ore dopo l'attentato che ha seminato morte e paura in un mercatino natalizio di Berlino, dove un tir si è lanciato sulla folla uccidendo 12 persone. E sulla psicosi, si sa, proliferano gli sciacalli. 

Così, se da un lato il Viminale ha diramato nella giornata di martedì una direttiva indirizzata a Prefetture e Questure di tutta Italia per "rafforzare i controlli nelle aree di maggiore afflusso di persone in occasione di eventi o cerimonie in programma sotto le feste di Natale", dall'altro ancora una volta i propalatori di bufale si sono materializzati sotto forma di un file audio. 

Il messaggio vocale, della durata di 1 minuto e 17 secondi, propone una fantomatica commessa della galleria commerciale che  comunica quanto accaduto ad una sua collega durante il weekend appena passato, con il messaggio divenuto virale poche ore dopo l'attentato di Berlino: "Allora Michi - si sente nel messaggio audio -  faccio un audio velocissimo su quanto accaduto ad una cliente qui al negozio questo fine settimana: al centro commerciale".  "Passeggiando un uomo gli è andato addosso (...) e nel tamponamento, diciamo così, gli sono cadute le borse, le buste e ste cose così che aveva. Chiedendogli scusa ed aiutandola a raccogliere le cose da per terra, mortificato, ad un certo gli faceva: "Mi dispiace, come posso sdebitarmi"  (...) e lei "guarda non è successo niente non ti devi sdebitare di nulla". Uno raccoglie e finisce la storia no".

Un file audio che prosegue, con l'uomo "di nazionalità araba" che conclude:"vabbè, facciamo che per sdebitarmi ti consiglio, ti dico di non venire il 22 qui nei pressi" Segue il nome del centro commerciale, che non facciamo per non alimentare ulteriormente l'allarme. "Quindi  - finisce il messaggio su WhatsApp - ragazze io non so se credere a tutto ciò, tanto sta che questa cliente lo ha detto a noi ed io lo sto girando a tutte le persone care, ovviamente".

Di cellulare in cellulare il messaggio è finito alle orecchie della Questura che, secondo quanto appreso da RomaToday, sta attenzionando il caso, cercando di risalire a chi ha messo in giro per primo l'audio. Per gli autori della bufala il rischio è quello di una denuncia per procurato allarme. 

Una bufala simile si è diffusa anche a Napoli nella giornata di ieri. Talmente virale da spingere il centro commerciale partenopeo in questione a scrivere: "Invitiamo le testate on line, i blog ed i social che hanno pubblicato la bufala ad operare con immediatezza le smentite del caso con la stessa evidenza, in quanto si tratta di procurato allarme".

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