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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Cesareo

Viveva in Brasile ma incassava l'assegno sociale dell'Inps: denunciato 90enne

A scoprire il raggiro di un uomo i finanzieri del Comando provinciale di Roma. La residenza in Italia ottenuta nel 2005 a San Cesareo

Viveva in Brasile dagli anni '50. Nel 2005 l'idea, richiedere la residenza nel Comune di San Cesareo al fine di percepire l'assegno sociale dell'Inps. Soldi incassati per 13 anni. A scoprire il raggiro di un uomo di 90 anni i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma. L'anziano è stato per questo denunciato all’Autorità Giudiziaria di Tivoli per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Dalla Calabria al Brasile 

Originario della provincia di Cosenza e trasferitosi in Brasile negli anni ’50, aveva chiesto e ottenuto nel 2005 la residenza anagrafica a San Cesareo (Comune della provincia di Roma), presso alcuni parenti proprio al fine di beneficare dell’assegno sociale, emolumento di carattere assistenziale che spetta, tra gli altri, ai cittadini italiani che abbiano compiuto 65 anni, siano residenti ed effettivamente dimoranti in Italia, nonché in condizioni economiche disagiate.

Assegni per oltre 90mila euro 

Dalle indagini svolte dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Frascati, anche con l’interessamento delle varie compagnie aeree, è invece emerso che l’uomo quasi novantenne, faceva ritorno in Italia solo per brevi periodi ed esclusivamente per incassare i ratei dell’assegno sociale, ammontanti complessivamente ad oltre 90 mila euro.

Indebita percezione di erogazioni 

La persona è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria di Tivoli per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e segnalata all’I.N.P.S. per la sospensione dell’erogazione dell’assegno sociale. Gli elementi raccolti dai militari hanno consentito alla Procura della Repubblica di Tivoli di richiedere al competente Giudice delle Indagini Preliminari il sequestro preventivo delle somme presenti sui conti correnti e di alcuni immobili ubicati in Calabria fino a concorrenza dell’importo degli emolumenti indebitamente percepiti, provvedimento eseguito in questi giorni dai militari.
 

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