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Cronaca

Scarcerato per errore diventa latitante: arrestato esponente del clan Cordaro di Tor Bella Monaca

In manette è finito Valentino Iuliano. Domenica sera una conversazione telefonica tra i partenti del 29enne ha fatto scattare l'operazione e l'arresto in provincia di Roma

Era stato scarcerato per errore e, dopo tre mesi di latitanza, è stato arrestato. Protagonista della vicenda Valentino Iuliano, 29 anni, membro del clan Cordardo attivo e forte sul territorio di Tor Bella Monaca. Il gruppo fu sgominato nel luglio 2016 grazie all'operazione R9 che portò all'arresto di 37 persone per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, violazione della normativa sulle armi, riciclaggio, ricettazione, truffa ai danni dello stato, falso, omicidio e tentato omicidio.

Valentino Iuliano scarcerato per errore

A fine maggio dell'anno in corso, Valentino Iuliano, ristretto in custodia cautelare proprio per i provvedimenti custodiali suddetti, si era reso latitante a seguito di una "errata dimissione" dal carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, avvenuta dopo la sua assoluzione in un altro procedimento penale per il quale era stata disposta dal giudice l'immediata liberazione. Un "errore" come spiegano fonti della Questura.

Appresa la notizia della sua scarcerazione era stato poco tempo dopo dichiarato lo stato di latitanza dalla IV Sezione Penale del Tribunale Ordinario di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura capitolina, che ha coordinato le indagini sulla cattura del soggetto.

Pertanto, la Squadra Mobile ed il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria hanno iniziato una serrata ricerca all'uomo, effettuata con attività tecniche ad ampio raggio, che hanno puntato sull'attento monitoraggio degli spostamenti e dei contatti dei familiari e delle persone più vicine a Iuliano. 

Dove si nascondeva Valentino Iuliano

Sin dall'inizio, ricostruendo il percorso del latitante dopo l'uscita dalla casa di reclusione si è riusciti a comprendere che Valentino Iuliano era stato prelevato dai dintorni dell'istituto friulano e portato a bordo di un'auto a Roma, dal quale poi non è mai uscito fuori.

Le sue tracce lo hanno sempre dato nel territorio di Monterotondo, Mentana e dintorni, ed i movimenti di familiari e complici confermavano questa pista investigativa. Gradualmente si è circoscritto il cerchio delle zone in cui si nascondeva il pregiudicato, dedicando molta attenzione ai contatti ed ai dialoghi dei soggetti intercettati, i quali hanno fornito una rilevante rete di protezione, privilegiando una particolare concentrazione soprattutto nei giorni festivi.

Domenica sera, hanno creato un allert gli spostamenti della madre e della sorella del latitante, preceduti da una conversazione telefonica tra loro che faceva riferimento in maniera criptica ad un incontro inusuale con altre persone "per prendersi un gelato insieme". 

Immediatamente, quindi, è scattata l'operazione con un servizio di pedinamento che dava esito positivo: infatti, verso le 21.30 circa, i familiari si sono recati in auto a Monterotondo dove, dopo un'attesa di circa 30 minuti, si sono incontrati col ricercato, proveniente a bordo di un altro mezzo, poi risultato noleggiato. Qui è scattato il blitz e l'arresto. 

Clima di omertà attorno a Iuliano

Valentino Iuliano si trova ora ristretto presso il carcere di Regina Coeli in Roma, a disposizione della compente Autorità Giudiziaria. Le serrate indagini del Nucleo Investigativo Centrale e della Squadra Mobile hanno riscontrato un ormai consolidato clima di omertà e collaborazione tra criminali evidenziato nelle ultime attività investigative a Tor Bella Monaca e definitivamente certificato dalle ultime condanne nei procedimenti dove era imputato anche lo stesso 29enne.

Chi è Valentino Iuliano del clan Cordaro

Valentino Iuliano, è un personaggio criminale di primaria importanza nel contesto di Tor Bella Monaca: attualmente è imputato nell'ambito di un procedimento penale presso la IV Sezione Penale del Tribunale di Roma, quale promotore di un agguerrito sodalizio criminale composto da decine di sodali, gran parte dei quali è stata condannata, con rito abbreviato a pesantissime condanne: oggetto delle contestazioni, oltre al traffico di droga, vi era la continua disponibilità di armi, anche da guerra, peraltro oggetto di sequestro.

Alcuni dei membri dell'associazione sono stati altresì condannati nel corso di un parallelo dibattimento presso la Corte D'Appello, con l'aggravante del metodo mafioso che ha caratterizzato numerosi atti emersi nel corso delle indagini.

La pericolosità sociale e la continua disponibilità di armi da fuoco da parte di Iuliano è peraltro certificata da diversi dati oggettivi: oltre alle armi sequestrate in due diverse occasioni al sodalizio criminale da lui capeggiato (2 fucili AK 47, numerose pistole, un fucile a pompa e munizioni all'interno di un appartamento 'bunker' del sodalizio sito a Tor Bella Monaca) per ben due volte era stato tratto in arresto dalla Polizia con armi al seguito.

Il primo episodio è del 2013, quando venne arrestato in possesso di una pistola calibro 38; Il secondo nel 2016, arrestato, proprio da personale della Squadra Mobile, poiché trovato in possesso di un'arma da sparo, una pistola semiautomatica, con relativo caricatore e munizionamento, pronta all'uso con il colpo in canna.

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