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Cronaca

Favorivano i boss con perizie false e sconti di pena: 8 arresti

Noti medici e avvocati della capitale finiti in manette con l'accusa di corruzione e utilizzo di metodi mafiosi

Da una parte i certificati falsi dei medici, dall'altra la riduzione di pena per gli assistiti. Un vero e proprio sistema di corruzione a favore di noti boss della malavita. Questa l'accusa per otto professionisti romani arrestati dagli agenti della squadra mobile della Polizia di Stato perché ritenuti responsabili di corruzione e false perizie con l'aggravante dell'utilizzo di metodi mafiosi. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip presso il tribunale di Roma, a seguito di un'operazione anticorruzione della polizia.

Tra i personaggi finiti in manette Marco Cavaliere, classe '58, noto avvocato penalista della capitale, il quale, stando all'accusa, avrebbe creato un sistema di corruzione che consentiva ad alcuni particolari suoi clienti di vedere aprirsi le porte del carcere ed ottenere il ricovero in strutture ospedaliere. Il sistema messo in piedi dal professionista sarebbe durato molto tempo e avrebbe visto uscire dalle prigioni noti esponenti della criminalità organizzata campana e romana.

Questo il quadro emerso dalle indagini: l’avvocato avrebbe scelto i clienti maggiormente facoltosi che potessero garantire il pagamento di somme di denaro senza particolari problemi. Poi avrebbe contattato i periti nominati dal Tribunale per suggerirgli la redazione di perizie che certificassero patologie tali da consentire il ricovero dell’indagato presso la clinica Sant’Alessandro. A questo punto sarebbe stato coinvolto Massimo Romeo per avviare tutte le pratiche per il ricovero. E per gli inquirenti non sarebbe finita qui.

All’indagato doveva essere garantito anche uno sconto di pena e l’unica soluzione era dimostrare che aveva problemi psichici. Ecco la soluzione, coinvolgere un medico in servizio presso il CIM di una struttura sanitaria pubblica che certificasse la necessità di un ciclo di incontri con il paziente.

Il calendario delle visite poi pare fosse deciso dallo stesso paziente. Queste duravano al massimo due minuti nei quali il professionista doveva esaminare il paziente, redigere un certificato attestare che si era presentato quel giorno e riscuotere una somma di denaro per l'incarico ricevuto.

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