rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta filobus, arresto Mancini: "Spiccata tendenza a delinquere"

I giudici del Tribunale del Riesame forniscono le motivazioni dell'arresto dell'ex ad di Eur Spa. Era "evidentemente conscio dei propri poteri 'persuasivi'"

Riccardo Mancini, ex Ad dell'Ente Eur, è recluso a Regina Coeli dallo scorso marzo. Coinvolto nell'inchiesta della Procura di Roma su una presunta tangente di 600 mila euro, legata alla fornitura di 45 bus a Roma Metropolitane, l'ex dirigente avrebbe adottato un modus operandi che denoterebbe una spiccata tendenza a delinquere.

Queste le parole esatte dei giudici del Tribunale del Riesame di Roma: l'atteggiamento adottato da Mancini "denota spregiudicatezza ed estrema disinvoltura nell'adozione di condotte, 'qualita'' che a loro volta presuppongono necessariamente una robusta esperienza nel settore delinquenziale specifico".

Secondo il collegio competente sulla legittimità delle misure restrittive, il quale ha rigettato la richiesta di scarcerazione del fedelissimo di Gianni Alemanno il 6 aprile scorso, Mancini "evidentemente conscio dei propri poteri 'persuasivi' - si legge nel provvedimento di otto pagine - si interfaccia anche con soggetti imprenditoriali 'di calibro', quali possono sicuramente ritenersi e appartenenti, a vario titolo, al gruppo Finmeccanica".

Questi ultimi, è detto nelle motivazioni, "lungi dal vantare e dal poter esercitare una posizione di forza nei suoi confronti, si attivano per corrispondergli quanto preteso, facendo ricorso ad un articolato sistema di creazione di provviste, realizzate tramite l'apporto di società estere e debitamente transitate su conti esteri".

E' dunque chiaramente Mancini - scrivono i giudici del Riesame, riferendosi alla funzione di rilievo, ma non di pubblico ufficiale, attribuitagli dal sindaco nel settore trasporti - ad esercitare una posizione dominante, sebbene egli non rivesta un ruolo pubblicistico nell'accezione rammentata. Proprio la 'fluidita'' del suo ruolo e la ramificazione dei suoi contatti all'interno e al di fuori della pubblica amministrazione, gli consentono di muoversi ancor più agilmente nei gangli del settore dei pubblici appalti e rendono la sua pericolosità ancor più spiccata".

Per il Tribunale del Riesame tali considerazioni impediscono "l'adozione di misure di minore afflittività, quali quelli degli arresti domiciliari, non in grado allo stato di assicurare l'interruzione di contatti con esponenti di quel mondo cui lo stesso Mancini è risultato intraneo, grazie anche alla diffusione dei moderni strumenti telematici". Mancini è detenuto a Regina Coeli dallo scorso mese di marzo nell'ambito dell'inchiesta del pm Paolo Ielo. Tentata estorsione ed estorsione sono i reati contestati all'indagato.

I REATI CONTESTATI - Sono quattro i fatti-reato contestati all'ex ad di Eur Spa. L'accusa centrale è di aver ricevuto nel 2009 una mazzetta di 500 mila dei 600 mila euro versati da Breda Menarini per la fornitura di bus per Roma Metropolitane. I restanti 100 erano destinati a Marco Iannilli. Questo episodio, qualificato dal pm Paolo Ielo come tentata estorsione, non è stato condiviso dal gip che, alla luce della figura di pubblico ufficiale rivestita da Mancini, ha prospettato, invece, la concussione.

Le altre accuse fanno riferimento all'emissione di una fattura di 300 mila per un'operazione inesistente da parte della società Gklolona, riconducibile a Marco Iannilli, al fine di consentire l'evasione delle imposte dirette e indirette a Breda Menarini Bus Spa. Altro episodio contestato è l'emissione di tre fatture per operazioni inesistenti da parte della società Systematic Enterprises Llc, riconducibile all'imprenditore Edoardo D'Incà Levis. Infine un episodio finalizzato a indurre il vertice del consorzio CCC, seconda classificata nella procedura ad evidenza pubblica, a non impugnare l'atto di aggiudicazione dell'appalto.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inchiesta filobus, arresto Mancini: "Spiccata tendenza a delinquere"

RomaToday è in caricamento