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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Finisce la fuga di Johnny Lo Zingaro, scovato dalla polizia in Sardegna

Giuseppe Mastini aveva fatto perdere le proprie tracce dopo non essere rientrato in carcere a Sassari da un permesso premio lo scorso 6 di settembre

E' stato rintracciato e arrestato in Sardegna dai poliziotti dello Sco, della Squadra Mobile di Sassari e dalla Polizia Penitenziaria Giuseppe Mastini noto come Johnny Lo Zingaro evaso dal carcere di Sassari lo scorso 6 di settembre. Il fuggitivo è stato rintracciato in un casale in una zona rurale della provincia di Sassari.

Una nuova evasione per il 60enne che non era rientrato nel carcere di Bancali a Sassari dopo aver usufruito di un permesso premio. Lo Zingaro aveva già tentato la fuga il 30 giugno del 2017 dal carcere di Fasano, in provincia di Cuneo. Anche in quella occasione era uscito, godendo del regime di semilibertà, e non aveva fatto rientro. 

Giuseppe Mastini, alias Johnny Lo Zingaro, è recidivo in quanto a fughe. Nel giugno del 2017 approfittò del lavoro esterno per non ripresentarsi alla scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte, nel Savonese, dove era stato assegnato dal tribunale di sorveglianza. Condannato all'ergastolo, Mastini dal 1989 scontava la pena nel penitenziario di Fossano ed è da qui che tre anni si muoveva per arrivare a Cairo Montenotte dove svolgeva alcuni lavori di manutenzione.

Un personaggio, Johnny lo Zingaro, che tra gli anni '70 e '80 tenne in scacco Roma. Analfabeta, figlio di giostrai lombardi di etnia sinti, lo Zingaro è uno dei personaggi di spicco della criminalità comune romana. La sua "carriera" criminale iniziò ad 11 anni quando divenne noto alle forze dell'ordine perchè coinvolto in un furto e in una sparatoria con la Polizia. Il primo delitto che gli fu contestato è l'omicidio di Vittorio Bigi, autista di tram. Era il 1975. 

Due, prima di questa, le clamorose evasioni di Johnny lo Zingaro: prima quella dal carcere di Casal del Marmo, poi la più complessa dal penitenziario sull'isola di Pianosa. Nell' estate del 1983 fu arrestato di nuovo, dopo una sparatoria con la polizia. Quattro anni più tardi per lui arrivò una licenza premio per buona condotta. Ma fu proprio durante questa licenza, nel febbraio 1987, che Mastini fu protagonista di sanguinose scorribande.

Johnny lo Zingaro, in una giornata che si concluse con la sua cattura e quella della compagna, Zaira Pochetti, impegnò le forze di polizia in una vera e propria caccia all'uomo: Mastini rubò diverse auto, rapinò benzinai, sequestrò una ragazza, Silvia Leonardi, sparò contro una pattuglia di agenti, uccidendo la guardia Michele Giraldi, ferì un brigadiere dei carabinieri, Bruno Nolfi. Ormai circondato da agenti e carabinieri si arrese nelle campagne di Mentana.

Johnny lo zingaro è stato inoltre indicato, seppure senza comprovati riscontri, come possibile complice dell'omicidio di Pier Paolo Pasolini. Secondo alcune piste investigative Pino Pelosi, ad oggi il solo condannato per la morte del poeta, non sarebbe stata l’unica persona presente all’Idroscalo di Ostia nella notte tra l’1 e il 2 novembre del 1975. Oltre ai due fratelli Giuseppe e Franco Borsellino, l'ombra di un terzo uomo con gli inquirenti a concentrare i sospetti proprio sullo Zingaro. Mastini però ha sempre negato e smentito ogni accusa, ammettendo solo di aver conosciuto Pelosi durante la detenzione nel carcere minorile di Casal del Marmo. Tale inchiesta è stata archiviata dalla Procura di Roma nel 2015. 

Johnny lo Zingaro, al quale sono dedicati anche libri, film e canzoni, è stato condannato all'ergastolo nel 1989. 

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