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Cronaca

Call center: crack da 13 milioni di euro, arrestato amministratore

L'amministratore avrebbe cagionato il dissesto della società di call center con operazioni di distrazione dal bilancio approvato per più di sette milioni di euro

Crack da 13 milioni di euro: questa la cifra seguite al fallimento della società  di call center dichiarato dal Tribunale di Roma a febbraio del 2011 e per cui è stato arrestato a Torino l'amministratore della stessa, Salvatore Camalleri, con l'accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale.

Le indagini partirono dopo che il tribunale dichiarò il fallimento e sono seguite dal Procuratore Aggiunto di Roma e Sostituto Procuratore e curate dal Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale.

L'inchiesta ha evidenziato come l'imprenditore avrebbe causato il dissesto della società, operante nella gestione di call center, distraendo dal bilancio della società oltre sette milioni di euro. L'analisi del bilancio e le indagini sui movimenti finanziari hanno permesso di ricostruire con esattezza tutte le operazioni societarie eseguite prima della dichiarazione di fallimento: acquisizione in affitto di un ramo di azienda di altra società senza riceverne alcun beneficio economico, periodici e consistenti prelievi dalla cassa per versamenti a favore di una società in liquidazione, apparentemente ingiustificati, considerando anche la condizione di insolvenza in cui versava l'azienda.

L'uomo, già coinvolto in passato anche nel crack di un altro gruppo (attivo sempre nel settore delle telecomunicazioni), di origine siciliana ma residente in Torino, è stato associato al carcere ex "Le Vallette" e dovrà ora rispondere di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, per aver occultato le scritture contabili obbligatorie della società, nel tentativo di impedirne la ricostruzione del patrimonio e del giro d'affari.

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