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Cronaca Ostia

Arresti Spada, "I napoletani vogliono prendersi tutto": i tentacoli criminali su Ostia

I 32 arresti e le intercettazioni telefonico-ambientali disegnano uno scerario fatto di convivenza complicate ed attentati non andati a buon fine per puro caso

La convivenza complicata con i 'napoletani', almeno due attentati non andati a buon fine per puro caso e poi i 32 arresti dopo l'operazione Eclissi. Il potere criminale degli Spada ad Ostia vacilla. Lo raccontano intercettazioni telefonico-ambientali che hanno permesso di delineare un quadro allarmante. Pomo della discordia tra gli Spada ed i 'napoletani', rappresentati da Marco Esposito detto 'Barboncino', è un chiosco sul lungomare Paolo Toscanelli. 

Quel chiosco, ora Bahia, già noto ad Ostia Ponente. Nel corso degli anni più volte ha cambiato nome e gestione e si trova sul tratto dell'arenile dove sono situati anche gli altri chioschi bar e le spiagge libere attrezzate che le investigazioni condotte all'epoca dell'operazione Anco Marzio avevano fatto emergere essere in orbita ad esponenti della Banda della Magliana. Nella notte del 14 luglio 2015 ci fu un attentato incendiario e da lì, i gestori (tre ma in disaccordo tra loro) si affidarono agli Spada per essere protetti. 

"Uno che si è aggiudicato un chiosco di fronte piazza Gasparri ha assunto personale di piazza Gasparri e non lo tocca più", si legge nell'ordinanza scorrendo le parole del gestore del chiosco che, all'epoca dei fatti, si chiamava The One. Il 16 febbraio 2016 il chiosco subisce un ulteriore attentato incendiario. Uno dei tre soci decide di "allearsi" con gli Spada ma poco dopo Ottavio Spada, che si sarebbe dovuto occupare della loro protezione, viene arrestato nell'operazione Sub Urbe.

Nell'apparente vacanza di tutela, gli altri due gestori del chiosco decidono così di rivolgesi ad ad un romeno ex dipendente di Hakuna Matata gestito dal pregiudicato Cleto Di Maria. L'ingresso del pregiudicato romeno, formalmente come bagnino, innescherà una serie di problematiche legate all'appartenenza di quest'ultimo alla compagine dei 'napoletani' contrapposta agli Spada. 

"Spada non minaccia, ammazza direttamente"

Il blitz ad Ostia: colpo al clan Spada

Dal tenore delle intercettazioni emerge che i  'napoletani' venuti in contatto con gli imprenditori del chiosco avrebbero tentato di sostituirsi al clan Spada nella prestazione dei servizi di protezione. I due gestori del chiosco che si rivolsero al romeno, per evitare una guerra, trovano una soluzione: la protezione del chiosco sarebbe stata divisa, metà ai 'napoletani' e metà agli Spada che misero un loro uomo come guardiano notturno. 

La soluzione precaria ha vita assai breve e precipita. I proprietari pagano 15mila euro per "liquidare" il romeno e tornare con gli Spada. Della vicenda, dopo essere uscito dal carcere per l'estorsione ad un tabaccaio, viene messo a conoscenza il boss Carmine Spada: "L'aveva detto Fascio (Fasciani ndr)". Secondo Romoletto, "da qui a pochi anni", Ostia la vogliono gestire i 'napoletani'.

Gli Spada e i sogni di conquista di Roma

A fine 2016 altri elementi che fanno vacillare il trono di Spada. Il 4 e l'8 novembre del 2016 Romoletto è vittima di due agguati a colpi di pistola. Poi c'è un terzo tentativo di omicidio: la vittima sarebbe stata Roberto Spada. Le vicende, secondo chi indaga, sono di rilievo perché registrano il momento "massimamente critico ed emergenziale". 

Nell'ottica dell'omertà di un boss, nessuno denuncia gli episodi. Ma la preoccupazione c'è, tanto che Romoletto si procura una scorta fatta da suo nipote e dal suo braccio destro, Alessandro Rossi detto Sandrone. Quando individua il mandante del suo tentato omicidio vuole vendicarsi ma i boss Fasciani lo bloccano. Il tempo passa, la tregua sembra durare. Poi la testata di Roberto Spada innesca un effetto domino. 

Pochi giorni dopo l'arresto di Roberto, ignoti gambizzano Alessio Ferreri, fratello di Fabrizio, detto Dentone, entrambi nipoti di Terenzio Fasciani, fratello del boss Don Carmine Fasciani. Passano quattro giorni e cinque colpi di pistola si conficcano contro la porta di casa di Silvano Spada. I 32 arresti dell'operazione Eclissi (qui tutti i nomi) hanno decapitato il clan Spada: ora qualcun'altro brama quel posto, per avere il "potere" su Ostia. 
 


 

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