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Cronaca

Ponte Milvio: smantellata organizzazione di trafficanti di Shaboo, 17 arresti

Si trattava della più potente organizzazione di trafficanti di Shaboo della capitale. Spaccio anche a domicilio. La base era a Ponte Milvio

La più potente organizzazione di trafficanti di Shaboo della capitale è stata sgominata. Diciassette persone sono finite in manette: quattro sono italiani e tredici di origini filippine, mentre sono state effettuate circa una ventina di perquisizioni.

Il tutto è avvenuto con un'operazione dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Trionfale partita all'alba di questa mattina. L'operazione, importantissima in termini risultati nel contrasto alla droga, è stata denominata “Il Sale di Manila”.

Lo "Shaboo", o "Ice", è una sostanza sintetica stimolante, il nome scientifico è cloridrato di metamfetamina ed è quasi 10 volte più potente della cocaina. Ha l'aspetto di piccoli cristalli trasparenti e provoca eccitazione, allucinazioni, istinti suicidi e omicidi. Dalle indagini, durate quasi un anno, emerge che la sostanza, largamente diffusa nelle Filippine, sta prendendo piede anche nel nostro Paese, non solo nelle comunità filippine ma anche tra gli italiani, e in particolare nella Capitale.  E’ quasi 10 volte più potente della cocaina. Tale sostanza, venduta al dettaglio in piccolissime dosi da 0,1 g, ha un costo di circa 500 euro al grammo. Inoltre, oltre ad essere facilmente occultabile date le sue dimensioni, è inodore, motivo per il quale risulta anche di difficile rinvenimento da parte delle unità cinofile specializzate.

Tra le centinaia di acquirenti identificati ci sono anche collaboratori domestici di famiglie facoltose e tantissimi giovani italiani. Lo spaccio avveniva anche a domicilio mediante l’utilizzo di autisti o taxi. E’ stato accertato che il denaro, ricavato dell’attività di spaccio, veniva reinvestito nelle Filippine o consumato al gioco.

L’attività investigativa ha consentito di accertare come il gruppo operasse prevalentemente nel quartiere “Ponte Milvio”, ove aveva costituito la propria “base operativa” in un appartamento al piano terra. Qui i clienti potevano citofonare, ordinare la dose e prelevarla attraverso la finestra. Nell’ambito del sodalizio, particolarmente rilevante era il ruolo ricoperto da 6 donne (che figurano tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi), le quali oltre a fornire il “supporto logistico” al gruppo custodendo lo stupefacente, erano incaricate del trasporto della droga da consegnare agli acquirenti, previ accordi telefonici con gli stessi.

Lo stupefacente, infatti, oltre ad essere spacciato presso l’appartamento di Ponte Milvio, veniva anche consegnato a domicilio mediante auto private o taxi. Le ordinazioni avvenivano telefonicamente, spesso utilizzando termini codificati, quali ad esempio “fammi il solito”, oppure facendo riferimento ad alimenti come la “pizza, le verdure o il sale da cucina”. Molto varie anche le modalità di occultamento della sostanza stupefacente per eludere i controlli delle forze dell’ordine. I cristalli di shaboo venivano nascosti in confezioni di merendine, all’interno delle prese di corrente, nel pollo allo spiedo, attaccate alle schede telefoniche o ai biglietti dell’autobus. Il denaro ricavato dalla vendita della droga veniva reinvestito nelle Filippine.
L’indagine dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Trionfale, nel corso del suo sviluppo, ha già portato all’arresto in flagranza di reato per spaccio di sostanza stupefacente di 21 soggetti.  


 

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