rotate-mobile
Cronaca Eur / Via Cristoforo Colombo

Finte bariste di giorno e lucciole schiave di notte: sfruttatori in manette

I carabinieri hanno smantellato un'organizzazione criminale dedita allo sfruttamento della prostituzione. Una ventina di ragazze dell'est picchiate, minacciate di morte e costrette sulla strada

Le trattavano come animali. E così le chiamavano al telefono, nelle conversazioni intercettate dai militari. Parlavano di "prendere un caffè", leggi 'riscuotere i soldi', e di possibile 'pioggia', leggi 'presenza delle forze dell'ordine'. Un linguaggio in codice perfettamente strutturato e un'organizzazione ben oliata hanno permesso a un gruppo di albanesi di gestire per mesi un giro di prostitute romene, fatte arrivare direttamente dal paese di origine.

I carabinieri ci stavano lavorando da più di un anno e questa mattina all'alba sono partiti i primi arresti secondo quanto disposto dall'ordinanza del Gip: dieci custodie cautelari in carcere e una ai domiciliari. Undici criminali che tenevano sotto scacco una ventina di ragazze dell'Est, reclutate tramite contatti di romeni in Albania, picchiandole e vessandole con minacce di morte ai familiari.

Sì, se non portavano 'a casa' almeno 300 euro a settimana volavano le botte e il terrore i capi facessero sul serio e riversassero la violenza sui parenti romeni bastava per tenerle soggiogate. Finchè una di loro non ha più retto e nel gennaio 2012 ha vuotato il sacco.

LA DENUNCIA - Dalla fuga da casa in Romania al tradimento dell'amica connazionale che l'ha venduta a uno zingaro per 2 mila euro, la 16enne ha raccontato tutto in caserma. Non tralasciando niente del viaggio verso Roma, al quale sia lei che le colleghe venivano convinte con la promessa di un posto di lavoro, e dell'inferno subito per più di un anno. Ogni forma, anche minima, di ribellione al 'sistema' veniva punita duramente. E di quanto guadagnato dalle prestazioni nelle sue tasche non restava granché. La struttura verticistica e ben collaudata infatti costava cara.

STRUTTURA E GUADAGNI - Per scongiurare eventuali sospetti delle forze dell'ordine le ragazze venivano regolarizzate da un cinquantenne egiziano che in cambio di denaro - 6mila euro - forniva documenti falsi e contratti d'assunzione fasulli nel suo locale, in zona Centocelle, dove molte di loro figuravano come bariste.

Per falsificare la busta paga l'egiziano chiedeva 300 euro. Altri 300 andavano settimanalmente a chi le sfruttava. Ad affiancare capi e sottocapi un'altra figura 'minore' dedita agli aspetti logistici del tutto. Un italiano, sulla sessantina, che accompagnava in strada le ragazze, le riforniva di preservativi, cibo e acqua. Anche lui chiedeva un compenso: 10 euro per la benzina e prestazioni sessuali gratis.

Considerando che all'incirca gli investigatori hanno contato sei prestazioni a serata per trenta a euro ognuna, alle ragazze non rimaneva molto. I criminali invece navigavano nell'oro con proventi che ammontavano a 800 mila euro l'anno.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Finte bariste di giorno e lucciole schiave di notte: sfruttatori in manette

RomaToday è in caricamento