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Cronaca Laurentina / Via Castel di Leva

Omicidio Femia: le cosche della 'Ndrangheta dietro l'assassinio del 67enne, tre fermi

Dopo il primo fermo di Gianni Cretarola rintracciati gli altri due componenti del Commando che freddò il 67enne in via Castel di Leva nel gennaio del 2013

Il primo fermo della Squadra Mobile ci fu lo scorso luglio quando gli investigatori arrestarono Gianni Cretarola, ritenuto uno dei killer del commando che la notte del 24 gennaio del 2013 uccise Vincenzo Femia con undici colpi di pistola ravvicinati mentre il 67enne si trovava a bordo della propria Matiz in via Castel di Leva, zona Ardeatino. Un omicidio maturato secondo gli investigatori per un 'no' alle 'Ndrine.

COMMANDO ASSASSINO - A distanza di sei mesi la squadra mobile di Roma ha eseguito nella giornata del 7 gennaio tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip presso il Tribunale di Roma nei confronti dei killer di Femia. L'operazione ha permesso anche di smantellare quella che gli inquirenti definiscono "una pericolosa cellula di 'Ndrangheta" che alcuni esponenti originari di San Luca avevano creato nel corso degli anni nella Capitale.

'NDRINE CALABRESI - Riproponendo i dettami ed i rituali tipici della mafia calabrese - sottolineano gli investigatori - gli arrestati avevano creato un gruppo operativo che, pur mantenendo un legame con la Casa Madre originaria voleva gestire gran parte del fiorente traffico di stupefacenti nella Capitale.

Torrevecchia: in un box l'arsenale del killer di Femia

CONTRASTI NEL TRAFFICO DI DROGA - Il lavoro della Polizia di Stato della Capitale ha consentito di far emergere elementi indiziari tali da poter ragionevolmente ipotizzare che l'omicidio Femia, commesso dai componenti del commando, sia stato commissionato da organizzazioni criminali appartenenti alla 'Ndrangheta calabrese e sia maturato a seguito di contrasti insorti proprio nella gestione del traffico di droga.

ARSENALE A TORREVECCHIA - Gli stessi investigatori che pochi giorni dopo il fermo di Cretarola individuarono un box auto nella zona di Torrevecchia dove il commando aveva riposto il proprio arsenale con il ritrovamento nel garage, preso in affitto dall'allora 31enne, del vero kit del professionista. Un arsenale composto da sei pistole, un fucile, numerose munizioni, un giubbotto antiproiettile, un passamontagna e uno scooter rubato. Dopo il ritrovamento seguirono gli accertamenti della Squadra mobile per comprendere se tra le armi sequestrate ci fosse anche quella che ha ucciso nel gennaio del 2013 Femia, oppure se siano state utilizzate per altri reati.

IL VIDEO DELLE ARMI RITROVATE DALLA POLIZIA

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