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Cronaca

Soldi per velocizzare pratiche edilizie: arresti domiciliari per 4 dipendenti pubblici

Tre i dipendenti del Comune di Roma arrestati, uno della ocietà in house Risorse per Roma S.p.A.. Interdetti anche 9 professionisti

Quattro persone agli arresti domiciliari e nove professionisti interdetti dall'esericizio della professione. E' il bilancio dell'operazione dei Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma che su disposizione del Tribunale di Roma, stanno eseguendo l'ordinanza nei confronti di  4 dipendenti impiegati presso il Direzione Edilizia del Comune (tre di Roma Capitale e 1 della società in house Risorse per Roma S.p.A.) Disposta anche l’interdizione dall’esercizio della professione, per un anno, nei confronti di 9 soggetti tra architetti, ingegneri e geometri. 

Di cosa sono accusati

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Roma e condotte dal Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno fatto emergere "un collaudato sistema corruttivo in base al quale, previa corresponsione di somme di denaro – variabili in ragione della tipologia di richiesta – i professionisti riuscivano ad ottenere in pochi giorni il rilascio di copia di documenti edilizi che, seguendo l’ordinaria procedura, avrebbe richiesto anche alcuni mesi".

Cosa è emerso dalle indagini

Gli accertamenti, scaturiti dalla denuncia presentata da un dirigente dell’Ente locale, hanno portato alla luce "un inquietante mercimonio di pubbliche funzioni, nel cui contesto gli “ordinativi” venivano effettuati telefonicamente ed era previsto un “tariffario” che contemplava sconti per i clienti abituali o in caso di plurime richieste". Neppure il trasferimento di uno degli odierni arrestati ad altro incarico è stato sufficiente a impedire la prosecuzione delle attività illecite. Oltre alla riduzione dei tempi di evasione delle pratiche, il sistema consentiva di risparmiare il versamento dei diritti, seppur di importo ridotto, previsti per la consegna o consultazione dei documenti.

"Un mercato parallelo, un secondo lavoro"

Come viene stigmatizzato nel testo dell’ordinanza, “si tratta di un vero e proprio “mercato parallelo”, un secondo lavoro che i dipendenti esercitano all’interno dell’ufficio, con i mezzi dell’ufficio, ed in contrasto con le regole interne ad esclusivo beneficio dei professionisti che li hanno assoldati”.

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