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Cronaca Colli Aniene / Viale Battista Bardanzellu

Scacco alla banda di Colli Aniene: spaccio, pestaggi ed intimidazioni. Undici arresti

Le indagini della polizia hanno delineato i ruoli dei sodali. I nomi degli arrestati nell'ambito della Operazione Blue Rose

Intimidazioni con l'uso delle armi, pestaggi, incendi dolosi e soprattutto spaccio di droga, "venti chili al mese", fra cocaina, hashish, marijuana, ecstasy e ketamina. Una vera e propria organizzazione criminale in grado di gestire lo spaccio nelle zone del Tiburtino III e di Colli Aniene. A decapitare la banda i poliziotti del commissariato San Basilio che hanno arrestato alle prime luci del giorno 11 persone al termine della Operazione denominata Blue Rose. 

Undici come detto le misure cautelari emesse dalla magistratura romana ed eseguite dagli agenti del Commissariato San Basilio. Contestati ai sodali il reato di associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti, il porto di arma clandestina e l’incendio doloso di un’attività commerciale. Il blitz all'alba di martedì 4 febbraio. 

L’indagine, condotta dal commissariato San Basilio, diretto da Agnese Cedrone, ha inizio nel luglio del 2015 quando personale dello stesso Ufficio di polizia interviene, nella notte del 6 luglio 2015, in via Bardanzellu, a Colli Aniene,  per la segnalazione di un incendio in un locale denominato "Trattoria". 

Il proprietario dell'attività commerciale, tale Toffoli, era già noto agli investigatori, poiché nel maggio dello stesso anno, a seguito di  perquisizione in un locale attiguo a quello incendiato, sempre riconducibile a lui, era stato rinvenuto un revolver calibro 38. Nell’occasione era stato deferito all'Autorità Giudiziaria il pregiudicato Alessio Nataletti.

Gli agenti iniziarono una prima attività d'indagine consistente in appostamenti e pedinamenti, seguiti poi da intercettazioni telefoniche ed ambientali, con un’attenzione particolare per il Nataletti, per i fratelli pregiudicati Gabriele e Daniele Briscese, ritenuti fornitori dell'arma rinvenuta, e nei confronti di Emanuele Seretti ritenuto dagli investigatori capo e promotore del sodalizio dedito allo smercio di stupefacenti.        

Durante l'attività investigativa la figura del Seretti si è delineata completamente per il suo spessore criminale: nelle intercettazioni infatti, si vantava anche di poter smerciare 20 chili di droga al mese, avvalendosi della collaborazione di Alessio Nataletti  e di altri pusher indagati, nonché di alcuni soggetti  deputati a detenere lo stupefacente, poi tratti in arresto nel corso dell'indagine (arresto di Nico Di Lorenzo, Giacomo Guglielmi e la denuncia in stato di libertà per Sara Guglielmi)

Le tipologie di stupefacente poste sotto sequestro sono di svariati tipi: cocaina, hashish, marijuana, ecstasy e ketamina.

L’attività investigativa posta in essere ha consentito di individuare gravi indizi di colpevolezza anche in ordine agli incendi della Trattoria, dell'auto di un altro soggetto e alla detenzione dell'arma rinvenuta nel locale.

Operazione Blue Rose

Secondo le investigazioni iruoli degli appartenenti al sodalizio che si sono evidenziati durante le indagini erano ben delineati: 

Manuele Seretti capo, promotore e fornitore di sostanze stupefacenti del sodalizio;

Alessio Nataletti detto "Killeretto" stretto collaboratore al pari del Seretti;

Matteo Campanella, pusher del gruppo deputato allo spaccio al dettaglio;

Lorenzo Capita, pusher del gruppo deputato allo spaccio al  dettaglio;

Francesco Lucci, detto "Lucci", pusher del gruppo deputato allo spaccio al dettaglio;

Massimo Marra, detto "Er Maretta" pusher del gruppo deputato allo spaccio al dettaglio;

Giacomo Guglielmi detto "Giacomino" addetto alla custodia degli stupefacenti (la cosiddetta "retta");

Sara Guglielmi addetta alla custodia  degli stupefacenti  (la cosiddetta "retta") ;

Nico Di Lorenzo addetto alla custodia degli stupefacenti (la cosiddetta "retta");

Gabriele Briscese fornitore dell'arma clandestina rinvenuta;

Daniele Briscese fornitore  dell'arma  clandestina rinvenuta.

"Killeretto", "Maretta", "Lucci" e "Giacomino" sono i soprannomi di alcuni componenti del pericoloso sodalizio criminale, operante nei quartieri Tiburtino 3° e Colli Aniene, smantellato stamane dagli uomini del Commissariato San Basilio con l'esecuzione di 11 misure  cautelari, di cui 8 custodie cautelari in carcere e 3 agli arresti domiciliari Dovranno rispondere dei reati di cui agli artt. 73 e 74 DPR 309/90 - Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti psicotrope, nonché  per i reati di cui agli artt. 582 e 585 c.p. (lesioni personali  aggravate), 110 c.p. e 424 c.p. (danneggiamento seguito da incendio in concorso su un furgone ), artt. 81cpv.,110 c.p. e 10,12,14 L. 497/74 e art. 4 L. 110/75 (porto di arma clandestina e munizionamento), artt. 110 e 423 C.P. (incendio in concorso).

Nel corso dell'attività di indagine l'elevata pericolosità dei sodali si è evidenziata con atti intimidatori, quali l’incendio di una trattoria di un conoscente e del veicolo di un altro soggetto.

In un altro episodio il Nataletti si vantò di aver "pestato" a sangue un altro soggetto con il calcio di una pistola. II quadro divenne ancor più allarmante quando, durante alcune intercettazioni ambientali nell'auto dei "capi" ("Killeretto" ovvero Nataletti Alessio e Seretti Emanuele), in alcune conversazioni, il gruppo manifestava la volontà di reperire armi, anche del tipo mitragliette, da utilizzare nei confronti degli investigatori, oppure di gambizzare il figlio minore di uno degli investigatori di polizia, avendo intuito di essere indagati.

L'attitudine criminale di alcuni degli indagati è stata confermata anche da cronache cittadine riportate sui media, anche nazionali, come il ferimento di Alessio Nataletti avvenuto il 25 gennaio 2011, a Giardini di Corcolle, quando un pregiudicato esplose alcuni colpi di pistola ed uccise l'amico che si trovava con lui tale Carlo Ciufo, cagionando al Nataletti delle lesioni permanenti che lo costrinsero a deambulare a vita a mezzo di stampelle.

I fratelli Briscese invece il 27 Gennaio 2019 si resero protagonisti dell'efferato tentato omicidio nei confronti degli addetti alla sicurezza del locale "QUBE", in via di Portonaccio, investendoli con un auto a seguito di  lite. 

Il gruppo di pusher al soldo del Seretti e del Nataletti incontrava gli acquirenti per lo più nei bar del quartiere Colli Aniene e Tiburtino 3° ed il punto di incontro più frequente, anche per  discutere degli illeciti  affari era il bar "Blue Rose" in via Giovanni Battista Bardanzellu da cui prende il nome l'operazione.

Gli arrestati, Alessio Nataletti,  detto "Killeretto" di 38 anni,  Manuele Seretti, di 29 anni,  Massimo Marra, detto "Maretta" di 44 anni, Francesco Lucci, detto "" o "Lucci" di 27 anni, Nico Di Lorenzo di 29 anni, Giacomo Guglielmi, detto "Giacomino" di 33 anni e Sara Guglielmi di 29 anni, tutti romani, sono stati accompagnati in carcere, mentre nei confronti di Matteo Campanella di 24 anni, Lorenzo Capita detto "Lorenzino" di 24 anni, anche questi romani, è stata notificata l’ordinanza e sono stati posti agli arresti domiciliari.  

Ai fratelli Gabriele e Daniele Briscese, di 32 e 29 anni, anche questi romani, attualmente ristretti in carcere per altri procedimenti, è stata notificata la misura degli arresti domiciliari.

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