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Sabato, 30 Settembre 2023
Cronaca

Arrestati 7 brigatisti in Francia: la talpa di Montecitorio ed uno dei capi della colonna romana delle BR

Fra i fermati anche Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli e Martina Petrella, accomunati da una lunga scia di crimini commessi a Roma

Dalla talpa di Montecitorio ad uno dei capi della colonna romana delle BR, passando per altri tre brigatisti che a Roma hanno lasciato una lunga scia di sangue. Brigatisti che "hanno commesso tutti dei crimini di sangue": in questo modo Gerald Darmanin, ministro dell'Interno francese, ha presentato l'arresto dei sette ex membri delle Brigate Rosse avvenuto a Parigi. Un'operazione che ha coinvolto la polizia italiana e l'antiterrorismo francese, in cui erano coinvolti 10 nomi ''caldi'', da Giovanni Alimonti, a Enzo Calvitti, passando per Roberta Cappelli e Marina Petrella. 

Chi sono i brigatisti arrestati

Secondo quanto comunicato dall'Eliseo, le sette persone arrestate oggi sul territorio francese sono: Giorgio Pietrostefani (di Lotta continua), Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti ex brigatisti, e Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. Gli altri tre nomi sulla lista, ancora in fuga, sono invece Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura.

Nel dossier denominato ''ombre rosse'' sono contenuti i profili degli ex Br arrestati, sulle cui teste pendono condanne elevatissime. Giovanni Alimonti appartenente alle ''Brigate Rosse'', deve scontare una pena di 11 anni, 6 mesi e 9 giorni; Enzo Calvitti, anche lui appartenente alle ''Brigate Rosse'', deve scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni; gli ergastolani Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi tutti appartenenti alle Brigate Rosse. Con loro anche Giorgio Pietrostefani, di ''Lotta Continua'', deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni; Narciso Manenti, dei Nuclei Armati Contropotere Territoriale, condannato all'ergastolo.

Giovanni Alimonti, la talpa di Montecitorio

Tra gli ex brigatisti arrestati in Francia c'è Giovanni Alimonti, condannato a 11 anni, 6 mesi e 9 giorni, Alimonti deve espiare anche la misura di sicurezza della libertà vigilata per anni 4 per banda armata, associazione con finalità di terrorismo, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso in atti pubblici ed altri reati in quanto colpito da ordine di esecuzione pena emesso 13.3.2008 dalla procura generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Roma. Tra i vari delitti per cui risulta condannato figura anche il tentato omicidio del vice Dirigente della Digos di Roma, Nicola Simone (avvenuto a Roma il 6 gennaio del 1982), nel corso del quale lo stesso terrorista è rimasto ferito, colpito da Simone, all'avambraccio destro. Alimonti, la cosiddetta talpa delle Br della Camera (faceva il centralinista a Montecitorio), è l'ex leader delle Br-Pcc, condannato a 22 anni anche nel processo Moro ter. L'ex Br risulta inserito il 27 febbraio del 2013 in SIS II, il mandato di cattura europeo con scadenza l'8 gennaio del 2022.

Uno dei capi della colonna romana delle BR 

Altro nome di spicco è quello di Enzo Calvitti. Colpito da ordine di esecuzione di pena emesso dalla Procura Generale presso la Corte d'Appello di Roma, deve espiare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni di reclusione, nonché la misura di sicurezza della libertà vigilata per 4 anni per associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi, come da sentenza del 6 marzo 1992 emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di Roma, divenuta esecutiva dal 19 settembre 1992. 

Dal 19 giugno 1998, Calvitti, uno dei capi della colonna romana delle Br, risulta inserito in Sis II, il mandato di cattura europeo con scadenza 21 dicembre 2021. Condannato a 21 anni per tentato omicidio di un funzionario di polizia, sotto di lui, insieme alla moglie Anna Mutini, nasce nel Nord Italia "Seconda posizione", il movimento emerso in seguito alla frattura all'interno delle Br avvenuta dopo l'omicidio Moro. Quando venne arrestato nella sua casa in Francia, nel 1989, insieme alla compagna Mutini, la polizia trovò un documento in cui Calvitti invitava la "terza generazione" delle Br a continuare la lotta clandestina.

L'omicidio a Roma del Generale Enrico Galvaligi 

Altro nome di peso è quello dell'ex BR Roberta Cappelli, nome di battaglia "Silvia". La donna deve scontare l'ergastolo con un anno di isolamento diurno per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato, attentato all'incolumità ed altro, in quanto colpita da ordine di esecuzione pena emesso il 24 novembre del 1993 dalla procura generale di Roma. Tra gli altri reati, risulta responsabile degli omicidi del Generale dei carabinieri Enrico Galvaligi (avvenuto a Roma il 31 dicembre del 1980), dell'Agente di polizia Michele Granato (consumato a Roma il 9 novembre del 1979), del vicequestore Sebastiano Vinci (avvenuto a Roma il 19 giugno del 1981). Cappelli risulta responsabile anche dei ferimenti del dottor Domenico Gallucci (avvenuto a Roma il 17 maggio del 1980) e del vicequestore Nicola Simone (consumato a Roma il 6 gennaio 1982). 

Dal 15 gennaio del 1998 risulta inserita in Sis II, il mandato di cattura europeo con scadenza 30 luglio 2022. L'ex brigatista (che oggi fa l'architetto), e con lei l'ex marito Enrico Villimburgo, sono stati entrambi membri di spicco della colonna romana delle Br.

L'attentato al vice questore Nicola Simone 

Ergastolo con isolamento diurno per 6 mesi per omicidio, in quanto colpita da ordine di esecuzione pena emesso il 28 novembre del 2000 dalla procura generale di Appello di Roma. E' per questo che anche l'ex Br Marina Petrella è stata arrestata oggi in Francia. In particolare Petrella, nome di battaglia "Virginia", è stata condannata per l'omicidio del Generale dei carabinieri Enrico Galvaligi (avvenuto a Roma il 31 dicembre del 1980), per il sequestro del Giudice Giovanni D'urso (sempre a Roma il 12 dicembre dello stesso anno), l'attentato al vicequestore Nicola Simone (ancora a Roma il 6 gennaio del 1982), il sequestro dell'assessore regionale campano della Dc Ciro Cirillo (avvenuto a Torre del Greco il 27 aprile del 1981) e l'uccisione dei due operatori di scorta. 

Dal 27 febbraio del 2013 risulta inserita in Sis II, il mandato di cattura europeo con scadenza l'8 gennaio del 2022. Nel 2008 l'allora presidente francese Nicolas Sarkozy fermò la sua estradizione in Italia per "ragioni umanitarie" (in quel momento era ricoverata in gravi condizioni fisiche e psichiche).

Chi sono gli altri brigatisti arrestati in Francia 

Un altro condannato all'ergastolo in Italia è Sergio Tornaghi, uno degli esponenti di spicco della colonna Walter Alasia delle Brigate rosse: è stato giudicato colpevole di banda armata concorso negli omicidi del direttore del Policlinico di Milano Luigi Marangoni e del maresciallo Di Cataldo.

Sergio Tornaghi, condannato per il delitto Briano

L'ex brigatista Sergio Tornaghi  deve scontare l'ergastolo per partecipazione a banda armata, propaganda ed apologia sovversiva, nonché pubblica istigazione, attentato per finalità di terrorismo e di eversione, detenzione e porto illegale di armi e violenza privata, in quanto colpito da ordine di carcerazione emesso il 13 agosto del 1987 dalla procura generale di Milano. Tra i reati per i quali è stato condannato c'è anche l'omicidio del Direttore Generale della "Ercole Marelli" Renato Briano (avvenuto il 12 novembre del 1980). La primula rossa Tornaghi, oggi 62enne, ex esponente della colonna milanese "Walter Alasia" delle Br, è stato condannato all'ergastolo anche per l'omicidio del maresciallo Francesco di Cataldo. Dal 25 settembre del 1996 risulta inserito in Sis II, il mandato di cattura europeo con scadenza il 5 maggio 2023.

Pietrostefani e Manenti, gli ''extra'' Br

La lista si completa con Narciso Manenti, membro dei Nuclei armati per il contropotere territoriale, condannato invece all'ergastolo per l'omicidio del carabiniere Giuseppe Gurrieri avvenuto nel marzo del '79, e Giorgio Pietrostefani, ex militante di Lotta continua, condannato a 14 anni, 2 mesi e 11 giorni di reclusione per l'omicidio del Commissario Luigi Calabresi, avvenuto a Milano il 17 maggio del 1972 (con lui furono condannati Adriano Sofri e Ovidio Bompressi). Dal 26 gennaio del 2000 Pietrostefani (che per l'omicidio Calabresi è stato condannato in via definitiva a 22 anni di carcere) risulta inserito in Sis II, il mandato di cattura europeo con scadenza il 9 settembre del 2023.
 

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