Racket degli ambulanti, capi firmati e abbonamenti allo stadio per avere favori: 18 arresti. Nei guai anche sindacalisti
Eseguito anche un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per 1 milione di euro, pari ai profitti illeciti conseguiti da alcuni indagati
Maxi blitz della Guardia di Finanza e della Polizia Locale di Roma che, nell'operazione Monsone, hanno smantellato un "sistema corruttivo ed estorsivo" nella gestione del commercio ambulante nella Capitale. A finire nei guai, su delega della Procura della Repubblica di Roma, 18 persone.
Alle prime ore del 22 settembre, infatti, militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e personale della Polizia Locale di Roma Capitale hanno dato esecuzione a un'ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di otto persone in carcere e dieci ai domiciliari: sono coinvolte a vario titolo in associazione per delinquere, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione del segreto d'ufficio, estorsione, abusiva attività finanziaria, usura e autoriciclaggio.
Contestualmente, è stato eseguito un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per 1 milione di euro, pari ai profitti illeciti conseguiti da alcuni indagati.
Nei guai sindacalisti e dipendenti comunali
L'indagine ha consentito di ricostruire un "sistema corruttivo ed estorsivo posto in essere da un sodalizio criminale di tredici persone", spiegano gli inquirenti. Secondo le indagini, a far pare del gruppo ci sarebbero stati due pubblici ufficiali (l'allora responsabile degli Uffici Disciplina e Rotazioni del Dipartimento Attività Produttive del Comune di Roma e un suo diretto collaboratore), quattro esponenti di un'associazione sindacale di categoria ed un gruppo di sette imprenditori/commercianti (tre dei quali di nazionalità bangladese, siriana e israeliana) che hanno gestito, a "scopo di illecito arricchimento", le autorizzazioni amministrative per l'esercizio di attività commerciali su aree pubbliche presenti a Roma nel settore del commercio ambulante, avvalendosi (se necessario) anche di "condotte intimidatorie, minacce e violenze per ottenere indebite somme di denaro".
Abbonamenti allo stadio e vestiti firmati per avere favori
Per ottenere favori dai pubblici ufficiali e dagli incaricati di pubblico, il gruppo offriva, secondo quanto emerso dalle indagini dell'operazione Monsone "denaro contante, ripetuti pranzi o cene, capi di abbigliamento griffati e abbonamenti annuali per assistere a partite del campionato di calcio di Serie A". Contestate anche ipotesi di usura con prestiti tra i 2 e i 5 mila euro e l'applicazione di tassi d'interesse annui superiori anche al 500%.
Soddisfatta la sindaca di Roma Virginia Raggi: "Noi andiamo avanti con il riordino delle bancarelle, in nome di legalità e sicurezza".
Grazie a Procura, GdF e Polizia Locale per aver sgominato il racket del commercio ambulante su Roma. Diciotto arresti e il sequestro di 1 milione per estorsioni, minacce, favori. Noi andiamo avanti con il riordino delle bancarelle, in nome di legalità e sicurezza. #ATestaAlta
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) September 23, 2020