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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Gli anarchici di Genova che fabbricano bombe e si nascondono a Roma

Le indagini erano state avviate nel giugno 2021 a seguito del rinvenimento da parte dell'Arma di un ordigno esplosivo

Fabbricavano bombe artigianali per commettere attentati. Da Genova a Roma, dove si erano nascosti, due anarchici vicini alle posizioni intransigenti della Fai, "Federazione Anarchica Informale", sono stati arrestati in una operazione congiunta coordinata dai carabinieri del Ros e dalla Digos. Nei confronti dei due militari, in precedenza inseriti nel circuito anarchico del capoluogo ligure, le accuse sono di "detenzione di materiale esplodente e tentata fabbricazione di ordigni esplosivi improvvisati".

Secondo quanto trapelato, i due erano in grado di costruire bombe mescolando liquidi e polvere pirica. Ordigni artigianali, capaci anche di uccidere. Gli inquirenti, che indagano ancora anche per capire chi li ha aiutati a nascondersi a Roma, dove e come, hanno avviato le indagini nel giugno 2021 a seguito del rinvenimento di un ordigno esplosivo nonché di un'ingente quantità di polvere pirica e di materiale elettrico idoneo alla fabbricazione di altri congegni esplodenti in un'area boschiva sulle alture di Genova, nella zona di forte Tenaglia.

Le successive attività hanno quindi consentito l'individuazione dei due indagati, ritenuti - insieme ad altri anarchici ancora da individuare - responsabili della detenzione e della custodia di quanto sequestrato.

Le verifiche effettuate hanno rilevato peraltro analogie con il materiale utilizzato per il danneggiamento di due tralicci compiuti a Genova in Salita alla Guardia il 13 luglio del 2021 e rivendicati con un comunicato intitolato 'L'oppressione: male endemico della nostra esistenza - breve cronistoria a firma anarchici per la distruzione dell'esistente', certamente riconducibile alla campagna contro la 'tecnoindustria', su cui stava indagando il servizio per il contrasto al terrorismo interno e la Digos di Genova. Un episodio su cui gli inquirenti lavoravano insieme all'incendio e al sabotaggio verificati in Liguria, ai danni di impianti e strutture strategiche, analogamente rivendicati sui siti d'area. 

I due, fino a pochi mesi fa inseriti nel circuito anarchico genovese, sono ritenuti vicini alle posizioni intransigenti della Federazione Anarchica Informale, gruppo che non ha mai nascosto il ricorso dell'azione violenta e rivoluzionaria. La pericolosità dei fatti contestati è stata riconosciuta dal gip del tribunale di Genova che ha ritenuto sussistente anche la finalità di "attentare alla pubblica incolumità", minacciata dalla disponibilità di materiale avente la "caratteristica della micidialità", spiegano gli inquirenti. 

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