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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Servono armi pulite per una rapina a Roma? Ci pensa l'armiere di Carminati

Ad indicare Riccardo "l'armiere" Brugia il collaboratore Roberto Grilli: "Se servivano le armi per fare qualcosa ci si rivolgeva a lui"

Armi pulite dal Mondo di Mezzo alla Terra dei morti. A fornirle a chi ne avesse avuto necessità Riccardo Brugia, ritenuto il braccio destro di Massimo Carminati. A parlare esplicitamente dell'Armiere del sistema Mafia Capitale il collaboratore Roberto Grilli. Il sistema di occultamento e reperimento delle armi viene spiegato nell'ordinanza con il quale il Tribunale di Roma esplicita le motivazioni che hanno portato agli ultimi due arresti di questa mattina e alla scoperta del rapporto diretto tra Mafia Capitale e la 'ndrangheta.

RICCARDO L'ARMIERE - In ordine all'attuale disponibilità delle armi Roberto Grilli indica il gruppo "facente capo a Carminati come punto di riferimento per l’acquisizione di armi da parte di altri gruppi ed organizzazioni criminali, spiegando di aver sempre saputo che qualunque criminale avesse avuto necessità di reperire un’arma “pulita” (cioè non utilizzata in precedenti azioni violente), si sarebbe potuto rivolgere a Riccardo Brugia, individuato come “armiere” dell’organizzazione di cui egli era parte".

ROBA PULITA - Nello specifico Roberto Grilli afferma: "Se servivano le armi per fare qualcosa ci si rivolgeva a Riccardo Brugia. (...) per andare da uno fidato che ti dà la roba pulita che non ti portavi appresso una cosa, che non ti dava una cosa che c’aveva già due-tre morti sul groppone, andavi da Riccardo Brugia". "Non sò mai andato con Riccardo Brugia a prende una pistola, ma è una mia convinzione…”.

MITRAGLIETTA A NAPOLI - Sempre in relazione alla disponibilità delle armi Roberto Grilli narra un fatto specifico nel corso delle dichiarazioni in relazione al coinvolgimento di un appartenente alle organizzazioni di estrema destra il quale aveva chiesto in prestito allo stesso collaboratore "la somma di 100 euro in quanto avrebbe dovuto recarsi a Napoli per recuperare una mitragliatrice e due pistole per conto di Riccardo Brugia, il quale non era riuscitoa reperire degli specifici modelli di armi a Roma".

ARMI FUORI DAL GIRO -Può essere avvenuto tra ottobre, ottobre 2010 e gennaio-febbraio 2011 - si legge ancora nell'ordinanza del Tribunale di Roma - ogni tanto passava ogni due settimane a farsi vivo, che ne so, a chiedermi: “mangiamo insieme, dammi 50 euro”, in una di queste occasioni mi disse: “c’ho una mossa, sto andando giù a Napoli”, da qualche famiglia perché, a suo dire, era agganciato con qualche famiglia napoletana" (...) "gli serviva una mitraglietta e un altro paio di cose che qui a Roma non c’erano e dice: “m’ha chiesto l’amico tuo… - cioè Riccardo intendeva, ha fatto una battuta – m’ha chiesto Riccardo se gli procuro una mitraglietta e due automatiche”, non so, perché voleva trovarle fuori dal giro e lui si era offerto…offerto, insomma, sapeva dove prenderle”.

AL BAR A VIGNA STELLUTI - Ulteriore riscontro della circostanza in questione si evince da alcune conversazioni intercettate, in particolare, quella captata, nel primo pomeriggio del 23 aprile 2013, quando il Carminati ed il Brugia, presso un bar di Vigna Stelluti: "conversavano in merito all’occultamento di armi, silenziatori e giubbotti antiproiettile; quest'ultimo proponeva di utilizzare come nascondiglio la proprietà di un soggetto - che indicava con gli appellativi “il dottore” e “ippopotamo” – localizzabile, sulla base delle indicazioni geografiche fornite dal Carminati nel comune di Riano".

ARMA NELLA DISPONIBILITA' DI CARMINATI - Dai dialoghi si apprendeva che Carmianti "già deteneva un’arma che più volte era stato tentato di portare con sé per minacciare delle persone: “a me quella mi inculerebbe perchè certe volte, quando mi sento aggressivo me la prenderei quella, cioè hai capito, per annà a minaccia la gente, dice anvedi questo è matto che girala cosa”. Nel proseguio della conversazione, emergeva che "entrambi detenevano delle armi acquisite illegalmente presso le rispettive abitazioni; in particolare, il Brugia riferiva di avere un’arma occultata all’interno della “stalla” e di voler approfittare dei lavori di ristrutturazione che stava effettuando per costruire una cassetta all’interno di un muro nei pressi della legnaia, in modo da occultare le armi e, contemporaneamente, averne una disponibilità immediata".

ARMI NELLA STALLA - "Farà un pezzo di muro per quello che sta davanti..e poi...di dietro il muro...di giù...famo la casetta li alla legna”. I due facevano poi il punto sull’arsenale che stavano approntando: Massimo Carmianti confermava di aver richiesto due pezzi della “Makarov 9 con silenziatore”, affinché, così predisposta, potesse ridursi al minimo il rischio di individuazione in caso di utilizzo, grazie alla silenziosità: “non senti neanche il clack” (riferibile alla manovra di armamento della pistola); e di aver già speso “esattamente 25.000 euro” per 4 “silenziatori” e 3 “MP5”.

LE MAKAROV - In particolare sempre Il 'Nero', in merito all’acquisizione delle citate Makarov, "riferiva di averne ordinati due pezzi proprio per le straordinarie caratteristiche di silenziosità; la circostanza era favorevolmente accolta dal Brugia, il quale, infatti, sottolineava “pure se fai una caciarata non se ne accorge nessuno..”, mentre il Carminati chiosava “..prima che se ne accorgono..cioè..già si è allargata la macchia di sangue...”;

GIUBBOTTO ANTIPROIETTILE - Riccardo Brugia, si legge ancora nell'ordinanza del Tribunale di Roma, rappresentava anche l’opportunità di avere a disposizione dei giubbotti antiproiettile in Kevlar: “ma dei giubbotti da noi... appizzati ce li dovemo avè...eh!" (...) "anche perchè c'ho sempre avuto la fissa del coso, del povero Danilo”, con ovvio riferimento a Danilo Abbruciati, esponente della Banda della Magliana morto in un conflitto a fuoco scaturito a seguito dell’agguato al vice presidente del Banco Ambrosiano, Roberto Rosone, in data 27 aprile 1982.

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