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Cronaca

Chirurghi di Tor Vergata: "Reparti pronti e moderni. No a tagli lineari"

I chirurghi di Tor Vergana lanciano un appello alla Polverini, chiedendo di evitare "tagli lineari" e di usare "reparti modernissimi, perfettamente attrezzati, la cui realizzazione ha richiesto un consistente impegno finanziario"

Una situazione apparentemente anomala, quella della gestione dei Pronto soccorso di Roma. Da un lato, il caso scoppiato dopo il blitz di alcuni senatori che ha acceso i riflettori sulle condizioni del Pronto soccorso dell'ospedale Umberto I, dove è stata trovata una donna in coma, legata a una barella da giorni. Scoperta che ha determinato la sospensione dei dirigenti dell'Umberto I e l'avvio delle indagini da parte della Procura di Roma su tutti i Pronto soccorso romani. Dall'altro lato, però, i conti non tornano. Se infatti i Pronto soccorso sono sovraffollati e i pazienti, anche nei casi più gravi, devono attendere giorni nei corridoi o in "piazzette" allestite all'ultimo momento alla meno peggio, dai numeri dei ricoveri del 2011, pubblicati alcuni giorni fa su Repubblica, risulta che in realtà i posti ci sono ma i reparti rimangono vuoti.

I MEDICI DI TOR VERGATA - E sulla questione, oggi arriva il grido d'allarme dei medici di Tor Vergata che esprimono tutto il loro disagio per condizioni di lavoro "difficili" e parlano di "reparti modernissimi", la cui realizzazione ha richiesto un "consistente impegno finanziario" ma che rimangono inutilizzati. Quindi lanciano un appello al presidente Polverini "affinché i tagli previsti nel settore Sanità non pesino ancora di più sul lavoro quotidiano di medici e personale. Facciamo appello alla sua buona volontà affinché ci si possa affrancare dalla logica perversa - si legge in una lettera firmata dagli ordinari di chirurgia generale di Tor Vergata, Lucio Gaspari e Giuseppe Petrella - dei tagli lineari e delle compatibilità economico finanziarie".

SALE OPERATORIE MODERNE E ATTREZZATE - "Mettere in funzione camere operatorie e reparti di degenza già pronti consentirebbe di alleviare in modo consistente le problematiche delle urgenze chirurgiche nel quadrante est di Roma". Nella lettera i medici lamentano, oltre che la carenza di personale, l'impossibilità di impiegare al Policlinico Tor Vergata, sale operatorie modernissime, perfettamente attrezzate, "la cui realizzazione ha richiesto un consistente impegno finanziario, mai utilizzate per mancanza di personale, per la stessa ragione ci sono letti inutilizzati in reparti confortevoli e tecnicamente all'avanguardia. Tutti i medici - scrivono ancora i cattedratici - in particolare i chirurghi, quotidianamente svolgono spesso i loro compiti in situazioni non facili.

SOLIDARIETA' AL DIRETTORE DEL DEA - I medici, poi, esprimono la loro solidarietà a Claudio Modini, il direttore del Dea sospeso nei giorni scorsi. "Il gruppo di medici di Tor Vergata, sottolineano in un'altra lettera Gaspari e Petrella, hanno espresso forte solidarietà al direttore del Dea-Dipartimento emergenze e accettazione dell'Umberto I, Claudio Modini, dopo il provvedimento preso nei suoi confronti nei giorni scorsi dal direttore generale del Policlinico, Antonio Capparelli, che ne ha disposto la sospensione dalle funzioni per 90 giorni. Noi che viviamo in difficoltà non molto dissimili dalla tue, comprendiamo bene il tuo disagio - scrivono i cattedratici rivolgendosi a Modini - e insieme ai nostri colleghi chirurghi del Policlinico Tor Vergata certi di rappresentare i sentimenti di tutti i componenti del Collegio dei professori ordinari e associati di chirurgia, ti esprimiamo la nostra intensa e fraterna solidarietà".

 

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