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Cronaca

Rom, appello a Napolitano: “Non dimentichi i genitori dei bimbi morti nel rogo”

L'associazione 21 Luglio scrive al presidente della Repubblica: "La loro situazione abitativa oltre a essere precaria, offende profondamente anche la loro dignità"

L'Associazione 21 luglio ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per denunciare la situazione abitativa di  Elena Moldovan e il  Mircea Erdei, i genitori di Raul, Fernando, Sebastian e Patrizia, i quattro fratellini rom rispettivamente arsi vivi in un incendio divampato nella baracca dove dormivano in un campo informale di Roma.

L'associazione denuncia che i genitori dei bambini, vivono allo stato attuale in una stanza che ospita ben 30 persone di etnia rom con un solo bagno a disposizione, in condizioni igienico-sanitarie difficili, all'interno del centro di protezione civile transitorio di via Salaria 971, un ex edificio industriale abbandonato, ora gestito dal Comune di Roma.

La struttura è lontana dal centro abitato, circondata da un’alta rete metallica e vigilata h24. Al suo interno non è possibile ricevere visite da parenti e amici ed è proibito, anche agli ospiti, fare foto o girare video. “Nel soffitto dove abitano i coniugi”, spiega l'associazione, “evidenti macchie di umidità rivelano la presenza di infiltrazioni di acqua piovana e gli ambienti sono privi di riscaldamento. La privacy non viene garantita per la mancanza di divisori tra i letti così come manca una zona giorno ed aree coperte destinate alla socializzazione”.

Gli ambienti sono privi di arredo e una cucina improvvisata è stata realizzata dagli ospiti in un piccolo spazio esterno. “La loro attuale situazione abitativa, contrariamente a quanto auspicato dal presidente Napolitano, oltre a essere precaria, offende profondamente anche la loro dignità”.

Da sempre in prima linea per difendere i diritti dei Rom, l'associazione 21 luglio denuncia che “Ben diverse, all'indomani della tragedia, erano state le promesse rivolte alla signora Elena e al signor Mircea dalle autorità locali che, alla presenza del Capo dello Stato, si erano impegnate a trovare una soluzione adeguata per la coppia e il resto della famiglia, attenendosi al monito del  che aveva raccomandato di collocare tempestivamente le comunità rom della Capitale in «alloggi stabili e dignitosi»”.

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