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L'inchiesta Tritone / Anzio

'Ndrangheta tra Anzio e Nettuno, il prefetto nomina le commissioni d'indagine

Il prefetto di Roma ha ottenuto i poteri di accesso dal Viminale e ha nominato i commissari incaricati di fare luce sulle presunte infiltrazioni. Sabato 26 manifestazione di cittadini e associazioni

Il via libera del ministero dell’Interno è arrivato. Dopo il terremoto provocato dalla cosiddetta “Operazione Tritone”, che ha portato all’arresto di 65 persone con l’accusa principale di associazione a delinquere di stampo mafioso, le infiltrazioni della ‘ndrangheta nei Comuni di Anzio e Nettuno finiscono sotto la lente d’ingrandimento della prefettura.

Il ministro dell'Interno ha infatti delegato al prefetto di Roma i poteri di accesso ai due comuni del litorale a sud di Roma, e sulla base della delega il prefetto Metteo Piantedosi ha nominato le commissioni di indagine che per i prossimi tre mesi si occuperanno di condurre accertamenti su eventuali legami tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata.

Nel mirino ci sono il rilascio di autorizzazioni, la preparazione di bandi di gara e l’assegnazione di appalti in settori che vanno dalla scuola alla sanità, dai rifiuti alle concessioni balneari. Per gli inquirenti a spianare la strada è stata la droga, ingenti quantitativi di cocaina che fluivano verso il litorale e che hanno portato guadagni e potere utilizzati per chiedere alla politica appalti e assegnazioni in cambio anche di voti alle amministrative.

Le indagini della Dda e dei carabinieri hanno scoperchiato una vaso di Pandora che potrebbe travolgere l’intera sistema amministrativo e politico dei due Comuni: ai commissari del prefetto, che opereranno di concerto con le forze dell’ordine, il compito di accertare eventuali influenze della ’ndrangheta attraverso due “distaccamenti” delle ‘ndrine di Santa Caterina in Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, e di Guardavalle, provincia di Catanzaro.

Il 26 febbraio la manifestazione delle associazioni: "Il silenzio è mafia"

Per i prossimi tre mesi gli sforzi delle commissioni della prefettura saranno quindi interamente finalizzati ad accertare quanto effettivamente siano radicate le infiltrazioni delle 'ndrine.

Una prima reazione però è già arrivata da cittadini e associazioni, che hanno deciso di rispondere a quanto emerso dall’inchiesta organizzando una manifestazione ad Anzio per il 26 febbraio al grido di “Il silenzio è mafia”, organizzata dalla Rete No Bavaglio Lazio e da decine di altre associazioni decise a dimostrare che “Anzio e Nettuno non sono questo. Anzio e Nettuno non appartengono alle mafie. Tutti sono invitati a partecipare per dire No a tutto questo, perché il ‘Silenzio è Mafia’”.

Ad aderire, tra gli altri, il  “Coordinamento antimafia Anzio-Nettuno”, “La Tamerice”, Rete NoBavaglio – Liberi di essere informati, “Città Insieme”, “Lega Ambiente”, “Reti di Giustizia” , Anpi, Cgil, Articolo 21. Presente anche il presidente di Articolo 21, il giornalista Paolo Borrometi, che nel 2020 ha ricevuto il Premio per la Pace dalla città di Anzio, sotto scorta per il suo impegno anti mafia.

Le dichiarazioni dei sindaci

Da parte dei sindaci delle due città, invece, due distinte dichiarazioni arrivate nell’immediatezza e poi il massimo riserbo dopo l'incontro con il prefetto: “Sono il primo a volere che sia fatta al più presto chiarezza - ha detto il sindaco di Nettuno, Alessandro Coppola - Tutta l’azione politica e amministrativa nel mio mandato è sempre stata votata alla trasparenza e alla legalità. Proprio per questo ho chiesto un incontro al Prefetto di Roma che dovrebbe tenersi già questo martedì. Il mio impegno è stato, e sempre sarà, per il bene di Nettuno. In questo momento più che mai tutti noi dobbiamo agire per l’interesse della nostra città senza polemiche o strumentalizzazioni. Riservo massima fiducia nel lavoro della magistratura. Ho dato disposizione agli uffici di dare tutto il supporto possibile alle indagini qualora fosse necessario ed io in primis sono a completa disposizione degli inquirenti nell’interesse del buon nome della nostra città”.

Il sindaco di Anzio il 19 febbraio aveva invece affidato una dichiarazione pubblica alla pagina Facebook del Comune: “Ho chiesto, telefonicamente e per iscritto, di conferire prima possibile con il prefetto di Roma. Come amministrazione siamo a totale disposizione delle autorità competenti, auspicando anche l'eventuale istituzione di una commissione di accesso presso il Comune. Il bene della Città di Anzio ha la priorità assoluta, siamo pronti a dimostrare in ogni Sede la correttezza degli atti adottati da questa amministrazione”.

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