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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Anis Amri ad Aprilia: caccia ai contatti alle porte di Roma

Nella abitazioni controllate nella zona di Aprilia dalla Digos potrebbero risidere alcune persone che hanno avuto rapporti con il presunto autore della strage di Berlino

Chi ha ospitato Anis Amrì ad Aprilia circa un anno e mezzo fa? Nelle abitazioni perquisite dalla Digos alle porte di Roma ci sono persone che hanno avuto rapporti con il presunto autore della strage di Berlino? Queste alcune delle domande a cui le indagini della Procura di Roma (coordinate dal Pubblico Ministero Francesco Scavo) stanno cercando di dare delle risposte dopo le perquisizioni svolte ieri in alcune abitazioni di Campoverde, ad Aprilia. Tunisia, Germania ed Italia, questi i tre Paesi dove il terrorista tunisino ha vissuto ed è transitato negli ultimi 5 anni, quando arrivò in Europa nel 2011 dal nord Africa. Poi la strage, con le crude immagini del tir contro la folla riunita in un mercato natalizio della capitale tedesca con il mezzo pesante dirotatto che ha travolto ed ucciso 12 persone. Poi la fuga di Anis Amri, morto in uno scontro a fuoco con due agenti di polizia a Sesto San Giovanni, nell'hinterland di Milano

DALLA LOMBARDIA AL LAZIO - Le indagini mirano a comprendere, tra le altre cose, dove si stava dirigendo il tunisino, dopo essere arrivato in Lombardia attraverso la Francia ed essere transitato alla Stazione Porta Nuova di Torino. Una delle ipotesi investigative al momento al vaglio degli inquirenti vuole Amri in partenza da Sesto San Giovanni, dove poi è stato ucciso, per raggiungere proprio il centro Italia, forse proprio Aprilia, dove abitano due tunisini che il presunto terrorista avrebbe conosciuto nel periodo della rivolta in un centro di accoglienza nell'isola siciliana di Lampedusa, in seguito alla quale venne poi arrestato. 

BERLINO AVVERTI' L'ITALIA - Considerato a pieno titolo legato ad una fitta rete legata all'Islam radicale la segnalazione all'antiterrorismo di Roma risalirebbe al 10 maggio scorso. La tv tedesca Wdr ha rivelato che sette mesi prima della strage di Berlino la polizia criminale del Nordreno-Vestfalia aveva classificato Anis Amri come individuo pericoloso. Il suo nome era stato comunicato all'Italia, con la richiesta di trattenerlo o segnalarlo alle autorità tedesche nel caso fosse stato identificato o individuato nel nostro Paese. Le indagini proseguono proprio per cercare di ricostruire nei dettagli che cosa abbia fatto e dove sia stato Anis Amri non solo nei giorni precedenti al 22 dicembre, ma da maggio in poi, fino alla sua morte nel piazzale della stazione di Sesto San Giovanni.

I COMPLICI DI ANIS AMRI - Investigazioni portate avanti anche dal Paese di origine di Anis Amri, la Tunisia con il ministero dell'Interno tunisino che il 24 dicembre scorso ha comunicato di aver arrestato il nipote del presunto autore dell'attentato di Berlino e altri due jihadisti sospettati di essere "legati" a Anis Amri. Un comunicato del ministero tunisino afferma che i tre sospetti sono membri di "una cellula terrorista legata al terrorista Anis Amri che ha perpetrato l'attacco di Berlino".  Le tre persone arrestate hanno fra i 18 e i 27 anni e la cellula terroristica alla quale appartengono è attiva fra Fouchana, a Sud di Tunisi, e Oueslatia, città della famiglia di Amri nel centro del Paese, ha precisato il ministero senza accennare ad un legame diretto fra i sospetti e l'attacco di Berlino di lunedì, costato 12 vite. Il ministero dell'Interno afferma inoltre che Amri aveva mandato dei soldi al nipote e lo aveva incoraggiato a giurare fedeltà allo Stato islamico. "Uno dei membri della cellula è il figlio della sorella del terrorista (Amri ndr) e durante le indagini ha ammesso che era in contatto con lo zio tramite la messaggeria criptata Telegram per sfuggire a eventuali controlli della polizia" recita il comunicato. Amri avebbe inoltre esortato il nipote ad adottare l'ideolagia jihadista "takfiri" e "a giurare fedeltà all'Isis".

ISIS IN SIRIA - Una cosa invece pare assodata. Lo scorso anno l'autore della strage di Berlino aveva in progetto di unirsi all’Isis in Siria ma non riuscì a partire, per ragioni sconosciute. A quel punto, scrive il Corriere della Sera, Amri iniziò a sostenere di esser pronto a un attacco in Germania (la storia è stata raccontata da un informatore e rivelata dalla Cnn, che ha avuto accesso ai documenti giudiziari).

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