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Cronaca

Morti sospette in casa di cura: 7 omicidi contestati all'Angelo della Morte

Secondo il Gip di Tivoli, Alfredo Bonagura, Angelo Stazzi, il cosiddetto Angelo della morte, sarebbe il responsabile della morte di sette anziani ricoverati in una casa di cura

Accusato dell'omicidio di sette anziani che avevano tra i 70 e i 90 anni, è Angelo Stazzi, ribattezzato l'Angelo della morte perché dal momento del suo arresto per un altro omicidio, su di lui gravarono i sospetti delle morti sospette di 7 anziani deceduti nella casa di cura Villa Alex a Tivoli.  Accusa oggi formalizzata dal gip di Tivoli che gli contesta 7 omicidi.

IL DELITTO PERFETTO – Una ipotesi venuta fuori dalle indagini è che Stazzi puntava al 'delitto perfetto': infatti, sapeva che il tasso di insulina nel sangue, che nei casi delle sue vittime arrivava a circa cinquanta volte il valore normale, non era più rilevabile nei corpi delle sue vittime, una volta morte. Gli investigatori della sezione Cold Case della Squadra Mobile di Roma sono riusciti a smascherare l'omicida perché una delle vittime, poi deceduta, fu ricoverata infatti con un quantitativo di insulina cinquanta volte superiore. Gli investigatori, inoltre, hanno verificato durante le indagini, l'ordinazione e il prelievo di grossi quantitativi di insulina nel luogo dove lavorava e le testimonianze di alcuni sanitari. Inoltre, sono state rilevate varie intercettazioni di Stazzi in cui l'uomo chiamava continuamente nella struttura delle sue vittime per informarsi sul loro stato di salute, insistendo per la somministrazione di psicofarmaci e insulina. "Sono una persona competente anche se non sono un dottore. Ne so più di tanti altri medici", diceva al telefono ad una badante russa che era anche la sua compagna. Stazzi chiamava anche la casa di riposo spacciandosi per medico del policlinico Gemelli sotto falsa identità.

NUOVI CASI - Potrebbero emergere casi di nuove vittime in seguito alle indagini, ancora in corso, della Squadra Mobile di Roma, sugli omicidi di Angelo Stazzi. In particolare, gli investigatori si stanno concentrando su altri tre casi di decessi nella casa di cura Cristo Vive, dove Stazzi ha lavorato nel 2008. L'uomo aveva poi lavorato nel 2009 nella casa di cura Villa Alex, dove gli vengono contestati i sette omicidi e in seguito a Villa Gregna, in zona Mentana, alle porte di Roma, dove stava per essere cacciato perché alcuni sanitari si erano insospettiti.
Qui un'infermiera è riuscita a salvare la vita di un paziente scongiurando il tentativo di Stazzi di somministrare una dose eccessiva di insulina. Nella sua casa, a Montelibretti, vicino Roma, è stato trovato un intero kit per la somministrazione di insulina tenuto come una reliquia in una vetrinetta. La furia omicida dell'Angelo della Morte non si fermava alle persone: Stazzi ha ucciso anche il cane di una paziente, che secondo l'uomo turbava la quiete del luogo dove lavorava, somministrandogli due grosse siringhe di insulina.
"Sono un medico mancato", diceva a chi gli contestava le dosi eccessive di insulina che somministrava. L'Angelo della Morte stabiliva un rapporto molto confidenziale con le sue vittime, poi cominciava a somministrare loro psicofarmaci stordendole e abbassando le loro difese immunitarie prima di iniettare le dosi letali di insulina. Dopo la loro morte sottraeva qualche gioiello alle vittime.

IL CASO DELL'UNTO - Angelo Stazzi, il 30 settembre del 2010, è stato rinviato a giudizio perché accusato dell'omicidio di Maria Teresa Dell'Unto, una infermiera sua collega avvenuto nel 2001. La donna, che lavorava al policlinico Gemelli, aveva 58 anni, quando scomparve alla fine di marzo del 2001. Il caso dell'infermiera fu archiviato nel 2005, poi riaperto nel 2008 e risolto dalla squadra cold case della squdra mobile nel 2009, che dopo otto anni ha ritrovato anche il corpo della donna, sepolto nel giardino di una vecchia abitazione di Stazzi a Montelibretti. Un delitto, fu ipotizzato, arrivato al termine di una lite tra idue per questioni economiche. La donna, infatti, aveva prestato in diverse occasioni soldi a Stazzi, un amico di vecchia data con il quale forse era legata anche da un rapporto sentimentale. L'uomo, negli anni, l'aveva completamente soggiogata, in un rapporto fatto di richieste continue di denaro e prestiti. La mattina del 29 marzo del 2001, però, Maria Teresa aveva deciso di dire basta, ma la situazione è drammaticamente precipitata e Stazzi, forse al culmine di una furibonda lite, l'ha uccisa. L'uomo era già stato individuato nella prima fase delle indagini, all'indomani del delitto, ma gli elementi a suo carico furono ritenuti dal gip "equivoci" e perciò non sufficienti per procedere con l'arresto. Dopo l'archiviazione del caso nel 2005 gli agenti dell'Unità delitti insoluti riaprirono le indagini nel 2008, trovando ulteriori indizi di colpevolezza. L'uomo infatti aveva messo in scena un allontanamento volontario della donna con un telegramma, partito da Torino, in cui la vittima spiegava ai familiari di stare bene e di voler essere lasciata in pace. Altro indizio un orologio che l'arrestato ha regalato ad una sua compagna, riconosciuto dai familiari di Dell'Unto di proprietà della donna. Poi l'uso, nelle settimane successive il delitto, del bancomat della donna, e di assegni dal suo libretto. Il 25 novembre del 2009 furono trovati i resti della donna nel giardino della vecchia casa di Stazzi a Montelibretti.

 

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