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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

L'angelo della morte alle porte di Tivoli: 7 iniezioni letali per il serial killer

Stazzi, ritenuto il presunto colpevole, secondo la squadra cold case, avrebbe ucciso pochi spiccioli di mancia delle pompe funebri cui segnalava i decessi

La vicenda del serial killer romano che in 2 anni "avrebbe commesso meno di 10 omicidi in ambito sanitario", comincia a delinearsi in maniera più precisa e compiuta, allontanandosi dal gossip dei giornali ed entrando di fatto in Procura. Quella di Tivoli per la precisione, dove tutti sono molto irritati per la fuga di notizia, ma dove ieri è giunta un'informativa su quanto l'ormai famosa squadra Cold case della questura di Roma addebiterebbe ad Angelo Stazzi

LE INDAGINI
- Le indagini iniziano quando Angelo Stazzi viene arrestato per l'omicidio di Maria Teresa Dell'Unto, la sua amante che avrebbe ucciso per motivi economici e i cui resti sono stati ritrovati nel giardino della sua abitazione. Ieri, su questo crimine, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio. L'episodio Dell'Unto però non è tra gli omicidi da serial killer.

Infatti quando Stazzi viene arrestato i casi che gli vengono addebitati sono ancora tutti rubricati come morti naturali. La casualità e le coincidenze però sono troppe. La squadra speciale Cold Case inizia ad indagare e caso dopo caso arriva a sospettare di Stazzi.

Le morti sono sette e non dieci come riportato nei giorni scorsi. Sette morti avvenute nella clinica Villa Alex, dove Stazzi ha lavorato dal 2002 come infermiere specializzato. Qui, secondo gli inquirenti, avrebbe praticato le letali iniezioni di insulina, o di una sostanza simile. A casa sua a Montelibretti sarebbero state ritrovate, a quanto si apprende, siringhe d'insulina.

MOVENTE
- Ma perché avrebbe ucciso? Il profilo psicologico indicherebbe una persona che vuole mettere fine alla sofferenza dei propri pazienti. Si spiegherebbe così la sua devozione nei confronti dei pazienti, segnalata oggi sui giornali dai racconti di medici ed ex colleghi, che raccontano di un uomo sempre pronto a stare vicino ai pazienti ad accompagnarli con la propria auto a fare le analisi.

Molto più materialmente il movente sarebbero stati i pochi spiccioli di mancia delle pompe funebri cui segnalava i decessi. E forse la convinzione di avere potere di vita e di morte sui pazienti.

SU REPUBBLICA - Oggi il quotidiano di De Benedetti ha riportato un colloquio con Stazzi in cui l'ex infermiere spiega: "Sono uno che ha ucciso io, ho tolto la vita a una donna e sto già in galera. Questo sì. Ma con gli altri omicidi non c'entro. Il serial killer, come lo chiamate voi, quello vero, io so chi è. Ho dato nome e cognome al mio avvocato. Lo devono cercare, perché è stato lui".

Un racconto che smentisce i suoi stessi avvocati che ieri smentivano tutto, anche l'omicidio Dell'Unto.

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