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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Confermato 41bis per Alfredo Cospito. Anarchici in fermento: presidio sotto al ministero e manifestazione il 31 dicembre

Il tribunale di sorveglianza ha respinto il ricorso contro il carcere duro. La risposta dei compagni: "Non è il momento dello sconforto, è il momento della rabbia. La pagherete cara"

"Il compagno resterà in 41 bis. Non è il momento dello sconforto, è il momento della rabbia. La pagherete cara. Oggi come ieri: morte allo Stato, al capitale, ad ogni autorità". Così gli anarchici hanno accolto la notizia del rigetto del ricorso contro il provvedimento di detenzione in regime di 41 bis pef Alfredo Cospito, l'anarchico pescarese detenuto nel carcere di Bancali (in provincia di Sassari). 

Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha infatto respinto il reclamo presentato dalla difesa dell’anarchico Alfredo Cospito sul provvedimento di applicazione del regime detentivo 41bis per i prossimi quattro anni. Lo si apprende dal difensore, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, l'anarchico pescarese di 55 anni è detenuto dal 5 maggio nel penitenziario in Sardegna in regime di carcere duro, dove dallo scorso 20 ottobre è in sciopero della fame. 

"Lo status detentivo ordinario, anche in regime di alta sicurezza, non consente di contrastare adeguatamente l'elevato rischio di comportamenti orientati all'esercizio da parte di Alfredo Cospito del suo ruolo apicale nell'ambito dell'associazione di appartenenza", scrivono i giudici nell'ordinanza con cui hanno confermato il 41bis per l'anarchico abruzzese. 

Carcere duro a Cospito dallo scorso mese di maggio che ha messo in fermento la galassia anarchica romana e nazionale. Come annunciano sulla pagina rivoluzioneanarchica, sito che aggrega le notizie da 155 collettivi anarchici italiani, al'indomani del rigetto del ricorso, compagni e compagne hanno lanciato due mobilitazioni, un presidio il 23 dicembre ed una manifestazione l'ultimo giorno dell'anno.

Anarchici 23.12 presidio ministero Giustizia

Presidio degli anarchici a Roma

Come già fatto lo scorso 1 dicembre, l'appuntamento è per il prossimo 23 dicembre. "Solidarietà con Alfredo e con tutti gli anarchici e i rivoluzionari imprigionati nelle carceri dello Stato - scrivono gli anarchici -. Fuori Alfredo dal 41 bis". "Presidio al ministero di giustizia, in solidarietà con Alfredo Cospito, dal 20 ottobre in sciopero della fame. Per l’abolizione del regime 41 bis. Per l’abolizione dell’ergastolo ostativo. In solidarietà a tutti i prigionieri anarchici, comunisti e rivoluzionari nel mondo. Sempre per l’anarchia. Ore 15:00, presso il Ministero di giustizia, in via Arenula, a Roma".

Manifestazione anarchica a Roma il 31 dicembre

Una settimana dopo, come annunciano ancora su rivoluzioneanarchica è prevista invece una "manifestazione in solidarietà con Alfredo Cospito in sciopero della fame contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo (Roma, sabato 31 dicembre 2022)". In attesa di comprendere dove si terrà l'iniziativa le anarchiche e gli anarchici ribadiscono il loro pensiero: "Fuori Alfredo dal 41bis. Chiudere il 41bis. Liberi tutti, libere tutte". 

Anarchici manifestazione 31.12

Galassia anarchica in fermento

Galassia anarchica ancora in fermento dunque con le iniziative ed i presidi che a Roma - e non solo - sono diventati sempre di più e sempre più rumorosi. Dalle scritte sui muri, agli striscioni, passando per una manifestazione non autorizzata e la loro presenza ai cortei autorizzati. Proteste sempre più vigorose sfociate con la dimostrazione avvenuta nella notte di sabato scorso (17 dicembre), non rivendicata sui canali ufficiali, ma per le strade di Roma sì. 

San Giovanni a ferro e fuoco 

Anarchici che la notte di sabato hanno incendiato cassonetti, danneggiato vetrine di negozi e bancomat, poi ricoperti di scritte contro il 41bis e per Alfredo libero. Sull'ingresso di due istituti di credito è stata vergata la A cerchiata, simbolo del movimento. Quindi la condanna del carcere duro accompagnata da frasi in sostegno del primo anarchico sottoposto al regime carcerario più duro, riservato a mafiosi e terroristi, che da due mesi è in sciopero della fame nel carcere Bancali per protesta contro l'aggravarsi delle sue condizioni detentive.

L'escalation degli anarchici a Roma

Anarchici che lo scorso 3 dicembre hanno sfilato anche nel corteo promosso dai Cobas contro la guerra ed il carovita. Un corteo pacifico, con i compagni che hanno però lasciato il segno, imprimento su muri e vetrine le scritte no 41bis e Alfredo Libero disseminate in tutto il percorso fatto durante la manifestazione, da piazza della Repubblica a San Giovanni. 

Il blitz al Teatro Argentina 

Era invece sabato 26 novembre quando gli anarchici usarono come palcoscenico della loro protesta - nel senso letterale del termine - il Teatro Argentina, dove era in scena l'Amleto di Shakespeare. In quel caso salirono sul palco durante lo spettacolo esponendo uno striscione con scritto: "C'è del marcio in Italia: no al 41bis". Citazione che è proprio dall'opera ambientata in Danimarca e ripresa dal protagonista che la pronuncia subito dopo aver incontrato il fantasma del padre morto. Una volta arrivata in teatro la polizia, degli anarchici però non c'era già traccia con gli stessi che dopo aver srotolato lo striscione sul palco ed aver lanciato e diffuso alcuni volantini propagandistici si dileguarono prima di essere indetificati dagli investigatori della Digos poi intervenuti a teatro, con lo spettacolo che poi riprese normalmente. 

No 41 bis Alfredo Cospito

Il presidio a Trastevere

Blitz a teatro che era stato preceduto da un'altra mobilitazione. Era infatti lo scorso 14 novembre quando gli anarchici scesero in piazza a Trastevere per protestare contro il regime del 41 bis per Alfredo Cospito. In quel caso circa 400 persone tentarono di raggiungere il carcere di Regina Coeli ma vennero respinte dalle forze di polizia presenti in tenuta antisommossa. Momenti di tensione, qualche piccolo tafferuglio con le tensioni che rientrarono nel volgere di breve. In quel caso i manifestanti sfilarono in corteo su lungotevere in direzione di piazza La Malfa. Volti travisati e caschi in testa - con alcuni manifestanti armati anche di bastone - dietro allo striscione "No 41 bis, no ergastolo ostativo", il corteo dopo aver sfilato da piazza Gioacchino Belli si sciolse in viale Aventino. 

No 41bis sul murale di Falcone e Borsellino

Prima che Cospito cominciasse lo sciopero della fame un altro blitz era stato messo a segno la notte del 22 agosto scorso. "Antimafia tortura. Alfredo libero. No 41bis", con raffigurata in un cerchio la A simbolo degli anarchici ed una secchiata di vernice rossa a coprire i due giudici uccisi dalla mafia. Ad essere sfregiato, per la seconda volta in 8 mesi, fu il murale dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino realiizzato da Paolo "Gojo" Colasanti e inaugurato il 19 luglio 2017.  

Chi è Alfredo Cospito 

Nato a Pescara nel 1967, Cospito è ritenuto responsabile di aver piazzato, tra il 2 e il 3 giugno del 2006, due ordigni a basso potenziale presso la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, la cui esplosione non ha causato vittime. Nonostante questo, lo scorso luglio la Cassazione ha riformulato l'accusa ai danni del detenuto in strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede anche l'ergastolo ostativo, il cosiddetto "fine pena mai". Dopo sei anni passati regime in Alta Sicurezza, lo scorso aprile le sue condizioni detentive sono peggiorate con il passaggio al regime del 41 bis. 

Il carcere duro 

Il cosiddetto "carcere duro", introdotto nel 1992 per contrastare la criminalità organizzata, prevede una serie di restrizioni che impediscono il contatto del detenuto con gli esponenti della criminalità all'esterno del carcere. A motivare il passaggio di Cospito al 41 bis sono stati gli scambi epistolari avvenuti negli ultimi 10 anni con anarchici e riviste del settore. Inoltre, il reato contestato a Cospito, strage contro la sicurezza dello Stato, rappresenta una dei più gravi del nostro ordinamento, a cui non si è fatto ricorso neanche in casi di stragi mafiose con diverse vittime. 

L'anarchico Alfredo Cospito 

Alfredo Cospito che al termine dell'udienza di appello per il ricalcolo della condanne nell'ambito del processo Scripta Manent, lo scorso 5 dicembre aveva dichiarato: "Leggo soltanto quattro righe. Prima di scomparire definitivamente nell'oblio del regime del 41 bis lasciatemi dire poche cose e poi tacerò per sempre. La magistratura della repubblica italiana ha deciso che, troppo sovversivo, non potevo più avere la possibilità di rivedere le stelle, la libertà. Seppellito definitivamente con l'ergastolo ostativo, che non ho dubbi mi darete, con l'assurda accusa di aver commesso una "strage politica", per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno e che di fatto non hanno ferito e ucciso nessuno. Non soddisfatti, oltre all'ergastolo ostativo, visto che dalla galera continuavo a scrivere e collaborare alla stampa anarchica, si è deciso di tapparmi la bocca per sempre con la mordacchia medievale del 41 bis, condannandomi ad un limbo senza fine in attesa della morte. Io non ci sto e non mi arrendo, e continuerò il mio sciopero della fame per l'abolizione del 41 bis e dell'ergastolo ostativo fino all'ultimo mio respiro, per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo paese. Siamo in 750 in questo regime ed anche per questo mi batto. Al mio fianco i miei fratelli e sorelle anarchici e rivoluzionari. Alla censura e alle cortine fumogene dei media sono abituato, queste ultime hanno l'unico obiettivo di mostrificare qualunque oppositore radicale e rivoluzionario. Abolizione del regime del 41 bis. Abolizione dell'ergastolo ostativo. Solidarietà a tutti i prigionieri anarchici, comunisti e rivoluzionari nel mondo. Sempre per l'anarchia".

Perché  Roma è piena di scritte contro il 41bis e Alfredo libero 

Le motivazioni del tribunale di sorveglianza

Il 19 dicembre il tribunale di sorveglianza ha quindi respinto il ricorso. "Risulta, dunque, necessario assicurare una netta soluzione di tale continuità per neutralizzare il rafforzamento e la perpetuazione del vincolo associativo", si legge nell’ordinanza con cui è stato respinto il reclamo presentato dal difensore di Cospito, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, "e ogni situazione che possa comportare anche la stessa percezione di rapporti ancora attivi con accoliti in libertà, anche veicolata, in regime ordinario, da altri soggetti ristretti". 

La valutazione "del profilo criminale del detenuto e del suo coinvolgimento nelle attività principali della "Fai" del ruolo verticistico rivestito da Cospito all'interno della associazione criminale di riferimento e della perdurante operatività della stessa, dimostrano come sussista un concreto pericolo, una qualificata capacità di Cospito" proseguono i giudici della Sorveglianza, "di riprendere pienamente i vincoli associativi pur dall'interno del carcere, e di veicolare all'esterno e con autorevolezza disposizioni criminali dove lo stesso venisse ricollocato nel circuito ordinario". 

Per il tribunale di Sorveglianza "a fronte del profilo elevatissimo di pericolosità sociale, non risulta alcun segno concreto di ravvedimento o di dissociazione del detenuto, il quale, anzi, dimostra di non aver effettuato alcun percorso di revisione critica. In considerazione delle ragioni preventive e di sicurezza richiamate, le limitazioni imposte – concludono i giudici in merito al regime di 41bis - appaiono conformi a legge e idonee al risultato perseguito, atteso che il regime detentivo differenziato si prefigge appunto lo scopo di interrompere un flusso di contatti". 

Come riferisce l'Adnkronos, questo scrivono ancora i giudici: "Le comunicazioni di Alfredo Cospito con le realtà anarchiche all'esterno del circuito carcerario appaiono assidue e producono l'effetto di contribuire ad identificare obiettivi strategici e a stimolare azioni dirette di attacco alle istituzioni, con numerosi scritti e opuscoli clandestini Cospito ha contribuito e contribuisce a elaborare un modello di lotta in cui dapprima vengono formulate proposte organizzative, argomenti e temi su cui orientare la lotta, definiti obiettivi strategici costituenti un ‘invito ad agire che poi nuclei cellule o individualità, che condividono la progettualità proposta, raccolgono traducendo l'obiettivo in attentati veri e propri di diversa entità e difficoltà organizzativa, sulla base delle concrete possibilità d'azione che ciascuno possiede".
 

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