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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

I genitori di Aldo, morto in un incidente sul Gra: "Nostro figlio è stato ucciso: vogliamo una pena esemplare"

Pietro e Nadia Abbruggiati rivolgono un appello alla giustizia affinché non venga accettata la richiesta di patteggiamento avanzata dal 43enne che, ubriaco, ha tamponato l'auto su cui viaggiava il figlio

Un dolore senza fine, un "limbo da dove guardiamo il tempo scorrere come un film in bianco e nero": a quasi sette mesi dall’incidente in cui è morto, i genitori di Aldo Abbruggiati lanciano un appello alla giustizia affinché la persona che era al volante dell’auto che ha provocato l’incidente venga condannata “a una pena esemplare”.

L'automobilista positivo all'alcol test

Aldo, appassionato di arti marziali e residente a Fiumicino, è morto a 20 anni sul Gra, lo scorso 1 ottobre: era al volante della sua Fiat Punto quando, nella carreggiata interna tra le uscite Pontina e Magliana, è stato tamponato da una Bmw guidata da un 43enne. Un urto violentissimo, che non ha lasciato scampo al ragazzo.

Il 43enne è stato sottoposto ad alcol test, è risultato positivo ed è stato accusato di omicidio stradale. Pietro e Nadia, il padre e la madre di Aldo, hanno recentemente scoperto che ha avanzato richiesta di patteggiamento, tramite i suoi avvocati, puntando a chiudere il processo con una pena di 4 anni di reclusione.

"Questa notizia ci sconvolge, ma come è possibile - è lo sfogo dei genitori del ragazzo - per noi quella persona, quella notte, era come se corresse con una pistola in mano. Sono anni che muoiono ragazzi e ragazze sulle strade come nostro figlio, perché ancora si può patteggiare? O chiedere il rito abbreviato?".

"Mio figlio è stato ucciso: vogliamo una pena esemplare"

"Non riusciamo a gestire questo terremoto che ci è arrivato addosso e che ci ha travolto. La prima settimana dopo l'incidente io e mio marito abbiamo urlato per vedere se questo dolore lancinante si affievoliva un pò, ma il sollievo dura qualche secondo, poi si ricade in quel buco nero profondo dove ti manca l'aria - proseguono Pietro e Nadia - Vivere no, dal quel giorno sopravviviamo, sospesi in un limbo dove guardiamo il tempo scorrere come un film in bianco e nero. Questo dolore ci ha accompagnato per mesi da delle indagini, una volta finite i verbali parlavano chiaro. Mio figlio è stato ucciso, lui non è colpevole di nulla: anche le analisi che gli hanno fatto erano negative a qualsiasi sostanza o alcol".

"Aspettiamo una pena esemplare per questa persona -  concludono - il massimo della pena. Tutti questi ragazzi potevano essere figli di tutti, e finché non ci saranno pene più severe queste stragi non finiranno mai, ma rimarranno solo sulla pelle di noi genitori che li piangeremo. Per tutta la vita, e saranno morti invano. Speriamo di trovare genitori come ministri, giudici, pubblici ministeri che si rimettano a lavorare insieme per migliorare la legge sull’omicidio stradale al fine di dare un freno a tutto ciò. Se poi le pene vengono ridotte o ancora peggio il colpevole sconta la pena agli arresti domiciliari, come si potranno salvare i prossimi figli?".

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