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Cronaca

L'agguato dell'imprenditore che voleva fare fuori il boss dopo aver contratto un debito

Antonello Francavilla e il figlio 15enne furono feriti in casa con colpi d'arma da fuoco. La polizia e l'antimafia hanno ricostruito il quadro

Un agguato in stile mafioso per far fuori un boss. Colpi di pistola esplosi in casa che hanno centrato Antonello Francavilla, ritenuto uno dei capi di un clan foggiano e ai domiciliari dal marzo 2021, e il figlio Mario, 15 anni all'epoca dei fatti. A sparare, però, non è stato un capo di un gruppo rivale ma, secondo le indagini della polizia di Stato e della direzione distrettuale antimafia di Roma, un imprenditore foggiano. 

È lui ad essere gravemente indiziato, come esecutore materiale, del tentato duplice omicidio avvenuto a Nettuno il 2 marzo 2022. Un quadro complicato che, nei giorni scorsi, ha portato anche ad una serie di arresti a Foggia. Dalle risultanze investigative della procura di Bari, è emersa la figura dell'imprenditore le cui dichiarazioni, correlate alla ricostruzione dei suoi spostamenti in occasione dell'agguato del 2 marzo hanno evidenziato una connessione con l'esecuzione del tentato duplice omicidio avvenuto sul litorale romano.

Ulteriori indizi sarebbero emersi dagli sviluppi investigativi di un successivo procedimento della direzione distrettuale antimafia pugliese, relativo alla pianificazione dell'omicidio dell'imprenditore ad opera di sette persone, tra i quali Emiliano Francavilla, fratello appunto di Antonello. Una indagine che ha permesso di capire perché il gruppo avrebbe voluto la morte dell'imprenditore. Una motivazione da ricercare nella mancata restituzione di una somma di danaro ad Antonello Francavilla prestata all'odierno indagato.

L'imprenditore, forse sentitosi vessato, invece di pagare il debito avrebbe quindi cercato di farsi giustizia da solo. Dopo il tentato omicidio di Antonello Francavilla e del figlio, c'è stata la risposta del clan. L'imprenditore, sfuggito alla morte, era diventato irreperibile sul territorio italiano dopo l'emissione del provvedimento di fermo dello scorso 2 agosto. Subito dopo aver varcato il confine italiano, è stato rintracciato a bordo di un veicolo mentre transitava sull'autostrada A4 Torino-Trieste e fermato all'altezza dello svincolo di Duino.

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trieste, a seguito di convalida del fermo, richiesta dalla procura del capoluogo friulano, competente per territorio, nei confronti dell'arrestato ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere.

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