Chi è l'aggressore della coppia gay a Valle Aurelia, individuato per una lite con una donna in aeroporto
Ha 31 anni ed è originario di Anguillara Sabazia. È stato lui, lo scorso 26 febbraio, ad aggredire la coppia gay che si è scambiata un bacio sulla banchina della stazione della metro
Di professione muratore, pendolare tra il Veneto e il Lazio, un'indole violenta che si era già manifestata in passato e che il 26 febbraio scorso è esplosa contro Jean Pierre Moreno, studente 23enne originario del Nicaragua e attivista per i diritti lgbq, e contro il compagno, Alfredo Zenobio, 36 anni.
Il picchiatore di Valle Aurelia è un 31enne, originario di Anguillara, tranquilla cittadina a poco più di 30 chilometri da Roma. L'uomo è stato riconosciuto senza ombra di dubbio da Moreno e da Zenobio, ma gli investigatori erano già sulle sue tracce dopo la diffusione del video del pestaggio avvenuto nella stazione della metro, girato da un amico della coppia e diffuso soltanto nei giorni scorsi.
Da Jesolo ad Anguillara, le indagini della polizia
L'aggressore è già noto alle forze dell'ordine e gli agenti del commissariato Aurelio sono risaliti a lui grazie a un’intuizione dei colleghi della Polaria in servizio all’aeroporto di Mestre.
Tutta colpa di una discussione piuttosto accesa nata con una donna, che aveva richiesto l’intervento delle forze dell’ordine: il 31enne era stato bloccato e identificato, e con la diffusione delle immagini del pestaggio gli agenti veneti hanno ricollegato quell’uomo irascibile fermato in aeroporto a quello che si è scagliato con inaudita violenza, a calci e pugni, contro la giovane coppia che si stava scambiando un bacio sulla banchina della stazione.
Gli agenti del commissariato Aurelio, diretti da Alessandro Gullo, una volta fatto il collegamento sono andati a cercarlo nella casa dei genitori, ad Anguillara, ma non l’hanno trovato. Da anni infatti l'uomo lavora a Jesolo, e a Roma torna saltuariamente: domenica sera era già ripartito alla volta di Jesolo.
Per rintracciarlo è stato dunque necessario chiedere alla procura l’autorizzazione a localizzarne il cellulare, individuato in Veneto: un’operazione congiunta con i poliziotti del commissariato di Jesolo ha consentito di bloccarlo in giro per la città. Poi il trasferimento nella Capitale e l’identificazione da parte delle vittime: caso fondamentalmente chiuso.
Il profilo dell'aggressore
L'aggressore ha una serie di precedenti che vanno dalla rapina al furto passando per la ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. Reati commessi tra il Veneto e il Lazio, intervallati da qualche lavoro come muratore. Domenica 26 febbraio era sulla banchina della stazione di Valle Aurelia perché aveva perso il volo dopo la discussione con la donna ed era stato costretto a prendere il treno: intorno alle 22 la sua strada ha incrociato quella di Moreno e Zenobio, ed è scattata la violenza.
Ancora non è chiaro quale sarà l’ipotesi di reato contestata dal pubblico ministero, né i passi che deciderà di intraprendere la procura, ma è molto probabile che l’accusa sia quella di lesioni aggravate. Per l’associazione Gaynet, che ha diffuso le immagini del pestaggio accendendo un faro sull’episodio, il capo d’imputazione non sarebbe però quello adeguato. E questo perché - come hanno fatto notare nei giorni scorsi - a oggi non c’è ancora una fattispecie penale su violenza e discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere, che verrebbe invece introdotta con l’approvazione del ddl Zan.
Le associazioni: "La politica non sia ipocrita e appoggi il ddl Zan"
“Chiediamo che l’immediata calendarizzazione in Senato del provvedimento per l’approvazione definitiva - ribadiscono Rosario Coco, referente Gaynet Roma, e Valentina Ciaramella, avvocato di Rete Lenford, che segue Moreno - chiedendo a tutte le forze politiche che hanno espresso solidarietà di passare dalle parole ai fatti. Auspichicamo che la persona responsabile possa saldare il suo conto con la giustizia e, sopratutto, riflettere e rendersi conto della gravità della sua azione, chiedendo scusa pubblicamente”.