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Cronaca Casal de Pazzi / Via Raffaele Majetti, 70

Carcere di Rebibbia: due aggressioni in 24 ore contro agenti della penitenziaria

Le violenze da parte di un detenuto trasferito dal carcere di Cassino e da parte di un altro uomo già ristretto alla casa circondariale della via Tiburtina

Due aggressioni a danni di agenti della Polizia Penitenziaria nel volgere di 24 ore. A denunciare le violenze i sindacati dei baschi azzurri del Sappe e della Fns Cisl Lazio. I fatti il 7 e l'8 agosto nel Carcere romano di Rebibbia. Le prime violenze intorno alle 13:30 di domenica scorsa, quando "un detenuto marocchino della sezione precauzionale - scrive la Fns Cisl -  prima di recarsi ai passeggi, senza alcun motivo, ha aggredito un assistente capo della Polizia Penitenziaria dandogli un calcio al gomito ed un pugno all'occhio. Recatosi in ospedale gli sono stete riscontrati 5 giorni di prognosi". 

SECONDA AGGRESSIONE - Nemmeno 24 ore dopo una seconda aggressione, denunciata anche dal Sappe quando un detenuto del carcere di Cassino ha aggredito i tre agenti di polizia penitenziaria che lo avevano accompagnato: "La situazione resta allarmante nelle nostre carceri - denuncia il Sappe -. I tre poliziotti sono stati aggrediti dal detenuto all'atto della consegna all'interno degli uffici dell'accettazione detenuti nuovi giunti della C.C.N.C. Roma Rebibbia. Il ristretto è stato tradotto a Roma per ordine e sicurezza, è italiano ed evidenzia evidenti problemi psichici che nei giorni addietro avevano creato notevoli problemi di gestione, distruggendo anche due celle del Reparto Isolamento. Ai tre colleghi feriti va la vicinanza e la solidarietà del SAPPE".

SOVRAFFOLLAMENTO - Una situazione che riporta in auge la situazione del sovraffollamento delle carceri italiane. "Il Carcere di Rebibbia - denuncia la Fns Cisl Lazio - attualmente risulta sovraffollato di pù 162 detenuti, detenuti previsti 1.365, presenti 1.203". Stesso concetto espresso anche dai rappresentanti del Sappe Capece e Somma: "Nei 200 penitenziari del Paese l’affollamento nelle celle resta significativamente alto rispetto ai posti letto reali, quelli davvero disponibili, non quelli che teoricamente si potrebbero rendere disponibili. Un problema è la mancanza di lavoro, che fa stare nell’apatia i detenuti. Ma va evidenziato - conclude la nota del Sappe - anche che l’organico di Polizia Penitenziaria è sotto di 7mila unità e che il carcere non può continuare con l’esclusiva concezione custodiale che lo ha caratterizzato fino ad oggi.  E fatelo dire a noi che stiamo tra i detenuti, in prima linea, 24 ore al giorno".

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