rotate-mobile
Cronaca

Rimosso mausoleo abusivo, i parenti se la prendono con i lavoratori del cimitero. La ricostruzione

Sul posto la polizia locale, il 118 e la polizia di Stato. Il sindacato Cgil: "Solidarietà e richiesta di intervento urgente"

Si sono presentati per ricordare il loro parente morto per una malattia nel 2020, non hanno trovato il mausoleo - abusivo - che avevano installato e ne sono nati momenti di tensione con il personale del cimitero Flaminio e con un vigilante, quest'ultimo rimasto ferito. Parapiglia sabato pomeriggio a Prima Porta dove amici e parenti di Soni Adzovic, morto a 27 anni per una malattia nel 2020 e figlio di Najo Adzovic  - che dal 2010 al 2012 lavorò per l'allora sindaco Alemanno in qualità di delegato ai rapporti con i rom - si sono presentati per ricordare il loro caro, nel giorno del compleanno del figlio di Soni.

Il personale dell'Ama, però, nella giornata del 19 maggio aveva proceduto a smantellare un altro altarino non autorizzato dopo quello per Nicholas Brischetto, il ragazzo morto a 300 chilometri all'ora sul grande raccordo anulare, quello appunto per Soni Adzovic. La famiglia aveva trasformato lo spazio cimiteriale in un altare, una foto illuminata all'entrata, statue, prato, sedie e luci. Le telecamere - finte - erano invece già state rimosse. Il tutto per "riqualificare quello spazio".

Poi la rimozione avvenuta, come raccontato a RomaToday, senza che venissero avvertiti. È a quel punto che, tra lo stupore e la rabbia dei parenti, si sono generati momenti di tensione. "Non siamo criminali. Potevano avvertirci, ci conoscono, e noi avremmo levato tutto", ha raccontato al nostro giornale Najo Adzovic.

Cosa è successo al cimitero: la ricostruzione

Sabato tre donne, parenti di Soni Adzovic, si sono presentate come sempre per ricordare il loro caro scomparso tre anni fa. Secondo quanto ricostruito le tre avevano portato fiori per il loro parente. Una volta arrivate, però, hanno avuto l'amara - dal loro punto di vista - sorpresa: l'altarino per Soni non c'era più. Dopo aver avuto la conferma che lo spazio abusivo per ricordare il loro Soni fosse stato rimosso, hanno iniziato ad aggredire verbalmente il personale del cimitero chiedendo indietro i propri affetti.

Allertata è giunta la guardia giurata del cimitero Flaminio, ma a quel punto si sono alzati i toni. A ricostruire la  vicenda sarà la polizia locale di Roma Capitale con il gruppo Gssu che indaga. Fatto sta che con una mazza di legno, una delle tre donne ha sfondato il finestrino dell'auto del vigilante e i vetri lo hanno ferito all'occhio. L'uomo è stato portato in ospedale, non è in gravi condizioni. Le donne sono state identificate e la loro posizione è al vaglio. Al momento non risulterebbero denunce. 

"Siamo gente per bene. Chiediamo scusa per quanto avvenuto. Siamo una famiglia distrutta. - spiega Najo Azovic - Chi è intervenuto ieri, invece di fare da paciere, ha acceso ancora di più gli animi. Non è una scusante, ma è successo questo. Era il compleanno di mio nipote, il figlio di Soni e volevamo rendere omaggio. Ama ci conosce. Noi quel punto lo abbiamo riqualificato in questi tre anni. Anche i parenti di altri defunti ci hanno ringraziato. Per anni abbiamo denunciato incuria e furti nel cimitero, potevano avvertirci che avrebbero rimosso tutto e ci saremmo attivati noi stessi. Invece nessuno ci ha chiamato, non abbiamo avuto nessuno rispetto. Eppure non siamo criminali, mio figlio non era un criminale. Non volevamo arrivare a tanto, la nostra famiglia chiede scusa".

"Più controlli"

Fatto sta che il clima, in un luogo dove si dovrebbero ricordare i defunti, resta teso tanto che l'assessora all'agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti di Roma capitale, Sabrina Alfonsi nell'esprimere solidarietà ai lavoratori aggrediti invoca più controlli: "Il mio auspicio è che gli autori di fatti di tale gravità vengano perseguiti come meritano. Ama provvederà a rafforzare i servizi di vigilanza a protezione dei lavoratori. Ringrazio la polizia locale, per la tempestività dell'intervento che ha permesso di fermare e identificare i responsabili, e per aver predisposto un presidio fisso per prevenire il ripetersi di episodi analoghe".

Sul caso è intervenuto anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: "Tutta la nostra vicinanza e solidarietà agli operatori Ama e ai lavoratori aggrediti dopo la rimozione di un manufatto abusivo da una tomba del cimitero di Prima Porta. Un grave e inaccettabile episodio che condanniamo fermamente. Nessuno spazio a illegalità e violenza".

"Impedire questi episodi"

Giancarlo Cenciarelli, segretario di FP CGIL di Roma e Lazio, sta con i lavoratori e ha scritto una lettera al presidente di Ama: "Vi chiediamo di attivare tutte le misure necessarie affinché questi episodi non si ripetano mai più. Anche perché l'episodio era prevedibile, dopo la giusta rimozione delle superfetazioni realizzate abusivamente nei pressi di una tomba. E anche perché il materiale sequestrato dalla polizia locale è rimasto comunque in custodia del personale che lavora nel cimitero. L'azienda deve sentire forte l'obbligo di prevenire e impedire questi episodi e di non lasciare da soli gli operatori, compresi quelli dei servizi esternalizzati, a gestire situazioni che nulla hanno a che fare con il normale lavoro del servizio cimiteriale. Così come dovrebbe attivare tutte le misure per evitare le aggressioni, fortunatamente meno gravi, che sono oramai quasi quotidiane da parte di cittadini incattiviti da disservizi dovuti a carenze di personale e di attrezzature oltre che di scarsa organizzazione".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rimosso mausoleo abusivo, i parenti se la prendono con i lavoratori del cimitero. La ricostruzione

RomaToday è in caricamento