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Cronaca Via Giovanni Battista Paravia

Acqua vietata a Roma Nord, arrivano sette serbatoi mobili di Acea

Sempre l'Acea ha dato disponibilità ad effettuare, entro pochi giorni, la cosiddetta clorazione dell'acqua che dovrebbe rendere fruibile l'acqua per l'uso umana, pur non rendendola potabile

Il Comune di Roma lavora per affrontare l'emergenza acqua nella zona nord della Capitale. Si è svolta questo pomeriggio la riunione tra l'assessorato alle Infrastrutture della Regione Lazio, l'assessorato alle Periferie di Roma Capitale, Arsial, Acea Ato 2 e i presidenti dei Municipi XIV Valerio Barletta e XV Daniele Torquati. Un incontro per capire la situazione e per trovare soluzioni utili a tamponare l'emergenza.

SOLUZIONE TAMPONE - In attesa che Acea ed Arsial ottemperino all'ordinanza del sindaco, è stata disposta la dislocazione di serbatoi idrici per l’approvvigionamento idrico potabile, previsto dall’ordinanza n.36 del 21 febbraio 2014, per le 500 utenze circa interessate dal divieto di utilizzo dell’acqua degli acquedotti rurali dell'Arsial.

Alle due autobotti presenti da ieri sul posto, si aggiungeranno da domani 7 serbatoi mobili forniti da Acea. Gli utenti interessati dal provvedimento potranno rifornirsi ai seguenti indirizzi: nel XIV Municipio in via di Tragliatella 86 (scuola materna), via Cherasco, piazza Santa Maria Galeria, via Paravia (Pian Saccoccia); nel XV Municipio in via Prato della Corte, via Braccianese (km 12,700), Malborghetto.

Allarme acque nei Municipi 14 e 15: ordinanza del sindaco ne vieta l'uso fino al 31 dicembre 2014

QUI LE STRADE INTERESSATE

Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/pages/RomaToday/41916963809SOLUZIONI AL PROBLEMA - Intanto però il vero nodo sono i lavori sull'acquedotto. "Su richiesta dell'Arsial", spiega l'assessorato ai lavori pubblici, "saranno eseguiti da Acea gli interventi previsti dall'ordinanza per il ripristino dell’utilizzo igienico-sanitario dell’acqua e il monitoraggio costante della qualità del liquido erogato, al fine di risolvere in tempi brevi la situazione". In pratica l'ordinanza prescrive che Acea effettui lavori di clorazione della risorsa idrica. Questa serve per eliminare i batteri presenti che hanno reso l'acqua inadatta all'uso umano. Con questo tipo di lavori, secondo quanto si apprende, nel giro di 10 giorni, l'acqua potrebbe tornare fruibile per l'uso umano, rimanendo però non potabile. Neanche prima infatti, come possibile leggere sulle bollette Acea delle 500 utenze interessate, dai rubinetti sgorgava acqua potabile.

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