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Cronaca

Il 2013 dei municipi romani: un anno di fatti dal centro alla periferia

Barricate a Falcognana e sigilli a Malagrotta. Fori Imperiali pedonali, o quasi, e comitati in piazza contro la nuova viabilità. Quartieri in protesta contro degrado, spaccio e roghi tossici. Un 2013 ricco di novità, ma anche di tristi e scontate conferme

C'è chi ha fatto i conti con i cambi di viabilità, e dopo mesi non sa ancora bene dove può svoltare. Chi ha brindato alla chiusura della più grande discarica d'Europa e chi è sceso in piazza contro i vicini di casa 'abusivi'.

Per qualcuno invece non è cambiato niente, tra periferie piegate dal degrado, movida fuori controllo e treni sporchi e sempre in ritardo. Un 2013 ricco di novità, ma anche di tristi e scontate conferme. Riavvolgiamo il nastro dell'anno appena trascorso, quali eventi hanno trasformato il territorio e quali ne hanno esasperato piaghe mai sanate. 

MUNICIPI: DA 19 A 15, TUTTI A SINISTRA – Marzo 2013: il primo cambio di rotta arriva in campo amministrativo. La delibera 32 votata dall'ex governo Alemanno apre all'accorpamento territoriale, in nome di spending review e decentramento. 

Da 19 a 15 municipi: unificati I e XVII (Prati), II e III (Trieste-Salario, Parioli e San Lorenzo), VI e VII (Pigneto e Alessandrino) e X e IX (San Giovanni e Tuscolano).

Poco cambia sul piano dei poteri conferiti agli enti di prossimità. Ma, tre mesi dopo, arriva la vera novità: il trait d'union che compatta i parlamentini sul piano politico. Con le elezioni comunali di giugno il centro sinistra fa il pieno: 15 territori tutti 'rossi'.  

LA 'QUASI' PEDONALIZZAZIONE – La prima mossa del nuovo sindaco Ignazio Marino tocca il centro storico. Lo aveva detto in campagna elettorale e appena insediato a palazzo Senatorio mantiene la promessa. Dal 1 agosto via dei Fori Imperiali, tra Largo Corrado Ricci e piazza del Colosseo, viene chiusa al traffico delle auto private. Restano invece bus, taxi e ncc. 

Le polemiche non si fanno attendere, da quelli che “doveva chiudere completamente”, a quelli che "si useranno i soldi della metro C", ai residenti che mal digeriscono la rivoluzione della viabilità nel quadrante. 

Residenti in protesta contro i Fori pedonali - Foto di A.Ronchini/Romatoday

Neocomitati spuntano come funghi per difendere via Labicana, dove i commercianti lamentano il calo degli introiti causa soppressione della sosta sul lato Colle Oppio, e via Merulana, per qualcuno destinata a un traffico esplosivo. 

Intanto, tra un attacco e l'altro, altri problemi bussano alla porta. E nel bel mezzo della Notte Bianca, organizzata per l'apertura dei nuovi fori pedonali, qualcuno dalla periferia irrompe nel 'salotto buono'. Festa 'rovinata' per il sindaco Marino, costretto a fare i conti con centinaia di manifestanti scesi in piazza al grido di “no discarica”. 

Notte dei Fori | foto Andrea Ronchini

MALAGROTTA E FALCOGNANA – L'emergenza rifiuti è indifferibile: a giugno il sito di Ponte Galeria ottiene la sua ultima proroga. Tre mesi di tempo per trovare l'alternativa di servizio e mettere i sigilli al regno di re Manlio. 

L'area di Falcognana è la prescelta dal commissario Sottile: un terreno, nel IX Municipio a pochi chilometri dal santuario del Divino Amore, dove è già presente un invaso di rifiuti. Cittadini e comitati non sentono ragioni e ingaggiano una dura lotta fatta di veglie notturne e sit in a oltranza.  

No Discarica Falcognana ai Fori Imperiali

La 'guerra' va avanti senza tregua fino al 1 ottobre, giorno del Lucchetto Day. Malagrotta, stavolta, chiude davvero. E il Campidoglio, con annuncio ufficiale agli organi di stampa, ci mette il cappello.

Basta rifiuti a Malagrotta, i cittadini la chiudono con i lucchetti

Magicamente l'ipotesi Falcognana scompare. O meglio, per dirla con l'assessore all'ambiente Estella Marino, “non è più detto che ce ne sia bisogno”.  Dal cilindro invece salta fuori Cupinoro, soluzione più che provvisoria (fino a fine 2013) nei pressi di Bracciano, e il conferimento di parte dei rifiuti fuori dal Lazio. 

OCCUPAZIONE PONTE DI NONA – Da ovest a est, ci spostiamo nel quartiere di Nuova Ponte Nona, altro fronte 'bollente' per tutt'altre ragioni. Ad aprile lo tsunami tour dei Movimenti tocca anche la zona del VI municipio.

I militanti di Action occupano una palazzina vuota in via Cerruti, proprietà di Caltagirone, scatenando l'ira dei residenti del quartiere e dando vita a una lotta intestina che durerà mesi.  

Una situazione esplosiva con due schieramenti contrapposti: gli occupanti da un lato e i residenti dall'altro, questi ultimi affatto d'accordo con la risposta data dai movimenti al problema dell'abitare. Seppur esortati da Action a non piegarsi a "una guerra tra poveri", i pontenonini scenderanno in piazza “contro l'illegalità” e parleranno di degrado portato dai militanti, ricordando via Cerruti come “una strada tranquilla” prima “dell'invasione”. 

“La palazzina occupata è stata fortificata, recintata, blindata – commenta un residente al corteo del 30 settembre - ai balconi si vede gente con i sassi, pronta a chissà cosa. Tutto questo non costruisce sicuramente un clima di serenità e apertura che spinge al dialogo". E infatti il dialogo non c'è. Il 4 dicembre lo sgombero dell'edificio e i comitati che cantano vittoria. 

Ponte di Nona, le foto dello sgombero dell'occupazione di via Cerruti

VIA SALVIATI - Restando in zona est ricordiamo altri quartieri, alle prese con altre “invasioni”. Siamo a Tor Sapienza e la situazione di via Salviati, con due campi rom che ormai da anni la fanno da padrone, sembra toccare il fondo. A far traboccare il vaso per i residenti è l'arrivo di trenta famiglia fuggite dal maxi villaggio di Castel Romano lo scorso luglio e accampate a pochi metri dalle baracche storiche. La convivenza diventa impossibile.  

Degrado in via Salviati

Da una parte i cittadini che da anni convivono con fumi tossici e soprusi, dall’altra gli abitanti dei campi che vorrebbero restare dove sono e dicono di sentirsi a casa. Le trenta famiglie di Castel Romano vengono sgomberate a settembre, ma i residenti ormai sono sul piede di guerra e le denunce non si placano: “Vogliamo servizi, decoro e legalità”.   

Campi Rom: ancora roghi tossici in via Salviati - Foto di Roberto Torre

ROGHI TOSSICI – E il problema non è solo in via Salviati. Da Tor Sapienza al Parco delle Valli,  Conca d'oro, Val d'Ala, Ponte di Nona, Muratella e Magliana. Dove c'è una tendopoli ci sono gli ormai noti fumi alla diossina che costringono i cittadini a barricarsi in casa.

Fumo nero, denso, irrespirabile, che costringe i romani a serrare bene le finestre. Troppe le zone dove i roghi sono all'ordine del giorno, diventati parte di un paesaggio avvolto nella nebbia. Una mappa sempre più fitta di piccole 'terre dei fuochi' che sta mandando all'esasperazione i cittadini. 

PROTESTE AL PIGNETO – Sotto assedio anche il Pigneto. Il “nemico” è lo spaccio che tiene in pugno il quartiere rendendolo invivibile a chi lo abita da anni. Certo, non è un problema nuovo. Ma il 2013 è l'anno di proteste che non si erano mai viste. 

La tolleranza è finita e i residenti rivogliono il loro territorio. Vogliono tornare a viverlo senza paura, e senza conoscere a memoria le facce di spacciatori che, per le forze dell'ordine, sembrano 'intoccabili'. 

Pigneto: residenti occupano via l'Aquila - Foto di A.Piccirilli

Assemblee pubbliche e incontri sul tema culminano con l'occupazione simbolica di via l'Aquila, il 30 settembre. Marino e il suo vice, Luigi Nieri, incontrano i manifestanti promettendo un generico giro di vite con tavoli tra residenti e Campidoglio. Il quartiere è ancora in attesa. 

ROMA LIDO - Ci spostiamo dal degrado alla mobilità. E anche qui c'è chi attende da anni. Un 2013 infernale per la 'feccia del male', il trenino della Roma Lido che ha accentrato su di sé gran parte delle proteste sul fronte trasporti. L'utenza aumenta, il numero di corse diminuisce, l'attesa sulle banchine è eterna e le condizioni igieniche dei convogli è al limite del sopportabile.  

Lo scorso 30 novembre l'ultima protesta di utenti e dipendenti davanti agli uffici Atac di via Prenestina. "Siamo stanchi di essere trattati come animali - urla al megafono Maurizio Messina del Comitato Pendolari- abbiamo diritto a un trasporto pubblico efficiente". Un mantra che non trova tregua perché le risposte dal Campidoglio non arrivano. 

TOR MARANCIA – E poi c'è Tor Marancia. Impossibile non citare il sequestro del mega parco che i cittadini aspettavano da oltre un decennio. Il cantiere parte a luglio. “Hanno finalmente avuto inizio i lavori per la realizzazione del Parco all’interno della tenuta” annunciava con gioia il presidente dell'VIII Municipio, Andrea Catarci, illustrando ai residenti il cronoprogramma. 

“I primi lotti, tra via di Grottaperfetta e la tenuta Celibelli, termineranno a inizio 2014”. Un'illusione. Il 28 novembre si blocca tutto. Il Corpo Forestale dello Stato mette i sigilli su ordine della magistratura. Cinque persone vengono denunciate per lottizzazione abusiva in concorso e danno ambientale. E sul sequestro si apre il 'caso'. 

Sigilli al Parco di Tor Marancia

Quello di Tor Marancia, ribattezzato non a caso 'la madre delle compensazioni', non è un cantiere qualunque. La riqualificazione del parco è il prezzo che i costruttori devono pagare per  i lavori del cosidetto I-60, ovvero 400 mila metri cubi di cemento residenziale, commerciale e turistico. Che fine farà l'intervento edilizio, ampiamente osteggiato da comitati e ambientalisti? 

Un interrogativo, tra i tanti, che aspetta il 2014. 

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