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Redazione

Valle Aurelia, voi che potete bloccare il progetto non dite: “Noi non c’entriamo”

È innegabile che Torrenuova, dopo la realizzazione del Centro Commerciale "La Romanina", oramai avvenuta 20 or sono, abbia goduto di una riqualificazione urbana degna di una pianificazione urbanistica ideata dal miglior urbanista. Un caso isolato? Certo che no, ma oggi non è possibile essere sordi alle grida di un commercio che non riesce più ad essere di prossimità, di sostegno ad una cospicua fetta di collettività che cerca di trovare un accettabile sbocco imprenditoriale in un ambito schiacciato dalla potenza economica di lobby più o meno palesi. Il progetto del centro Commerciale di Valle Aurelia nasce grazie ad una Legge (493/93 art. 11) che intendeva riqualificare ambiti urbani degradati o poveri di infrastrutture. Il programma, così come si legge sul sito del Comune di Roma, ha l'obiettivo di realizzare, anche attraverso la consultazione dei cittadini, un insieme di interventi pubblici e privati per il recupero e la riqualificazione urbana di quartieri periferici caratterizzati da una forte presenza di edilizia residenziale pubblica, da problemi di degrado ambientale, carenza di servizi e congestionamento del traffico veicolare. A leggere gli obiettivi ci si rende conto che forse qualcuno ha fatto una scelta non proprio oculata; infatti, se è vero che l'area non è proprio periferica e che necessita di un recupero urbano inteso come integrazione dell'area nel territorio circostante, come recupero dei manufatti di archeologia industriale, come realizzazione di nuove arterie di decongestionamento veicolare, è altrettanto vero che non è concepibile avviare un progetto ampio ed integrato realizzando immediatamente il Centro Commerciale! Si tratta di priorità, di scelte che devono indirizzare lo sviluppo dell'area senza creare delle gravi diseconomie in termini di traffico, di desertificazione del commercio diffuso e di possibili problematiche ambientali/naturalistiche. Inoltre, i richiami del Sindaco, dell'Assessore al Commercio, del Presidente del Municipio e di una parte cospicua della popolazione residente a rivedere le autorizzazioni alla realizzazione del centro commerciale di Valle Aurelia, ci lasciano interdetti su chi oggi voglia questa cattedrale.

A nulla sono valsi i pareri negativi delle associazioni di categoria, come anche le prescrizioni da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali circa la realizzazione di verifiche archeologiche per appurare se vi sono in loco resti storici da riportare alla luce. A proposito, non si capisce perché se vogliamo posizionare un'insegna di modeste dimensioni sulle mura di un negozio dobbiamo aspettare anche più di un anno per ottenere un'autorizzazione (è prassi in tutto il territorio del I° Municipio non solo davanti al Colosseo), mentre a Valle Aurelia è possibile costruire un centro commerciale, movimentando terra, senza fare saggi archeologici e senza realizzare un progetto esecutivo condiviso sulla sistemazione strutturale della Fornace Veschi, monumento vincolato dal "Codice Urbani".

È bene ricordare che la Fornace Veschi, presente nell'area dove vedrà luce il Centro Commerciale di Valle Aurelia, insieme ad altre fornaci presenti nella zona avevano realizzato nel secolo scorso milioni e milioni di mattoni in argilla estratta dalle cave dei Monti di Creta, per poi essere spenta nel lontano 1960.
 
Infine, non v'è traccia dei dubbi che alcuni Dipartimenti del Comune di Roma avevano espresso circa le difficili condizioni di equilibrio dell'area e per questo avevano subordinato la realizzazione dell'intervento all'attuazione di un coordinamento progettuale mirato alla corretta esecuzione di una viabilità ciclabile, al recupero del patrimonio paesaggistico e alla messa in sicurezza della Riserva del Monte Ciocci che domina la Valle.
 
Qual è la sostenibilità dell'intervento, specie se non si risolvono i problemi esistenti di viabilità ordinaria e se non si realizzano nuove arterie atte ad alleggerire il traffico presente consentendo anche un futuro smaltimento del traffico indotto dal Centro Commerciale di circa 10.000 metri quadrati di superficie destinata solo al commercio. Allora rimaniamo increduli davanti a tutti quei soggetti che nonostante abbiano l'autorità per ritardare o anche bloccare il progetto oggi dicano:Noi non c'entriamo….
di Italo Santelia
 
 

Valle Aurelia, voi che potete bloccare il progetto non dite: “Noi non c’entriamo”

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