Il mostro in prima pagina: il vigile al bar
La mattina il piacere dovrebbe essere quello di potere andare in un bar, di sorseggiare un caffè accompagnato da un buon cornetto. Potersi sedere ad un tavolino e sfogliare le pagine messe a disposizione del barista per i clienti. Questo piacere avviene a metà per chi svolge questo lavoro come il mio. Innanzitutto la gioia di sedersi in un bar deve avvenire con l'occhio attento a non farsi riconoscere. Perchè il nostro volto magari è ben riconosciuto in quanto lavoriamo molto a contatto con il pubblico.
Anche magari andare in un bar e poi trovarsi un tweet in cui si viene fotosegnalati come assenteisti quando invece si fa un altro turno e si è liberi. Ma l'importante è sbattere il mostro vigile in prima pagina. Qui si arriva all'altra gioia sottratta. Ogni volta che si apre il giornale si ha il terrore che qualche articolo butti me...lma sul mio lavoro.
Anche oggi, come da mesi a questa parte, è stato sbattuto il mostro in prima pagina. In questo caso il mostro è una vigilessa arrestata perchè minacciava, secondo quanto scrive il giornalista di turno, la figlia con la pistola. Ovviamente quando arrestiamo qualche pirata della strada, qualche scippatore o qualche pedofilo si ha tutta l'accortezza, da parte del giornalista, di mettere giustamente solo il nome e cognome puntato. A garanzia di una persona ancora non sottoposta a processo.
In questo caso, anche in presenza di minori coinvolti, nessuna accortezza è stata presa e si è fatto il profilo anagrafico completo. Senza processo. Mi chiedo se dopo il processo la collega possa venire magari assolta. Se venisse assolta lo stesso giornalista lo scriverà a tutta pagina come oggi.
"Guidate con prudenza e, quando vi danno la precedenza, ringraziate".“